Savona Un nuovo indagato, un caso riaperto. Un fattaccio che risale a 16 anni fa. Nel marzo del ’90 Donatella Manunta, transessuale savonese, fu massacrata con un tubo di ferro e seviziata nella sua abitazione di Via Untoria a Savona. Tre anni più tardi era stato arrestato un necroforo di Stella, che dopo aver avuto una relazione sentimentale con il transessuale, ne era rimasto amico. Una testimone disse di averlo visto nella casa della vittima la sera dell’omicidio. Rimase in cella poco più di quattro mesi, poi fu assolto per non aver commesso il fatto. Oggi grazie alle nuove metodologie di indagine messe a disposizione dal progresso tecnologico, il procuratore capo Vincezo Scolastico ed il magistrato Alberto Landolfi hanno deciso di riaprire il caso. Spunta un nuovo nome nel registro degli indagati. E’ un pregiudicato valbormidese di 34 anni, attualmente in carcere per rapina. L’uomo era un conoscente della vittima e a lui i magistrati sono arrivati attraverso un confronto tra impronte digitali e DNA. Interrogato dagli inquirenti, l’uomo nega ogni addebito. Secondo una prima ipotesi, avrebbe agito per rapinare la vittima, derubarla degli incassi, inscenando il delitto a sfondo sessuale.
Questo episodio, molto sentito a Savona, è stato raccontato anche nel libro “Liguria Criminale” scritto da Andrea Casazza e Max Mauceri e pubblicato dall’editore Genovese Frilli nel 2005.