Alassio. La lettera pubblicata sul quotidiano La Stampa di venerdì 16 giugno è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso già colmo delle segnalazioni e rimostranze di un numero di persone che potrebbe stupire i non addetti ai lavori. Si parla di dializzati persone la cui salute è strettamente legata alla possibilità di accedere a un servizio che è sempre stato il fiore all’occhiello del servizio sanitario della città di Alassio. Tanto per fare dei numeri: sono più di quattrocento gli interventi attuati solo nel periodo estivo. Ebbene per i dializzati da qualche tempo Alassio non è più una mecca: molti infatti coglievano l’occasione del valente servizio messo a disposizione dall’ospedale di Alassio, recentemente ristrutturato, per trascorrere in compagnia della famiglia alcuni giorni sulla Riviera Ligure di Ponente; estate e inverno, alta e bassa stagione: una sorta di turismo sanitario. Da qualche tempo però il servizio di dialisi, per motivi di bilancio, è stato ridotto e reso fruibile solo ai residenti, mentre già si parla di spostarlo ad Albenga non appena pronto il nuovo ospedale. Di qui la lettera su “La Stampaâ€, di qui la lettera che il sindaco di Alassio Marco Melgrati, ha inviato stamani all’attenzione della dirigenza dell’Asl 2 Savonese e dell’Assessore alla Sanità della Regione Liguria, Dott. Claudio Montaldo.
Ed ecco il testo della lettera:
La lettera pubblicata venerdì 16 giugno u.s. sul quotidiano “La Stampa†nella apposita rubrica, non è che l’ultima segnalazione in ordine di tempo di una situazione che giorno dopo giorno si sta manifestando in tutta la sua urgenza.
La sospensione del servizio di dialisi per non residenti affligge da qualche tempo l’Ospedale di Alassio.
Inutile sottolineare l’importanza del servizio di dialisi. Inutile credo sia ricordare quanto il Comune di Alassio abbia investito e stia investendo nella Sanità , nei servizi che in questo campo strutture come Alassio Salute, il Centro di Terapia Iniettiva e lo stesso Ospedale alassino, recentemente ristrutturato con grande dispendio di risorse tecniche ed economiche. Inutile ricordare, dicevo, quanto si stia facendo come Pubblica Amministrazione, di concerto con medici operanti sul territorio e Asl, perché Alassio possa offrire a residenti e non un servizio sanitario efficiente e quanto più possibile rispondente alle richieste dell’utenza.
Inutile credo sia anche ricordare la valenza turistica di Alassio che negli anni sta cercando di adeguare le proprie strutture non solo alle necessità della popolazione residente, ma anche a quella di quanti scelgono la Città del Muretto quale meta delle proprie vacanze.
Sospendere il servizio di dialisi per non residenti è in questo senso da intendersi alla stregua di un disservizio nocivo non solo dal punto di vista della sanità , ma anche dell’offerta turistica cittadina laddove invece si cerca di fare il possibile per offrire un servizio capillare sotto ogni punto di vista.
Prova ne sia, come ricordavo sopra, la copertura sanitaria offerta 365 giorni all’anno da Alassio Salute che, nel periodo di maggiore affluenza turistica, amplia addirittura l’orario giornaliero.
Allo stato dell’arte Alassio, che peraltro vanta apparecchiature all’avanguardia, può contare su soli tre medici che si alternano con ritmi e orari massacranti per far fronte alle richieste (e nel periodo estivo si parla di oltre 400 domande).
Mi risulta poi oltremodo assurdo constatare questa situazione di semiemergenza quando vi sono poi Regioni, come la Sicilia che incentivano il cosiddetto turismo sanitario offrendo agevolazioni ai dializzati fornendo loro libero accesso alle strutture sanitarie.
Ancor più grave: mi risulta che, una volta entrato in funzione il nuovo ospedale di Albenga, sia vostra intenzione sospendere anche il servizio di dialisi per residenti che viene attualmente svolto ad Alassio.
Voglio sperare si tratti solo di voci allarmistiche e non certo di una reale prospettiva che non esiterei a definire quantomeno dissennata, considerando il fatto che non solo Alassio è datata, come dicevamo di apparecchiature più moderne, ma che quello alassino è per dimensionamento dell’utenza, il secondo centro operativo in Liguria dopo l’Ospedale San Martino di Genova e che non vi sono altre realtà analoghe fino ad Imperia.
La presente quindi per invitarvi a verificare la possibilità di ridisegnare il servizio, rendendomi disponibile ad un eventuale incontro per discutere e individuare soluzioni utili da un punto di vista sanitario, sociale e turistico.
Alassio, 19 giugno 2006 Il Sindaco
Arch. Marco Melgrati