Celle Ligure. Anche lavoro in nero a clandestini senza permesso di soggiorno nel cantiere edile sequestrato dai carabinieri del N.O.E. di Genova per abuso edilizio ed altre irregolarità documentali nella concessione dei lavori d’appalto. L’area posta sotto sequestro doveva ospitare box interrati, posti auto pubblici, abitazioni e uffici proprio a fianco della stazione ferroviaria. Oltre alle quattro persone già iscritte nel registro degli indagati, l’inchiesta della procura savonese ha portato alla denuncia del titolare di una ditta dell’alessandrino che esegue i lavori nel cantiere, M.A., 45 anni, residente a Tortona. L’uomo, infatti, faceva lavorare alle sue dipendenze due rumeni, rispettivamente di 26 e 22 anni, D.O e M.O., entrambi clandestini. L’accusa è di violazione della legge sull’immigrazione clandestina. I due extracomunitari sono stati inoltre denunciati per aver violato i sigilli apposti al cantiere dai carabinieri e dalla polizia municipale su disposizione della magistratura.
Domenica 23 aprile 2006
Mi chiamo Carla Venturino, sono Consigliere Comunale di Minoranza a Celle Ligure. Leggo stamattina su http://www.uominiliberi.eu/
l’articolo sottostante e lo propongo ai lettori de “Il Vostro Giornale”
UOMINI LIBERI politica savonese on line
Col nuovo sequestro del cantiere ci è tornata alla mente la “lettera aperta al Sindaco e ai Cittadini” pubblicata a suo tempo da uominiliberi, lettera prodotta dalla Minoranza Consiliare cellese.
Porta la data del 2 ottobre 2004, (quasi 2 anni fa !!!), già allora la Minoranza aveva visto quello che poi, a quanto pare, nonostante le numerosissime rassicurazioni del Sindaco, si è poi dimostrato fondato, MOLTO FONDATO ! A quanto pare le “super fondazioni” rendono le inchieste “fondate” !
LETTERA APERTA AL SINDACO DI CELLE LIGURE, da parte dei Consiglieri di Minoranza:
Poiché, nel corso del Consiglio Comunale del 28 settembre 2004, ci è stato impedito di dare lettura di un documento che, secondo noi ravvisava le caratteristiche di particolare importanza, riteniamo comunque nostro dovere far conoscere integralmente, non solo al Sindaco, ma soprattutto all’intera Cittadinanza, il contenuto del documento in questione:
In questi giorni la Minoranza Consigliare “Celle è Tua†è venuta a conoscenza di un documento del Comune di Celle Ligure di cui sintetizziamo il contenuto: si tratta di un giusto provvedimento di esproprio, deciso dall’Amministrazione comunale nei confronti di una persona fisica , ritenuta responsabile di un “abuso edilizioâ€, cioè della costruzione di un capanno privo di concessione edilizia.
In seguito alla costruzione di tale manufatto è stata notificata, a questo cittadino, l’ordinanza di demolizione, il cittadino in questione ha provveduto alla demolizione del capanno, mantenendo però la base in cemento, della superficie di 64 mq. c.a. Il Comune, verificando la persistenza della base in cemento, ha ritenuto che l’ordinanza non fosse stata eseguita, disponendo così l’esproprio di una superficie di terreno appartenente alla persona in questione, pari a 10 volte la superficie ritenuta non demolita, ovvero 64 x 10 = 640 mq. c.a.
Vogliamo sottoporre all’attenzione di tutto il Consiglio il comportamento dell’amministrazione paragonando questo caso con il caso seguente:
a un’altra persona giuridica è stato consentito, evidentemente perché ritenuto lecito, di:
· demolire un edificio ritenuto “pericolante†(vorremmo puntualizzare che gli inquilini di detto edificio hanno avuto dalla ditta che lo ha ritenuto “pericolanteâ€, un “bonus†per lasciare l’edificio stesso) con una semplice D.I.A. (Dichiarazione Inizio Attività )
· spostare un torrente senza alcuna concessione edilizia, senza calcoli per cemento armato relativi alla tombinatura (forse al solo scopo di permettere la costruzione di un palazzo di 18 appartamenti?)
