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Articolo n° 4382 del 26 Ottobre 2006 delle ore 14:20

Buon riposo a Bruno, che tanto se lo merita

Bruno LauziLa notizia della morte di Bruno Lauzi ha suscitato profonda commozione nel mondo dello spettacolo ed in Liguria in modo particolare, la regione nella quale il poeta cantautore aveva vissuto a lungo stringendo un sodalizio con artisti come Luigi Tenco, Umberto Bindi, Gino Paoli, Fabrizio De André, Gianfranco e Giampiero Reverberi, sodalizio ribattezzato dai critici come la “scuola genovese”. Lauzi è uno dei personaggi che all’inizio degli anni Sessanta hanno mutato radicalmente la scrittura e l’interpretazione della canzone in Italia. Con Tenco, suo compagno di banco a scuola, si appassiona della nuova musica americana che negli anni Cinquanta arriva in Italia ed in particolare nella sua Genova. E’ soprattutto attratto dai songwriter statunitensi e dal jazz, ma ben presto è colpito anche dagli chansonnier francesi e dalla musica del Brasile. La “scuola genovese” raccolse un gruppo di artisti abituati a tirar mattina tra Pegli, la Foce e Boccadasse che cambiò le regole del gioco della canzone, dando alle parole, ai testi, la stessa dignità della musica. Argomento caro a Lauzi, affrontato anche in un recente incontro in Regione Liguria. “La canzone d’autore? – aveva detto – Ha un senso se è bella di per sé. Il dramma del cantautorato, passatemi la parolaccia, è che quella che fu una sorta di rivoluzione musicale, oggi si è trasformata in una nomenklatura. Prima fare il cantautore era una scelta, oggi è una strada obbligata per molti. Allora, in quegli anni là, ognuno di noi navigava tra lo scriversi addosso o cantare cose scritte da altri, oggi pare che tutti, compresi i meno bravi, debbano per forza di cose e perché circolano pochi quattrini, diventare editori, autori, produttori, cantautori. Mettere il cappello ovunque, avendo ben poco da dire, purtroppo”. Quando nel luglio scorso, in veste di direttore artistico, accolse sotto i riflettori del Premio Bindi, a Santa Margherita Ligure tanti giovani musicisti, Bruno Lauzi era già provato dal male che lo aveva colpito ma che non gli aveva di certo tolto verve, autoironia e lucidità. Del resto, anche lui ammetteva di aver cambiato mestiere. Di essere diventato una sorta di operatore culturale, alternando la sua attività di interprete a quella di autore di poesie e persino di pezzi di puro cabaret. “Anche se, dopo tanti anni – aveva sottolineato – la gente ama riconoscere e non riconoscersi. E non vuole conoscere. Sei obbligato per legge, e per sopravvivenza, a non rinunciare a certi canoni e soprattutto a certe canzoni, guai a te se non le fai”.
“Ci siamo visti un anno fa in Liguria e malgrado fosse sofferente non aveva perso la sua ironia. Era riuscito a divertirmi con aneddoti e barzellette. Era sorprendente perché si vedeva che stava male. Aveva la voglia di ridere e far divertire, di non piangersi addosso”. Così Dori Ghezzi ricorda l’amico Bruno che insieme a Fabrizio De André incontrò tanti anni fa in uno studio televisivo. “Mi dispiace tantissimo. Bisogna prepararsi a queste cose. Stiamo invecchiando e se ne vanno le persone belle che abbiamo incontrato. Con Lauzi – dice Dori Ghezzi – ci si rincontrava sempre con grande piacere e voglia di raccontarsi. Aveva una grande sensibilità. E’ sempre stato molto generoso, a volte si è privato dei brani belli per farli cantare ad altri”.
Questo invece il messaggio di cordoglio di Massimo Morini dei Buio Pesto:

