Savona. Con l’accusa di turbativa d’asta sono stati rinviati a giudizio sette esponenti del vecchio cda della Fondazione Carisa che tra il 1998 e il 1999 conclusero l’operazione di vendita della Carisa alla Carige. Secondo l’accusa formulata dal pm Alberto Landolfi, avrebbero fatto in modo in modo che la Cassa di Risparmio di Savona finisse nelle mani dei genovesi anziché della Banca Toscana, portatrice di un’offerta più vantaggiosa e di prospettive più solide in termini occupazionali. Un’operazione che aveva suscitato scalpore nel mondo finanziario locale e che a distanza di sette anni torna alla ribalta. Accantonata la questione civilistica, con la transazione a termine del contenzioso avviato da Banca Toscana, rimane la questione penale. Questi nomi colpiti dalla sentenza emessa ieri dal gup del Tribunale di Savona: Gianfranco Ricci, Franco Bartolini, Luciano Pasquale (attuale presidente della Fondazione Carisa e direttore dell’Unione industriali provinciale), Giancarlo Zunino (ex sindaco di Spotorno), Giovanni Veirana, Francesco Mario Careddu e Alessandro Garbarino. Ricci e Bartolini negli anni dell’acquisizione da parte della Carige si avvicendarono alla presidenza della Fondazione e in particolare su Bartolini grava anche un’accusa per abuso d’ufficio. Caduto in prescrizione per tutti, invece, il reato di falso in bilancio. In base alle indagini della Procura i componenti del consiglio d’amministrazione avrebbero agito con mezzi fraudolenti per alterare il confronto imparziale delle offerte e favorire la Cassa di Risparmio di Genova, a danno del reale miglior offerente. Le irregolarità contestate vanno dal rifiuto di firmare i verbali alle convocazioni ritardate, dalla mancata partecipazione alle sedute del consiglio all’organizzazione di incontri riservati. Gli imputati compariranno davanti al giudice il 22 gennaio del 2007.
