Borgio Verezzi. Nato nel 1967 il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, giunge quest’anno al quarantennale; un percorso lungo, costellato di difficoltà , almeno agli inizi, in una Regione, la Liguria, aspra in tutti i sensi e poco abituata, allora, alla presenza di attori e registi impegnati a recitare sulle pubbliche piazze. Un inizio che fece scalpore e pure che servì a gettare i semi per una passione, quella per il teatro, che tutt’ora perdura e che, se stiamo ai risultati di una recente ricerca, porta sempre più persone, in inverno al chiuso delle sale teatrali e in estate nei siti all’aperto deputati agli spettacoli. Nel corso dei suoi 40 anni il Festival di Borgio Verezzi oltre a riempire la storica e affascinante piazzetta Sant’Agostino a Verezzi, sede ufficiale del Festival (la parte alta del paese Borgio Verezzi, quella sulla collina), ha esplorato e utilizzato spazi non ortodossi: la cava sul fianco della montagna dove si sono rannicchiati tra le rocce bianche attori di nome e valore come Ugo Pagliai, Paola Gassman, Anna Bonaiuto, Toni Servillo, Renato De Carmine, Andrea Jonasson, Mariano Rigillo, Gianfranco Jannuzzo, Ugo Gregoretti e tanti altri, impegnati a dar vita all’Inferno e al Purgatorio dantesco, oppure le Grotte Valdemino, splendido luogo di concrezioni calcaree lunghe chilometri, al cui interno hanno trovato casa piccoli ma preziosi spettacoli i cui interpreti sono stati di volta in volta: Massimo Popolizio, Roberto Alinghieri, Eugenio Allegri, Laura Marinoni, Mara Baronti, Guja Ielo ; o ancora il Teatro Gassman, in cui sono andati in scena, sempre in prima nazionale, spettacoli di Jurij Ferrini, Gianfranco Jannuzzo, Ugo Gregoretti e Marcello Cotugno.
Quest’anno, per festeggiare il quarantennale, si è scelto di proporre unicamente spettacoli in Piazza Sant’Agostino, un modo per festeggiare le origini, alle origini tornando. I sette spettacoli, tutte prime nazionali, come d’abitudine da ormai qualche anno, seguono le piste ormai consolidate dei generi che caratterizzano il Festival di Borgio Verezzi: testi classici, uniti a novità contemporanee; ad aprire i festeggiamenti è la MEDEA di Seneca nell’interpretazione di Caterina Vertova (reduce da film e fiction tv di successo) e di Leonardo De Carmine e di Mico Magistro per la regia di Alberto Gagnarli: una rivisitazione della tragedia incentrata sulla vicenda di Medea, nata in esclusiva per il quarantennale del Festival e che sarà replicata l’estate prossima al Festival dei Due Mari di Tindari e Taormina. MEDEA avrà poi una replica il sabato 16 luglio a CASTELLARO DI VENDONE (SV) presso il Parco delle Sculture di Reiner Kriester dove, a pochi anni dalla morte dell’artista (le cui opere – grandi steli e sorta di menhir preferibilmente in “pietra di Finale†si trovano disseminate in tutt’Europa e in America) è nata una Fondazione dedicata a Kriester che si propone di ospitare e organizzare spettacoli teatrali, concerti, attività culturali in genere. In piazza Gramsci a Verezzi, per tutta la durata del Festival, una delle sue opere, una stele di bronzo alta 4 metri, “vigilerà †sulla cittadina (per maggiori informazioni sull’artista: www.rainerkriester.de).
Segue TENCO A TEMPO DI TANGO, regia di Gigi Dall’Aglio. Un testo scritto dal giornalista e giallista Carlo Lucarelli che si è occupato della vita oltre che della morte del grande cantante Luigi Tenco e che ricostruisce le indagini di un commissario di polizia, Adolfo Margiotta, impegnato a cercare nei dieci giorni che il cantante trascorse nel 1965 in Argentina qualche possibile legame con il “mal di vivere†che portò Tenco al –molto discusso e per alcuni ancora non chiaro- sucidio. Recandosi quindi in Argentina, il commissario scoprirà che in un locale le canzoni di Tenco vengono suonate a tempo di tango appunto e che la cantante Mascia Foschi conosce tanti, troppi particolari sull’artista….