Io e lui eravamo buoni amici, si è sempre comportato da signore con me e con i Buio Pesto. Signore quale era. Superfluo elencare le canzoni che resteranno con noi per sempre, impossibile elencare le persone che ha reso felici, incredibile l’apporto che ha dato alla musica italiana e genovese. Ha cantato una sua canzone, “O Frigideiro”, nel nostro primo album e ha scritto e regalato una canzone solo per noi: “Meno ma”. Abbiamo duettato una volta sola insieme dal vivo: a Lavagna, il 29 luglio 2005, ed è stato un grande successo. Ci siamo incontrati mille volte come ospiti di varie manifestazioni in Liguria e fuori (anche a Sanremo) ed ogni volta Bruno ci ha regalato barzellette meravigliose, che solo lui conosceva, e che forse si scriveva da solo, perchè è sempre stato un uomo di grande ironia e con un senso goliardico della vita come pochi altri. Infine ci ha regalato la sua performance in “Invaxön”. A detta di tutti il punto più divertente del film, quello in cui congeda Andrea Possa (dei Soggetti Smarriti) dal suo negozio di pentole con una battuta rimasta nella storia del cinema ligure. E prendendo in giro anche la grande astronave degli alieni, planata proprio sopra il nostro paese. Tutto il copione lo scrisse lui di suo pugno, disponibile come sempre e già gravemente malato, e poi venne a farsi intervistare e a doppiare il film, superando gravissime difficoltà motorie. Lo saluto, anche a nome dei Buio Pesto, con grande affetto, perchè personalmente mi ha insegnato a prendere un po meno sul serio il nostro lavoro e a combattere con ironia le difficoltà che la vita ci riserva. Quando mi incontrerete, ricordate di chiedermi cosa mi disse l’ultima volta che l’ho visto, fuori dall’Ariston, all’indomani della finale del Festival di Sanremo di tre anni fa. Ne resterete stupiti.
Con immenso affetto saluto l’amico.
Con immensa stima saluto il grande cantautore.
Buon riposo, Bruno.
Massimo Morini

“Il Club Tenco ama ripetere di preferire sempre organizzare i propri omaggi a grandi artisti viventi più che a quelli scomparsi. In questo caso il problema non si porrà: nei tre giorni della Rassegna Bruno sarà ancora vivo”: così il Club Tenco ricorda Lauzi con il quale collaborava da qualche anno e al quale assegnerà, come annunciato da tempo, il Premio Tenco, in questo caso eccezionalmente dedicato a un cantautore italiano. Per il Club Tenco, “si interrompe dolorosamente non solo la storia di uno dei maggiori poeti della canzone italiana, ma anche un’intensa e affettuosa collaborazione reciproca”. L’ultimo concerto del cantautore genovese si è tenuto proprio per una rassegna del Club, l’11 luglio a Villa Campolieto di Ercolano. In quell’occasione gli fu offerto di compiere il tradizionale rito di aprire a sorpresa la Rassegna della canzone d’autore (in programma a Sanremo dal 9 all’11 novembre) interpretando la sigla della manifestazione, “Lontano lontano” di Luigi Tenco. “La sua risposta, fulminante com’era nel suo stile – ricorda il Club – fu un lungo silenzio e poi una bella cosa’”. In questi mesi Lauzi aveva già imparato la canzone, che non aveva mai eseguito prima. Lauzi riempirà comunque i tre giorni della Rassegna. Non solo il figlio Maurizio ritirerà per lui il premio, ma l’intera Rassegna è a lui dedicata, e gli artisti lo omaggeranno interpretando per la prima volta una sua canzone, che stanno preparando in queste settimane. Una scelta di cui Lauzi si era dichiarato onorato e persino stupito: anzi, “esterrefatto” come testualmente scriveva, “con l’arguzia anche polemica che lo ha sempre contraddistinto”, nel suo ultimo messaggio elettronico agli organizzatori, con il quale chiedeva con “incredibile umiltà” se a Sanremo poteva disporre di un musicista e di un leggio. Alle assicurazioni fornitegli aveva risposto: “Tutto perfetto, prepara l’infermeria”. Al Tenco l’infermeria non è un locale di pronto soccorso, ma di mescite enologiche.

Questo il sito ufficiale di Bruno Lauzi: www.brunolauzi.com.


» F. Lammardo

1 commento a “Buon riposo a Bruno, che tanto se lo merita”
Bruno P ha detto..
il 26 Ottobre 2006 alle 16:40

Bruno Lauzi
Erano gli anni 70 e venne a Savona per una serata/concerto all’Astor. Andammo presto per prendere posto e in galleria. Prima dell’inizio sali una maschera dicendo che potevamo accomodarci in platea, saremmo stati in tutto una trentina di persone. Lui usci da dietro il sipario con la chitarra e una sedia, guardando la sala vuota ci disse che eravamo suoi amici e cosi fu , passammo con lui una serata , fantastica tra amici grazie alle emozioni che lui con la sua poesia musicale e musicata sapeva sa e saprà trasmettere. Grazie Bruno e dagli quello schiaffo, daglielo ben forte

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