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Articolo n° 3865 del 05 Ottobre 2006 delle ore 12:02

Albenga ha bisogno del nuovo polo scolastico

Vi invio questa lettera così come la invierò ad altri giornali nella speranza che la nostra voce possa essere ascoltata. Già una volta in qualità di rappresentante degli studenti del Liceo Scientifico G.Bruno scrissi una lettera in cui segnalavo alla giunta l’urgenza di un Polo Scolastico che possa fungere da bacino per l’intera popolazione della piana di Albenga e non solo. Oggi,dopo quasi un anno da quella mia lettera, e dopo tutte le pressioni fatte dalla dirigenza del nostro istituto ben poco si è riusciti a raggiungere se non vaghe promesse e possibili alternative e proposte. Ma il tempo stringe e non lascia scampo alla continua crescita del nostro Liceo e al continuo e crescente bisogno di spazio dove accogliere tutti i nostri studenti. Quest’anno abbiamo raggiunto oramai la quota di 890 alunni e, nel prossimo anno, potrebbe non essere difficile raggiungere la quota 1000, ma la nostra situazione logistica non permette lo sviluppo armonico del nostro istituto. Oggi siamo divisi in 3 plessi ormai completamente saturi, in condizioni di sovraffollamento e con un spreco di risorse umane,organizzative e di denaro immense. E’ inutile dire quanto sia assurda la nostra situazione e quanto sia urgente una sistemazione adeguata che possa rendere la scuola un luogo accogliente in modo da favorire lo studio e la formazione degli studenti in futuri cittadini.
Ciò che si sta vivendo in questo momento nella nostra scuola trasmette un messaggio negativo ai giovani che vedono nella precarietà della nostra situazione un emblema della condizione della nostra società. Il disagio prodotto da una tale dispersione mostra come l’Istruzione, fondamentale per la formazione di una società sana, in quanto pone le basi per il proprio futuro e che per questo dovrebbe essere al centro delle attenzioni di qualsiasi amministrazione di qualsiasi tendenza politica, sia in realtà considerata un fanalino di coda, un problema da rimandare a un futuro incerto, un ostacolo da deviare e da eludere.
Noi non possiamo accettare che questa idea continui a svilupparsi, abbiamo bisogno di certezze per ridare fiducia nelle nostre istituzioni, fiducia che, almeno tra noi studenti, sta venendo meno.
Quale futuro può attenderci se già alla nostra età, noi studenti, troviamo a doverci rassegnare a considerare un diritto fondamentale, peraltro sancito dallo Statuto degli studenti e delle studentesse , come quello “ad un formazione culturale e professionale qualificata” all’interno di “un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità” , come difficile da raggiungere o ,appunto, come un problema da evitare?
Ma al di fuori di norme e leggi, quale immagine può dare di sé una società che si trova in difficoltà a garantire ai suoi cittadini un ambiente idoneo alla loro formazione e istruzione ?
Non si possono chiudere gli occhi di fronte a urgenze del genere; non si possono rimandare continuamente le decisioni e allungare ancora i tempi che sembrano già infiniti; non si può continuare a trasmettere agli studenti, e quindi al nostro futuro, quella sensazione di accettazione delle situazioni di precarietà.
E’ ora di dare un segnale forte a noi studenti e alla comunità intera, è ora di dare uno spiraglio di sicurezza e decisione in un mondo che già si prospetta abbastanza precario e insicuro.
E’ ora di ridare priorità a quelle che sono le basi e le fondamenta della nostra società: Istruzione, Sanità, Lavoro, Ricerca, Sicurezza. E’ ora di ridare un futuro ai giovani, di cui io faccio parte.
Spero che questo grido di noi studenti liceali possa essere ascoltato, anche da coloro che magari non sono direttamente collegati alla nostra situazione, considerando che tutti,almeno indirettamente, siamo legati al futuro delle nuove generazioni e, quindi, alla condizione dell’Istruzione Pubblica.

Cristian Briozzo


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