Il terzo spettacolo è un omaggio a Pinter, nell’anno in cui l’autore ha ricevuto il Nobel; si tratta del celebre IL CUSTODE per la regia di Pierpaolo Sepe e l’interpretazione di Paolo Sassanelli, Maximilian Nisi e Giacomo Rizzo (curiosità : Rizzo è un caratterista napoletano, protagonista a Cannes 2006 del film di Paolo Sorrentino “L’amico di famigliaâ€, in un ruolo drammatico). La storia è nota: due fratelli che vivono nella stessa stanza; una notte uno dei due accoglie uno sconosciuto che si dichiara essere un barista appena licenziato e gli offre di rimanere con loro fin quando ne avrà bisogno. Lo sconosciuto cercherà lentamente di approfittare della situazione e di diventare il proprietario assoluto della stanza facendo il doppiogioco con i fratelli (che nel frattempo gli hanno proposto di diventare il custode del luogo) e cercando di metterli l’uno contro l’altro. Non riuscendo nel tentativo, sarà costretto ad andarsene.
VUOTI A RENDERE è il titolo dello spettacolo successivo. Su testo di Maurizio Costanzo vede in scena Valeria Valeri e Paolo Ferrari (già interprete l’anno passato a Verezzi di uno strepitoso “Sostiene Pereiraâ€) per la regia di Giancarlo Zanetti. Una coppia di mezza età si trova di colpo “sfrattata†di casa dal proprio figlio che li convince ad andare a stare in campagna, luogo più adatto –secondo il figlio- ai loro anni. Trattati come vuoti a rendere i coniugi si trasferiscono e il trasloco diventa l’occasione e lo spunto per fare il bilancio della loro vita tra equivoci, frustrazioni e ricordi, mantenendo comunque e portando con loro, insieme ai bauli, l’affettuoso legame che li ha visti percorrere insieme i difficili sentieri della vita di coppia.
LA SCUOLA DELLE MOGLI di Molière riprende il filone dei testi classici e vede in scena la coppia Micol e Giuseppe Pambieri che cura anche la regia della messa in scena.
Penultimo spettacolo è SUL LAGO DORATO che vede in scena, in omaggio ai suoi 90 anni Arnoldo Foà e Erica Blanc per la regia di Maurizio Panici. Vicini alle nozze d’oro, i due coniugi Thayer ospitano nel loro cottage estivo su un lago del New England la figlia col nuovo fidanzato che porta con sé il figlio, un tredicenne irrispettoso e ribelle.. Tra il vecchio e il bambino, dopo le schermaglie iniziali e l’immancabile conflitto generazionale, nasce un grande affetto che continuerà ben oltre quell’estate. Celebre la versione cinematografica del 1981 con Katharine Hepburn, Henry Fonda e Jane Fonda.
A chiudere il Festival, una commedia-musical LA RESISTIBILE ASCESA DI GIANLUCA G. di e con Gianluca Guidi che firma anche la regia. Gianluca Guidi ripercorre la sua vita e la sua carriera di attore e cantante attraverso l’inarrestabile racconto, in parole e musica, dei tanti momenti salienti che lo hanno portato ad essere colui che oggi conosciamo. Accompagnato da un’orchestra di 14 elementi diretta dal maestro Riccardo Biseo e da un quartetto attrici a loro volta performer in grado di ballare, cantare e recitare, Guidi, arrivato a 40 anni, cerca di tirare le somme di una vita spesa in palcoscenico sin da quando era bambino guardando i suoi genitori e dopo da protagonista che cerca di fare il proprio lavoro seriamente senza prendersi troppo sul serio.
Dichiara il direttore artistico del Festival, Stefano Delfino, “Sette spettacoli, tutti in prima nazionale e tutti in piazza Sant’Agostino, la culla del Festival, proprio in omaggio alle radici della manifestazione in occasione del quarantennale, e con il filo conduttore dei sentimenti. Nonostante i pesanti tagli al budget (una riduzione del 20%), l’organizzazione è riuscita a varare un cartellone interessante, grazie soprattutto alla comprensione e alla disponibilità delle compagnie coinvolte. Il programma, come sempre, alterna i grandi classici (Seneca, Moliere) agli autori contemporanei, con una doverosa presenza di Harold Pinter, il drammaturgo insignito lo scorso anno del Premio Nobel (“Il custodeâ€, fra l’altro, sarà Giacomo Rizzo, l’attore napoletano che proprio in questi giorni è protagonista de “L’amico di famiglia†di Paolo Sorrentino, uno dei film italiani in corsa per la Palma d’Oro a Cannes). Accanto al ritorno di personaggi che con le loro ripetute partecipazioni a Verezzi hanno contribuito a scrivere la storia del Festival c’è anche qualche new entry: un altro segnale di rinnovamento, sia pure nella continuità â€.
Un programma variegato, ricco di proposte, grandi nomi, per festeggiare i 40 anni di uno dei più importanti Festival di prosa italiani.