Savona. Domani 29 giugno per la comunità parrocchiale di Zinola, l’estremo quartiere occidentale di Savona, è un giorno speciale: è infatti il giorno della ricorrenza patronale, quella di S. Pietro, cui è dedicata la parrocchia del rione. A Zinola la festa del Santo patrono è particolarmente suggestiva in quanto, tenendo fede alla sua fama di “pescatore di uominiâ€, giunge, ovviamente in effigie, direttamente dal mare tra uno stuolo di gozzi su cui sono imbarcati i fedeli del quartiere. Il tutto, oltre a ricordare che Simon Pietro, prima di seguire Gesù, era un pescatore palestinese di uno dei tanti villaggi che sorgono sulle rive del lago di Tiberiade, richiama pure alla mente quella che, sino a non molti decenni fa era la professione tipica del popolo di Zinola, il mestiere del pescatore per l’appunto. A seguire verrà celebrata la Messa solenne sulla spiaggia antistante il rione, e poi la statua del primo Papa dell’era cristiana in una suggestiva processione “aux flabeaux†visiterà le strade della “sua†parrocchia. Appuntamento per tutti alle ore 20.15 di Giovedì 29 sul lungomare di Via Nizza dunque. La giornata della festa parrocchiale quest’anno assume però anche un altro aspetto del tutto particolare: la comunità guidata da Don Giancarlo Frumento nell’ultimo anno infatti si è distinta, a livello diocesano, per uno spiccato senso missionario ed è stata incaricata dal sindaco di una cittadina albanese, Ungrey, di farsi latore di una richiesta di gemellaggio presso il primo cittadino savonese. Il nuovo sindaco Berruti accoglierà l’appello del suo collega d’oltre Adriatico? E’ ciò che l’energico Don Frumento si auspica. Nel corso del 2005 la parrocchia di Zinola tanto ha fatto per gli abitanti del distretto di Karlovac, cui appartiene la cittadina di Ungray. In collaborazione con i missionari del Verbo incarnato di Karlovac e le suore di Don Orione che già hanno una casa ad Ungray sono state impiantate alcune attività tendenti all’emancipazione della donna albanese ed alla cura dell’infanzia di quel luogo che vive nell’indigenza più assoluta. Cittadina di campagna, Ungray vive, come gran parte dell’Albania, in una condizione di sottosviluppo paurosa. Non esistono strade asfaltate, l’energia elettrica viene erogata solo per sei ore al giorno, i contatti con il resto del paese, per non dire del continente Europa, sono inesistenti, non c’è assistenza sanitaria, la donna è considerata proprietà dell’uomo, come una vacca. Si è così deciso di iniziare un programma di alfabetizzazione e formazione professionale rivolto proprio alle rappresentanti del “gentil sesso†e ben quaranta donne hanno completato un corso di sartoria. Insegnando loro un mestiere si spera così di strapparle ad un’esistenza di stenti, o peggio ad un futuro da prostitute in qualche squallido marciapiede dell’opulenta Europa occidentale. Certo, stante la mancanza di energia elettrica, i mezzi usati dai missionari per aiutare la popolazione di Ungray sono giocoforza limitati, ma gli infaticabili parrocchiani di Zinola non disperano che in un futuro prossimo le cose possano cambiare. Non solo festa dunque domani, anche se per tre giorni fino a Domenica, ogni sera, sono in programma spettacoli accattivanti e giochi soprattutto per i più piccini, ma anche un’ occasione per riflettere seriamente sul grande sforzo missionario che i zinolesi stanno portando avanti. Certo se poi il Comune di Savona, importante e sviluppata città occidentale, volesse dare una mano, siamo sicuri che gli auspici della comunità di Don Frumento non tarderanno a concretizzarsi.