· portare gli 8 appartamenti, previsti nella prima convenzione, a 18 !! (neanche sommandovi tutti i volumi dell’edificio demolito si sarebbe potuti arrivare a tali volumi)
· attuare uno scavo supplementare di circa 4 metri (casualmente corrispondenti esattamente all’altezza di un piano!), per “esigenze di staticità â€, dopo che, sia le Ferrovie dello Stato che una perizia geologica, ne sconsigliavano l’effettuazione per i problemi che sarebbero potuti sorgere alla stabilità della linea ferroviaria
· dare maggiore pendenza all’accesso ai vari piani dei box
· destinare minor larghezza degli accessi ai posti macchina lasciati al Comune (non i 5.5m standard, bensì 3.5m).
Inoltre:
· è ancora oggi ritenuto lecito procedere al maggiore scavo privo, TUTT’OGGI, di concessione edilizia, di progetti e quant’altro; (facciamo presente che neanche la seconda convenzione, firmata il 5 agosto 2004, fa alcun accenno a questo scavo che esisteva già da maggio 2004!)
· è ritenuto lecito dividere in box il piano sotterraneo quando lo si considera ancora oggi – ma, ripetiamo: solo a parole, – perché non esiste alcuno scritto – un maggiore scavo ai soli fini statici.
Il tutto senza provvedimenti sanzionatori, ma con apparente disponibilità , da parte dell’Amministrazione, a trovare motivazioni e sanatorie. Ecco, questi due esempi esposti uno dopo l’altro, ci hanno lasciato e ci lasciano esterrefatti e allo stesso modo dovrebbero lasciare tutti: Cittadini e Amministratori di Maggioranza compresi.
Se questo fosse un Comune dove ogni Cittadino sa che gli illeciti di tutti sono sempre e comunque puniti severamente, saremmo qui ad accettare senza eccezioni la decisione posta in essere nel primo caso; lo stupore, per usare un termine blando, deriva dal veder usare, da parte dell’Amministrazione, con estrema disinvoltura, “due pesi e due misureâ€.
Nel primo caso si parla di “abuso edilizio†, nel secondo non solo non se ne parla, ma il Sindaco si dichiara pronto a cambiare il PUC (Piano Urbanistico Comunale) per “sanare†le opere in costruzione da noi ritenute “abusiveâ€, perché, in mancanza di concessioni, pensiamo che tali siano!â€.
Questo scritto, che abbiamo tentato di esporre in apertura di seduta del Consiglio Comunale del 28 settembre 2004, arbitrariamente interrotto dal Consigliere Aquilino, ha lo scopo di sollecitare, con forza, ancora una volta il Sindaco, a prendere quei provvedimenti di legge che noi, insieme a una larghissima parte di Cittadinanza chiediamo, cioè di far sospendere i lavori, di denunciare questi fatti alle Autorità competenti perché procedano ad una approfondita valutazione dell’opera in costruzione, viste le evidenti, gravi difformità tra ciò che si evince dalle documentazioni ufficiali e ciò che si sta effettivamente realizzando.
Per finire ci preme ancora sottolineare che noi, Consiglieri di Minoranza, viste queste gravi difformità , giudichiamo essere irregolari i lavori che da mesi si stanno eseguendo nella sede dell’ex rilevato ferroviario e riteniamo, ancora una volta, quanto meno “disinvolto†l’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale che, sia pure cosciente di queste gravi difformità sembra essere giunta ad un compromesso con la ditta costruttrice, come da ammissione del Sindaco nel corso del Consiglio Comunale del 17/09/04.
Celle Ligure 02/10/2004
Mi chiamo Giuseppe Paolino e sono tecnico comunale presso il Comune di Celle dal giorno della commemorazione dei defunti dell’ormai lontano 1972 (a ragion veduta un giorno azzeccato per iniziare una carriera presso l’amministrazione pubblica). Vi giunsi dopo avere conquistato un ennesimo secondo posto in un concorso per titoli ed esami grazie alla rinuncia del primo classificato che aveva già occupato un analogo posto di lavoro a Quiliano. All’epoca il Comune era amministrato dalla DC ma nessuno mi chiese, all’atto dell’assunzione, quali fossero le mie tendenze politiche, cosa che fece invece prontamente due anni dopo il nuovo Sindaco comunista. Per fortuna allora ero giovane e, quindi, rivoluzionario (ergo simpatizzante dell’area della sinistra moderata). Il Sindaco se lo fece bastare! Mi occupai di lavori pubblici durante i primi dieci anni e nell’ottantadue venni trasferito da un giorno all’altro ad occuparmi di edilizia. Nonostante conoscessi la materia in modo assai approssimativo, mi impegnai in una “full immersion” di aggiornamento che, unita alla gestione quotidiana della materia, mi ha portato col tempo ad una competenza urbanistico-edilizia che mi sento di definire più che sufficiente.
