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Articolo n° 4295 del 23 Ottobre 2006 delle ore 09:30

Bilancia a “Il mattino di Padova”: non fui solo nell’omicidio Parenti Scotto

“Io mi sono sempre trovato concorde con il pensiero collettivo che, in qualsiasi condizione d’avversità fossi costretto a vivere, non soffrirei mai abbastanza per ciò di cui mi sono reso responsabile. Però non sono l’unico responsabile di ciò che è successo”. E’ lo stralcio di una lettera, datata 4 settembre, che il serial killer ligure Donato Bilancia ha inviato al direttore de “Il Mattino di Padova”. Oggi il quotidiano veneto ha deciso di pubblicare parte di questa missiva e di alcune altre che Bilancia ha inviato al giornale per sostenere che, pur essendo presente all’omicidio dei coniugi Parenti-Scotto, non fu lui a premere il grilletto e che quindi un omicida è in libertà. Bilancia è stato condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi avvenuti tra l’ottobre 1997 e il maggio dell’anno seguente. Bilancia riprende quindi a scrivere e a sostenere la presenza di complici, ma non solo: il serial killer parla anche dell’indulto. “Non ho mai neanche pensato di chiedere un permesso premio – scrive Bilancia – dal momento che la mia vicenda giudiziaria non è affatto conclusa” alludendo alla ricerca del o dei complici, questo perché Bilancia avrebbe consegnato alla magistratura una memoria. Un “voluminoso dossier – scrive Bilancia – con il quale rivendico la presenza di un complice nel corso del duplice omicidio Parenti-Scotto”. “Inutile dire – prosegue Bilancia – che il tutto è suffragato da prove inconfutabili”. Tra le missive, l’ultima datata 8 ottobre, Bilancia chiede al direttore de “Il Mattino di Padova” di fare qualcosa perché “in mezzo a voi continua a rimanere un pericoloso assassino”.

Donato Bilancia deve comunque scontare la pena dell’ergastolo come concorrente del reato, anche nell’ ipotesi che esista un complice, per l’ omicidio degli sposi Scotti-Parenti” – è il commento oggi in Procura a Genova per la nuova esternazione del serial-killer. Il
pm Enrico Zucca, depositario della lunga confessione del killer dopo l’arresto e rappresentante dell’accusa nel processo, in merito al presunto complice ha da tempo aperto un fascicolo contro ignoti che contiene le lettere inviate a suo tempo da Bilancia ai legali e tre nastri del colloquio avuto in carcere con il serial killer, durato cinque ore. “Il fascicolo aperto contro ignoti rimane comunque aperto – spiegano in procura – in quanto mancano le dichiarazioni di Bilancia sul presunto complice, di cui non ha mai fatto il nome”. L’ avv. Alessandro Vaccaro, nel processo parte civile con l’avv. Pietro Bogliolo per le famiglie Scotto-Parenti, aveva commentato dopo il flop delle dichiarazioni di Bilancia al processo di Chiavari: “Se mai avessimo avuto bisogno di una conferma che Bilancia non vuole dire niente perché non ha nulla da dire l’ abbiamo avuta. Si trovava infatti in un’ aula di giustizia dove gli è stato concesso di fare nome e cognome del presunto complice”. “Certamente Bilancia – aveva concluso – con questo atteggiamento non sta
facendo gli interessi della giustizia, ma solo i propri”. Il serial killer aveva parlato di sei
prove che avrebbe dato al pubblico ministero. Di queste si sa solo che due sarebbero le manette con cui aveva legato Maurizio Parenti, e la pistola usata negli omicidi. “Bilancia sa
benissimo, perché ha seguito in tv tutto il processo – aveva aggiunto l’ avv. Bogliolo – che sia sulle manette che sulla pistola non era stato possibile trovare impronte nitide perché maneggiate da troppe persone, tra cui, per quanto riguarda la pistola, dallo stesso killer in tutti gli omicidi”.


» Federico De Rossi

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