Regione. Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri il presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi che lo ha informato su una proposta allo studio che, attraverso il sistema bancario, punta alla realizzazione del terzo valico ferroviario Genova-Milano. Lo ha reso noto un comunicato dell’ufficio stampa della giunta regionale. Burlando – conclude la nota – si è dichiarato disponibile ad esaminare il piano una volta formalizzato. E del Terzo Valico si è parlato anche nel convegno di Forza Italia a Genova, e subito è arrivata la presa di posizione della Rete genovese che si oppone alla realizzazione dell’opera – Italia Nostra, Legambiente, WWF, Amici del Chiaravagna, Rete No Tav della Valpolcevera, Forum Sociale del Ponente, Forum Ambientalista, Centro ligure di documentazione per la pace, Cobas e Fltu-Cub – che ha ribadito l’inutilità del Terzo Valico e la sua pericolosità per l’impatto ambientale. La rete fa proprie le valutazioni espresse lo scorso 31 luglio a Torino dall’allora amministratore delegato di RFI e oggi amministratore delegato delle FS, Mauro Moretti. La rete ribadisce che le linee per le merci non
sono affatto sature; possono reggere lo sviluppo ipotizzato del porto di Genova; sono disponibili in abbondanza tracce-treno; la Voltri-Ovada è sottoutilizzata e sono da potenziare i cinque valichi già esistenti su tutto l’arco ligure. “Se davvero vogliamo migliorare i collegamenti con l’Europa – si legge in una nota della Rete – si completino il raddoppio della Voltri-Ovada (individuata da anni dalla Commissione Europea
come free way prioritaria per le merci) e il potenziamento delle linee storiche dei Giovi.
Invece, da quando questa estate il ministro delle infrastrutture Di Pietro aveva detto chiaramente che il Governo non riteneva il Terzo Valico dei Giovi necessario, assistiamo al riemergere di un fronte bipartisan che vuole rilanciare un’opera inutile dal costo astronomico di 5 miliardi e 186 milioni di euro (i 4.867 milioni di euro frutto degli adeguamenti monetari, più i 319 milioni di euro per le opere connesse: pari a 96 milioni di euro a km!), di cui è stata dimostrata la non redditività (i costi di gestione, secondo studi di RFI SpA e Infrastrutture SpA dovranno essere coperti per l’85% dallo Stato). Questo fronte è condizionato dalle rendite di posizione, create con soldi pubblici, acquisite dal Consorzio Co.Civ. (di cui Impregilo detiene la quota di maggioranza) e usa strumentalmente argomenti che non hanno alcuna consistenza”.