Dopo trentatre anni (un’età evidentemente pericolosa!) di carriera comunale mi trovo oggi coinvolto, mio malgrado, nel pasticciaccio dei box di Celle, il famoso “Ecomostro” realizzato dalla LCI. Non ritengo corretto entrare in questa sede nel merito della questione in quanto sono soggetto indagato; lo sono per avere firmato, nella qualità di responsabile del settore, le concessioni edilizie sulla cui legittimità dovrà esprimersi la Magistratura. Posso soltanto affermare di avere agito, come sempre, secondo una correttezza che non ho mai faticato ad impormi in quanto mi viene, per così dire, “naturale” e ho fiducia che, nel malaugurato caso vengano rilevati errori nel mio operato, se ne comprenderà l’assoluta buona fede e l’assoluta mancanza di intenzionalità .
Ma non è questo il punto. Per la prima volta nella mia vita mi trovo coinvolto in fatti decisamente più grandi di me e devo rendermi conto di quanto l’individuo si trovi indifeso in mezzo al palleggiamento di responsabilità che si genera tra le parti interessate. Il commento al titolo che rimanda al Vostro articolo sul cantiere di Celle cita testualmente: “Anche lavoro nero, tra gli altri abusi; non male per un comune di sinistra, con un ufficio tecnico ancora più a sinistra!” Non so chi abbia scritto questo titolo ma, se il riferimento è al sottoscritto, si tratta di persona che non mi ha mai conosciuto né ha mai chiesto informazioni su di me. Qualora lo ritenesse opportuno lo inviterei a chiedere a qualsiasi utente del Comune di Celle che tipo di persona sia il geometra Paolino e se abbia mai dato adito a pensare di svolgere il proprio lavoro per motivi di interesse politico o economico.
Vorrei poi rivolgere un particolare ringraziamento ai signori Dario Freccero e Giovanni Vaccaro che si sono preoccupati di riportare il mio nome (talvolta addirittura in grassetto e anche quando non ve ne era alcun bisogno) nei loro articoli (se così posso chiamarli) pubblicati sul Secolo XIX nei giorni 15, 16 e 22 aprile pieni di errori ed imprecisioni che risulta difficile definire involontarie.
L’apice è stato raggiunto sul numero odierno del Secolo – Savona e Valbormida – pag. 27 dove (dopo avere accuratamente indicato in carattere grassetto il mio nome e cognome) campeggia a piena pagina questa notizia: “L’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale fa scena muta davanti al pmâ€. Ho manifestato al P.M. Dott. Ferro la mia ferma volontà di fornire tutte le notizie di cui sono a conoscenza e che riterrà di acquisire da me. Il mio legale e il P.M. hanno concordato un breve rinvio allo scopo di permettermi di prendere visione degli atti (si tratta di molte centinaia di carte) acquisiti dal Magistrato quattro mesi orsono senza i quali non sarei stato in grado di rispondere con la dovuta precisione o di ricostruire la cronologia degli atti che sono veramente molti, e questo è tutto.
Ho già incaricato il mio legale di chiedere la smentita ufficiale di questa notizia e di diffidare il Secolo a non pubblicare nel prosieguo notizie inesatte, ma non posso nascondere una profonda amarezza nel constatare la disinvoltura con cui certi giornalisti espongono fatti di cui, evidentemente, sanno ben poco mettendo gratuitamente alla berlina il nome di persone che neppure conoscono.
Il fine? Lascio a Voi immaginare.
Mi scuso per la lungaggine e nel salutare mi fregio col mio nome di cui resto comunque orgoglioso.
Giuseppe Paolino