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Articolo n° 1929 del 12 Luglio 2006 delle ore 14:55

Al via il Festival teatrale di Borgio Verezzi

Borgio Verezzi. Nato nel 1967 il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, giunge quest’anno al quarantennale; un percorso lungo, costellato di difficoltà, almeno agli inizi, in una Regione, la Liguria, aspra in tutti i sensi e poco abituata, allora, alla presenza di attori e registi impegnati a recitare sulle pubbliche piazze. Un inizio che fece scalpore e pure che servì a gettare i semi per una passione, quella per il teatro, che tutt’ora perdura e che, se stiamo ai risultati di una recente ricerca, porta sempre più persone, in inverno al chiuso delle sale teatrali e in estate nei siti all’aperto deputati agli spettacoli. Nel corso dei suoi 40 anni il Festival di Borgio Verezzi oltre a riempire la storica e affascinante piazzetta Sant’Agostino a Verezzi, sede ufficiale del Festival (la parte alta del paese Borgio Verezzi, quella sulla collina), ha esplorato e utilizzato spazi non ortodossi: la cava sul fianco della montagna dove si sono rannicchiati tra le rocce bianche attori di nome e valore come Ugo Pagliai, Paola Gassman, Anna Bonaiuto, Toni Servillo, Renato De Carmine, Andrea Jonasson, Mariano Rigillo, Gianfranco Jannuzzo, Ugo Gregoretti e tanti altri, impegnati a dar vita all’Inferno e al Purgatorio dantesco, oppure le Grotte Valdemino, splendido luogo di concrezioni calcaree lunghe chilometri, al cui interno hanno trovato casa piccoli ma preziosi spettacoli i cui interpreti sono stati di volta in volta: Massimo Popolizio, Roberto Alinghieri, Eugenio Allegri, Laura Marinoni, Mara Baronti, Guja Ielo ; o ancora il Teatro Gassman, in cui sono andati in scena, sempre in prima nazionale, spettacoli di Jurij Ferrini, Gianfranco Jannuzzo, Ugo Gregoretti e Marcello Cotugno.
Quest’anno, per festeggiare il quarantennale, si è scelto di proporre unicamente spettacoli in Piazza Sant’Agostino, un modo per festeggiare le origini, alle origini tornando. I sette spettacoli, tutte prime nazionali, come d’abitudine da ormai qualche anno, seguono le piste ormai consolidate dei generi che caratterizzano il Festival di Borgio Verezzi: testi classici, uniti a novità contemporanee; ad aprire i festeggiamenti è la MEDEA di Seneca nell’interpretazione di Caterina Vertova (reduce da film e fiction tv di successo) e di Leonardo De Carmine e di Mico Magistro per la regia di Alberto Gagnarli: una rivisitazione della tragedia incentrata sulla vicenda di Medea, nata in esclusiva per il quarantennale del Festival e che sarà replicata l’estate prossima al Festival dei Due Mari di Tindari e Taormina. MEDEA avrà poi una replica il sabato 16 luglio a CASTELLARO DI VENDONE (SV) presso il Parco delle Sculture di Reiner Kriester dove, a pochi anni dalla morte dell’artista (le cui opere – grandi steli e sorta di menhir preferibilmente in “pietra di Finale” si trovano disseminate in tutt’Europa e in America) è nata una Fondazione dedicata a Kriester che si propone di ospitare e organizzare spettacoli teatrali, concerti, attività culturali in genere. In piazza Gramsci a Verezzi, per tutta la durata del Festival, una delle sue opere, una stele di bronzo alta 4 metri, “vigilerà” sulla cittadina (per maggiori informazioni sull’artista: www.rainerkriester.de).
Segue TENCO A TEMPO DI TANGO, regia di Gigi Dall’Aglio. Un testo scritto dal giornalista e giallista Carlo Lucarelli che si è occupato della vita oltre che della morte del grande cantante Luigi Tenco e che ricostruisce le indagini di un commissario di polizia, Adolfo Margiotta, impegnato a cercare nei dieci giorni che il cantante trascorse nel 1965 in Argentina qualche possibile legame con il “mal di vivere” che portò Tenco al –molto discusso e per alcuni ancora non chiaro- sucidio. Recandosi quindi in Argentina, il commissario scoprirà che in un locale le canzoni di Tenco vengono suonate a tempo di tango appunto e che la cantante Mascia Foschi conosce tanti, troppi particolari sull’artista….
