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Articolo n° 2082 del 19 Luglio 2006 delle ore 09:35

Vado Ligure: da Maersk a Maersk

Vado Ligure. Avrebbe dovuto richiamare i big del terminalismo marittimo, i colossi dello shipping la gara per la realizzazione e la gestione della piattaforma portuale vadese.
Anzi, a marzo u.s. il termine per la presentazione delle offerte era stato prorogato proprio perché “l’interesse non accenna a diminuire”, secondo le parole del rappresentante dell’Autorità Portuale,che adesso esprime soddisfazione perché “la gara non è andata deserta” e perché la mancanza di concorrenti “semplifica questa fase”. L’affermazione si commenta da sé. Come la notizia che l’unica proposta pervenuta, guarda caso è firmata Maersk, a testimonianza che i tanti vadesi che avevano pensato male avevano colto nel segno. Noi di Vivere Vado questa volta non abbiamo voluto essere i primi a reagire, abbiamo aspettato che qualcun altro denunciasse che il re è nudo, ammettesse che qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando, se siamo tornati al punto di partenza di cinque anni fa. Invece, l’unica sommessa voce di preoccupazione è stata quella (confermata oggi in Consiglio Comunale) del Sindaco Giacobbe che ha dichiarato alla stampa che “sarebbe stato meglio poter scegliere tra più offerte” senza per questo recedere dalle sue note posizioni: che la città deve crescere, che bisogna governare lo sviluppo, che non esistono alternative credibili, che “siamo in grado di prevenire i problemi e di indirizzare le soluzioni”. Non importa se, finora, il programma delle opere previste per l’attuazione del P.R.P. non é stato rispettato, se la viabilità dedicata è di là da venire: fermi i lavori del nuovo raccordo ferroviario, fermi quelli della galleria S. Niccolò, neppure sulla carta il progetto per il casello autostradale. Non importa se il carbone di Barone è ancora a Vado e non agli Alti Fondali di Savona, se è fallito il progetto dell’autostrada del mare Vado – Tarragona, se i problemi del Gheia sono ancora lì. Tutte prove di inaffidabilità di chi difende e difenderà comunque il progetto anche dopo il Comitato Portuale del 31 luglio prossimo sostenendo, prevedibilmente, che Maersk è quanto di meglio offre il mercato, che nel 2001 si era presentata senza invito ed oggi invece sottostà a un P.R.P. che impone precisi vincoli, che rispetto alla proposta presentata le saranno imposti oneri aggiuntivi. Tutto questo per tranquillizzare chi a Vado continuerà a vivere: e non a Varazze, a Bergeggi, ad Albissola. Ma chi, come noi, tranquillo non è affatto e vuole continuare ad esercitare il diritto di pensare, deve porsi una domanda doverosa: perché la presenza di un solo operatore? Forse perché le grandi scelte sono già state fatte e Vado, con la piattaforma ancora da iniziare e la previsione di 600.000 teus all’anno, ancor prima di cominciare a giocare ha perso la partita con i grandi porti del nord Mediterraneo, con Genova, con Livorno, con Marsiglia ad esempio, dove a fine 2008 sarà operativo il raddoppio del grande terminal container che passerà da 700.000 a 2.000.000 di teus all’anno. Altro che Vado piattaforma strategica per i traffici diretti verso il nord Europa! La nostra piattaforma rischia di ridursi a supporto logistico di altri scali container. E allora addio allo sviluppo della Valle Bormida come area di retroporto e addio ai promessi 2000 posti di lavoro. Resteranno soltanto (si fa per dire) la cementificazione della rada e le opere del master plan della fascia costiera per tentare di nasconderla. Quello che sarà impossibile nascondere saranno i nomi e i cognomi di coloro che si sono assunti la responsabilità di aver proclamato Vado ombelico del mondo e averla in realtà trasformata in un cul de sac.


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