Borgio Verezzi. Nato nel 1967 il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, giunge quest’anno al quarantennale; un percorso lungo, costellato di difficoltà , almeno agli inizi, in una Regione, la Liguria, aspra in tutti i sensi e poco abituata, allora, alla presenza di attori e registi impegnati a recitare sulle pubbliche piazze.
Quest’anno, per festeggiare il quarantennale, si è scelto di proporre unicamente spettacoli in Piazza Sant’Agostino, un modo per festeggiare le origini, alle origini tornando.
I sette spettacoli, tutte prime nazionali, come d’abitudine da ormai qualche anno, seguono le piste ormai consolidate dei generi che caratterizzano il Festival di Borgio Verezzi: testi classici, uniti a novità contemporanee; ad aprire i festeggiamenti è la MEDEA di Seneca nell’interpretazione di Caterina Vertova (reduce da film e fiction tv di successo) e di Leonardo De Carmine e di Mico Magistro per la regia di Alberto Gagnarli: una rivisitazione della tragedia incentrata sulla vicenda di Medea, nata in esclusiva per il quarantennale del Festival e che sarà replicata l’estate prossima al Festival dei Due Mari di Tindari e Taormina.
Dichiara il direttore artistico del Festival, Stefano Delfino, “Sette spettacoli, tutti in prima nazionale e tutti in piazza Sant’Agostino, la culla del Festival, proprio in omaggio alle radici della manifestazione in occasione del quarantennale, e con il filo conduttore dei sentimenti. Nonostante i pesanti tagli al budget (una riduzione del 20%), l’organizzazione è riuscita a varare un cartellone interessante, grazie soprattutto alla comprensione e alla disponibilità delle compagnie coinvolte. Il programma, come sempre, alterna i grandi classici (Seneca, Moliere) agli autori contemporanei, con una doverosa presenza di Harold Pinter, il drammaturgo insignito lo scorso anno del Premio Nobel (“Il custodeâ€, fra l’altro, sarà Giacomo Rizzo, l’attore napoletano che proprio in questi giorni è protagonista de “L’amico di famiglia†di Paolo Sorrentino, uno dei film italiani in corsa per la Palma d’Oro a Cannes). Accanto al ritorno di personaggi che con le loro ripetute partecipazioni a Verezzi hanno contribuito a scrivere la storia del Festival c’è anche qualche new entry: un altro segnale di rinnovamento, sia pure nella continuità â€.