Il terzo spettacolo è un omaggio a Pinter, nell’anno in cui l’autore ha ricevuto il Nobel; si tratta del celebre IL CUSTODE per la regia di Pierpaolo Sepe e l’interpretazione di Paolo Sassanelli, Maximilian Nisi e Giacomo Rizzo (curiosità: Rizzo è un caratterista napoletano, protagonista a Cannes 2006 del film di Paolo Sorrentino “L’amico di famiglia”, in un ruolo drammatico). La storia è nota: due fratelli che vivono nella stessa stanza; una notte uno dei due accoglie uno sconosciuto che si dichiara essere un barista appena licenziato e gli offre di rimanere con loro fin quando ne avrà bisogno. Lo sconosciuto cercherà lentamente di approfittare della situazione e di diventare il proprietario assoluto della stanza facendo il doppiogioco con i fratelli (che nel frattempo gli hanno proposto di diventare il custode del luogo) e cercando di metterli l’uno contro l’altro. Non riuscendo nel tentativo, sarà costretto ad andarsene.
VUOTI A RENDERE è il titolo dello spettacolo successivo. Su testo di Maurizio Costanzo vede in scena Valeria Valeri e Paolo Ferrari (già interprete l’anno passato a Verezzi di uno strepitoso “Sostiene Pereira”) per la regia di Giancarlo Zanetti. Una coppia di mezza età si trova di colpo “sfrattata” di casa dal proprio figlio che li convince ad andare a stare in campagna, luogo più adatto –secondo il figlio- ai loro anni. Trattati come vuoti a rendere i coniugi si trasferiscono e il trasloco diventa l’occasione e lo spunto per fare il bilancio della loro vita tra equivoci, frustrazioni e ricordi, mantenendo comunque e portando con loro, insieme ai bauli, l’affettuoso legame che li ha visti percorrere insieme i difficili sentieri della vita di coppia.
LA SCUOLA DELLE MOGLI di Molière riprende il filone dei testi classici e vede in scena la coppia Micol e Giuseppe Pambieri che cura anche la regia della messa in scena.
Penultimo spettacolo è SUL LAGO DORATO che vede in scena, in omaggio ai suoi 90 anni Arnoldo Foà e Erica Blanc per la regia di Maurizio Panici. Vicini alle nozze d’oro, i due coniugi Thayer ospitano nel loro cottage estivo su un lago del New England la figlia col nuovo fidanzato che porta con sé il figlio, un tredicenne irrispettoso e ribelle.. Tra il vecchio e il bambino, dopo le schermaglie iniziali e l’immancabile conflitto generazionale, nasce un grande affetto che continuerà ben oltre quell’estate. Celebre la versione cinematografica del 1981 con Katharine Hepburn, Henry Fonda e Jane Fonda.
A chiudere il Festival, una commedia-musical LA RESISTIBILE ASCESA DI GIANLUCA G. di e con Gianluca Guidi che firma anche la regia. Gianluca Guidi ripercorre la sua vita e la sua carriera di attore e cantante attraverso l’inarrestabile racconto, in parole e musica, dei tanti momenti salienti che lo hanno portato ad essere colui che oggi conosciamo. Accompagnato da un’orchestra di 14 elementi diretta dal maestro Riccardo Biseo e da un quartetto attrici a loro volta performer in grado di ballare, cantare e recitare, Guidi, arrivato a 40 anni, cerca di tirare le somme di una vita spesa in palcoscenico sin da quando era bambino guardando i suoi genitori e dopo da protagonista che cerca di fare il proprio lavoro seriamente senza prendersi troppo sul serio.
Dichiara il direttore artistico del Festival, Stefano Delfino, “Sette spettacoli, tutti in prima nazionale e tutti in piazza Sant’Agostino, la culla del Festival, proprio in omaggio alle radici della manifestazione in occasione del quarantennale, e con il filo conduttore dei sentimenti. Nonostante i pesanti tagli al budget (una riduzione del 20%), l’organizzazione è riuscita a varare un cartellone interessante, grazie soprattutto alla comprensione e alla disponibilità delle compagnie coinvolte. Il programma, come sempre, alterna i grandi classici (Seneca, Moliere) agli autori contemporanei, con una doverosa presenza di Harold Pinter, il drammaturgo insignito lo scorso anno del Premio Nobel (“Il custode”, fra l’altro, sarà Giacomo Rizzo, l’attore napoletano che proprio in questi giorni è protagonista de “L’amico di famiglia” di Paolo Sorrentino, uno dei film italiani in corsa per la Palma d’Oro a Cannes). Accanto al ritorno di personaggi che con le loro ripetute partecipazioni a Verezzi hanno contribuito a scrivere la storia del Festival c’è anche qualche new entry: un altro segnale di rinnovamento, sia pure nella continuità”.
Un programma variegato, ricco di proposte, grandi nomi, per festeggiare i 40 anni di uno dei più importanti Festival di prosa italiani.


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