Savona. Ne avevamo parlato su IVG più di un mese fa (leggi). Ora qualcosa si muove: la ricostruzione della verità sulle bombe che sconvolsero la città di Savona dall’aprile del ’74 al maggio del ’75 sta procedendo ed i parenti delle vittime degli attentati chiedono formalmente un riconoscimento ufficiale. In Prefettura, infatti, sono arrivate sei istanze per ottenere il risarcimento che la legge prevede per i parenti delle vittime degli attentati terroristici. Gli eredi dei danneggiati della stagione di terrore ancora viva nella memoria dei savonesi vogliono che sia finalmente riconosciuto loro il diritto ad un equo indennizzo in base alla legge 206 del 2004. Sono stati chiesti 200 mila euro per la morte di Fanny Dallari, rimasta uccisa dall’ordigno esploso in via Giacchero, ma c’è anche un’analoga istanza per il decesso di un’altra persona, morta dopo l’esplosione ma per ferite riconducibili ad un attentato al palazzo della Provincia in via IV Novembre. Le restanti richieste sono di minore entità : 30 mila euro per quattro persone che riportarono ferite nelle esplosioni. I parenti delle vittime sono fiduciosi che possa arrivare una risposta a trent’anni di oblio, sebbene l’iter burocratico non abbia tempi brevi. La stessa fiducia è accordata al lavoro degli investigatori che cercano di far luce su vicende ormai archiviate nei faldoni: tra i documenti sul tavolo del procuratore capo Vincenzo Scolastico, che ha riaperto l’inchiesta sugli attentati savonesi, anche le rivelazioni di pentiti di Ordine Nuovo in base a cui i boschi di Stella sarebbero stati utilizzati come deposito di esplosivi poi impiegati in attentati degli anni Settanta. Le sei istanze di risarcimento, depositate a cura del “Comitato per la verità sulle stragi e tentate stragi nel Savonese”, verranno inoltrate al Ministero degli Interni, che valuterà se sia praticabile o meno la via dell’indennizzo. Lo stesso Comitato savonese sarà a Bologna il 2 agosto, su invito del sindaco Sergio Cofferati, per l’anniversario della strage della stazione.