Tutte le notizie di: | archivio
Articolo n° 4262 del 21 Ottobre 2006 delle ore 09:01

Giù le mani dal Santa Corona: no al declassamento

Pietra Ligure. La fine dell’azienda ospedaliera Santa Corona: pare che in Regione siano proprio intenzionati a celebrarla. Lo status d’azienda per il nosocomio pietrese va superato, questa l’opinione dell’assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo. Ma le resistenze del ponente savonese a questo processo di declassamento sono numerose e trasversali e in prima linea ci sono politici e sindaci della Riviera pronti a insorgere per difendere l’autonomia di una struttura d’eccellenza che è anche una tradizione del territorio. “La Regione vuole schiacchiare il Santa Corona tra il San Paolo di Savona e il nuovo ospedale di Albenga. E’ un errore tecnico e politico del centrosinistra. Difenderemo in ogni modo il nosocomio pietrese, perché il territorio non può reggere quattro ospedali se almeno uno, il Santa Corona appunto, non è di alta specializzazione”. Così l’onorevole Enrico Nan, da poco nominato vice coordinatore nazionale del settore enti locali di Forza Italia. Il consigliere regionale di minoranza Franco Orsi aggiunge: “Qui succede come all’epoca della giunta Mori: si vuole deprezzare la sanità del ponente ligure tutelando solo gli interessi di Genova. Il Santa Corona ha un numero di posti letto di valenza regionale ed è un grave errore se non si tiene conto dell’importanza del decentramento sul territorio. A settanta chilometri da Genova e a metà strada con il confine francese è giusto che rimanga un presidio con il Dipartimento d’emergenza di secondo livello”. I segnali che arrivano dalla squadra di Burlando fanno ormai temere per la deaziendalizzazione della struttura pietrese, con la costituzione di un’unica Asl in provincia di Savona. Aleggia però anche l’ipotesi della creazione di una seconda Asl, in base a cui Santa Corona e il nuovo ospedale di Albenga verrebbero costretti all’apparentamento sotto un’unica direzione. Ne è fautore Nino Miceli, presidente della commissione sanità della Regione. “Uno dei presupposti di riordino del sistema – spiega Miceli – è la maggior integrazione possibile tra ospedale e territorio; l’attuale configurazione non regge e rischia di scontentare tutti, sia chi vorrebbe per il Santa Corona una missione fortemente specialistica del tutto slegata dal territorio, sia chi al contrario vorrebbe aumentare la capacità di relazione tra il territorio del ponente savonese e quell’ospedale”. “Così avremmo le due Asl più piccole della Regione – controbatte Orsi – con conseguente smagrimento degli ospedali e duplicazione dei costi fino a portare i bilanci in tribunale. Non facciamoci fregare con l’idea della doppia Asl. Il ruolo di Santa Corona è quello di azienda, pienamente autonoma, affrancata dalla pianificazione esterna. Anzi, bisognerebbe guardare oltre e tornare a parlare di cardiochirurgia”. “La giunta regionale ha come obiettivo quello di sopprimere due aziende ospedaliere che funzionano bene come villa Scassi ed il Santa Corona. La legge di riordino del piano sanitario è ferma ma la data ultima di approvazione è entro l’ultima settimana di novembre. Forza Italia vuole che si metta mano all’articolo 25” dice Matteo Rosso, vice presidente della commissione regionale alla sanità. L’emendamento a cui si riferisce è quello al terzo comma dell’articolo 25, che vorrebbe dare al consiglio regionale la facoltà di costituire nuove aziende ospedaliere “ovvero sopprimere o modificare, a seguito di accorpamenti con altre strutture, le aziende”. In pratica l’eventualità di un ridimensionamento drastico che colpirebbe una struttura con 500 posti letto e 1500 dipendenti, con il Dipartimento d’emergenza di secondo livello, con un ruolo di eccellenza e di alta specialità che affondano le radici in una lunga tradizione. I nuovi, temuti assetti fanno storcere il naso ad Angelo Vaccarezza, primo cittadino di Loano, da sempre contrario alla abolizione del Santa Corona come azienda ospedaliera: “Il mio Comune e quello di Finale siamo stati capofila della battaglia in difesa del Santa Corona, punto di riferimento di tutto il ponente savonese. Siamo molto preoccupati per la sua possibile deaziendalizzazione. Bisogna andare oltre le logiche di parte, tipiche del centrosinistra, e riconoscere all’ospedale di Pietra Ligure la sua funzione d’eccellenza”. Sulle stesse posizioni il primo cittadino di Pietra Luigi De Vincenzi, che definisce il nosocomio “un patrimonio da salvaguardare” al di là delle logiche di partito, convinto che esso debba “continuare a svolgere un ruolo centrale sul territorio”. “La volontà del centrosinistra di cancellare il Santa Corona ha un fondamento politico: penalizzare la zona del ponente che presenta una parte importante di elettorato liberale. Non è solo un errore di impostazione tecnica, dietro a questo c’è della malizia politica che rifiuta di capire le esigenze della salute pubblica” sottolinea l’onorevole Nan. E Orsi aggiunge: “Il deficit della sanità non è correttamente ripartito. La cura per far quadrare i parametri non va fatta là dove i conti tornano. Non si possono usare i beni e le risorse della sanità savonese per fare pagare il dissesto dell’intero settore regionale”.
Forza Italia ha organizzato un convegno che si terrà lunedì alle 20,45 presso il nuovo cinema teatro di Pietra Ligure dal titolo: “Contro il piano regionale, difendiamo il Santa Corona e la sanità nel ponente”. Numerosi i sindaci del comprensorio chiamati a partecipare all’incontro.


» F. Lammardo

I commenti sono disabilitati.

CERCAarticoli