Vado Ligure. Aprirà a ottobre il complesso socio-sanitario di Vado Ligure, gestito dalla Fondazione Ferrero specializzata nell’assistenza ai malati di Alzheimer. Al suo interno saranno disponibili 320 posti letto di cui 300 destinati alla residenzialità e 20 diurni. La comunicazione è stata data nel corso della firma della convenzione tra la Regione Liguria, attraverso l’assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, il presidente nazionale Inpdap, Marco Staderini e Paolo Sacchetto, presidente della Fondazione Ferrero, per l’assistenza ai lavoratori e ai pensionati Inpdap affetti da Alzheimer. Obiettivo principale del progetto è la realizzazione, in stretta collaborazione con il servizio sanitario regionale, di un modello gestionale organizzativo sperimentale per l’assistenza ai soggetti anziani disabili, in particolare ai malati di Alzheimer in stadio di evoluzione medio-grave con compromissione dello stato di autosufficienza. Beneficiari dell’operazione sono naturalmente i lavoratori e i pensionati con i loro familiari conviventi o residenti in Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. L’investimento previsto annuo, per il primo triennio, ammonta a 1,5 milioni di euro e sarà a carico dell’Inpdap che destina lo 0,36% della trattenuta sugli stipendi dei dipendenti al fondo che finanza il progetto Alzheimer. La Fondazione Ferrero metterà a disposizione, nel complesso socio sanitario di Vado Ligure, la propria struttura non appena, entro breve, le procedure inerenti l’accreditamento del Centro saranno espletate. La convenzione sottoscritta consentirà di limitare le spese, peraltro necessarie alla cura e all’assistenza dei malati, da parte della Regione e inoltre permetterà di effettuare, oltre agli interventi medici, un insieme di valutazioni e di studi in merito alla patologia. All’interno della struttura di Vado Ligure collocata sulla collina di Brichetto, che si svilupperà su 25.000 mq saranno disponibili, accanto ai posti per malati di Alzheimer, 20 posti per la residenzialità protetta, 50 posti per pazienti fuoriusciti dall’ospedale, ma ancora in terapia e comunque di bassa complessità , più 20 posti per la riabilitazione neuromotoria e ortopedica.