Savona. Con una nota diffusa dalla segreteria provinciale di Savona, i Verdi avanzano alcune critiche alla gestione del territorio da parte della precedente giunta di centro- sinistra che ha governato la città sino al trascorso mese di maggio e chiedono al nuovo sindaco Berruti, che ha appena presentato alla cittadinanza la sua “squadra†un incontro affinché prometta una radicale inversione di tendenza in materia, rendendo i cittadini tutti partecipi, mediante dibattito delle profonde trasformazioni urbanistiche che stanno per cambiare il volto della città . “Noi siamo contro le speculazioni indiscriminate, non intendiamo, solo perché forza politica inquadrata nel centro sinistra, essere complici di trasformazioni urbanistiche di cui potranno godere pochi a discapito dell’interesse pubblico. In questi anni si è molto costruito e progettato ma in assenza di quelle forme di partecipazione pubblica e condivisione pubblica e condivisione collettiva di scelte urbanistiche rilevanti per il territorio comunale”. In sostanza i Verdi, esclusi dalla giunta della città , chiedono a Federico Berruti di aprire il dibattito sull’approvando Piano urbanistico Comunale interagendo con la cittadinanza, portando la discussione sullo strumento urbanistico nei quartieri e presso le associazioni. “Si potrebbe approfittare – dicono gli ambientalisti – della prossima fase di valutazione delle osservazioni al P.U.C, per fare quello che finora non è mai stato fatto”. Alcuni progetti di trasformazione urbanistica sono nel mirino della federazione savonese del partito del sole che ride, ma non solo: anche le altre componenti della sinistra radicale sembrano non seguire su alcuni temi le proposte suggerite dall’amministrazione Gervasio e sono intenzionate a chiedere a Berruti una profonda riflessione su alcune opere. Le più contestate sono la “Torre†di Massimiliano Fuksas che dovrebbe sorgere al porto dalle parti del nuovo terminal crociere e la trasformazione dell’ex ospedale San Paolo, immobile vincolato dalla Soprintendenza ai beni architettonici, costruito nel lontano 1856, il cui progetto porta nel suo complesso la firma dei noti architetti di fama internazionale Bagnasco e Dellepiane, anche se poi è stato rivisto dal famoso architetto catalano Ricardo Bofill. Si prevede una trasformazione del vecchio e solenne edificio, abbandonato da quindici anni e ricetto di sbandati di ogni risma, in un polo amministrativo moderno, mentre dovrebbe essere recuperata artisticamente la cappella del complesso. I quattro cortili poi che delimitano la crociera verranno poi ricoperti, almeno stando al progetto Bofill, in cristallo. Il San Paolo è un complesso molto vasto che si trova in pieno centro cittadino. I verdi avrebbero preferito venisse trasformato in un moderno polo culturale ed universitario, soluzione non da scartare in un ottica di avvicinamento del mondo studentesco alla vita del centro città . “La centralità dell’ex San Paolo non può essere sottaciuta: per questo è bene che tutti i savonesi siano chiamati ad esprimere la loro in ordine alla futura destinazione d’uso del complesso”, afferma il segretario regionale dei Verdi Cristina Morelli. Per ora là dove era l’ingresso principale del nosocomio alcuni cittadini hanno installato un tabellone sul quale quotidianamente si segnala, mediante l’uso di cartelli numerici, il tempo trascorso da quando medici ed infermieri si sono trasferiti a Valloria e l’edificio è piombato nell’abbandono più assoluto. Certamente per Savona è importante che tutti i cittadini possano partecipare ad una trasformazione urbanistica epocale, paragonabile solo a quella caratterizzata dall’addizione ottocentesca in stile sabaudo, ma è pure urgente che questa metamorfosi possa avvenire in tempi certi, senza rinvii alle calende greche.