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Articolo n° 4343 del 25 Ottobre 2006 delle ore 08:42

Il Ponente in difesa del Santa Corona

Pietra Ligure. Incontro pubblico organizzato da Forza Italia l’altra sera al nuovo cinema teatro di Pietra Ligure per dire no alla deaziendalizzazione dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. “Santa Corona deve mantenere caratteristiche di polo di eccellenza; cadere nella logica dell’unica Asl o della doppia Asl sarebbe un danno per tutta la provincia” ha detto l’onorevole Enrico Nan, promotore del dibattito. “C’è una precisa volontà della Regione di penalizzare il ponente ligure – ha proseguito – e noi siamo qui per mostrare una posizione pubblica ferma e decisa. Il presupposto del nosocomio pietrese è quello di essere azienda. L’assessore regionale Montaldo, che aveva già bloccato la cardiochirurgia, ora esca allo scoperto e dica chiaramente cosa vuole fare. E’ inutile questo orientamento altalenante tra le ipotesi delle due Asl o dell’unica Asl. Santa Corona non può legarsi ad Albenga né essere schiacciata come un panino. L’ospedale di Pietra in passato ha già dato e ora non si deve toccare”. Lungo e approfondito l’intervento di Franco Orsi, consigliere regionale di Forza Italia, che ha detto: “Il deficit sanitario della nostra Regione è generato principalmente da Genova e La Spezia: Genova rappresenta più del 75% del passivo, mentre La Spezia perde sei volte in più di Savona pur avendo 80 mila abitanti in meno rispetto a noi. Come se non bastasse la legge regionale ha accentrato i beni delle Asl per svenderli e ora vuole utilizzare il Santa Corona per ripianare i debiti. La cura di cavallo per la sanità deve essere correttamente ripartita. I sindaci del ponente devono prendere coscienza del disinteresse della giunta Burlando verso le aree periferiche e farsi sentire”. Orsi ha anche definito “grave” la scelta di non decentrare una delle tre cardiochirurgie attive a Genova e ha affermato in definitiva che “da Genova a Ventimiglia non può non rimanere un plesso ospedaliero sovraterritoriale”. Molto determinato Angelo Vaccarezza, sindaco di Loano: “Abbiamo chiesto più volte un incontro con l’assessore regionale alla salute, che però fino ad oggi non si è mai fatto vivo. E intanto la legge contro l’ospedale di Pietra fa il suo iter. Anzi, hanno già tentato di fare passare il famigerato articolo 25 e oggi abbiamo rischiato di venire non ad un convegno, ma al rosario del Santa Corona. Bisogna dare battaglia, ovunque”. Matteo Rosso, vicepresidente della commissione salute in Regione, ha illustrato l’articolo 25 della legge regionale che sarà discusso lunedì, un articolo che al comma 3 prevede la modifica o la soppressione delle aziende “di cui al comma 2”, e il comma 2 recita: “Sono costituite in Azienda Ospedaliera: Villa Scassi Ospedale Civile di Genova Sampierdarena e l’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure”. Entro l’ultima settimana di novembre il disegno di legge verrà votato dal consiglio regionale. Il sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri, ha parlato nella duplice veste di amministratore e di medico: “Occorre difendere la mission d’eccellenza del nostro ospedale. Qualcuno mi spieghi come si fa a risparmiare sdoppiando le strutture. La caramellina che stanno cercando di somministrarci è semplicemente la deaziendalizzazione, propedeutica alla creazione di un’unica grande Asl savonese. Il merito di questa serata è quello di parlare con la gente e con gli operatori affinché chi vuole male al Santa Corona possa uscire allo scoperto”. Il primo cittadino di casa, Luigi De Vincenzi, un po’ a disagio tra rappresentanti del centrodestra, ha sottolineato: “La mia posizione parte da presupposti diversi ma ha lo stesso obiettivo. Io ho sempre visto nel Santa Corona prima di tutto un patrimonio del territorio e mi fa paura l’atteggiamento di partito. L’ospedale di Pietra è stato tutelato solo ai tempi in cui gli assessori regionali alla sanità erano i pietresi Josi e Bellasio, per il resto è sempre stato trattato come merce di scambio tra Savona e Albenga. Mi domando: perché è stato fatto l’ospedale di Albenga? L’hanno voluto a destra e a sinistra ma il dazio l’ha pagato il Santa Corona. La lotta per la difesa della sanità locale deve essere trasversale e auspico un maggior coinvolgimento del territorio”. Spazio anche per l’intervento di Silvio Valdisserra (Fials): “E’ sei mesi che chiediamo un incontro con l’assessore regionale, ma lui si nasconde. Questa non è una battaglia di schieramento: ci riguarda tutti. Invito anche ad andare avanti sulla cardiochirurgia perché non si capisce come mai delle tre unità operative, tutte e tre nell’area genovese, non se ne trasferisca una in provincia di Savona”. Un no significativo all’ipotesi delle due Asl arriva anche dal consiglio comunale di Savona. Un segnale di unità è stato espresso infatti da Palazzo Sisto, dove maggioranza e opposizione hanno manifestato chiaramente di essere d’accordo nel non subire passivamente le decisioni della Regione per ripianare il deficit della sanità. I consiglieri hanno sottolineato soprattutto il raddoppio dei costi amministrativi nel caso di due Asl, ritenendo necessaria una strategia unitaria e mobilitando la Conferenza dei sindaci.


» F. Lammardo

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