Savona. Razionalizzare la spesa farmaceutica rendendola più mirata agli effettivi obiettivi terapeutici nei confronti dei pazienti. E’ questo quanto si propone la Asl 2 del Savonese. La spesa farmaceutica ospedaliera sostenuta dalla azienda nel periodo gennaio-settembre di quest’anno è pari a 20,3 milioni e riguarda gli ospedali di Savona, Cairo, Albenga, la distribuzione di medicinali ai presidi aziendali come Sert, e assistenza psichiatrica territoriale, la distribuzione diretta alla popolazione per alcune tipologie di farmaci, e le residenze per anziani e quelle protette. Solo per la categoria dei farmaci la spesa si attesta sui 10,7 milioni. Al 25% sono antibiotici, al 37% chemioterapici e antitumorali, il 14% riguarda il fattore di crescita dei globuli rossi, nell’ambito di dialisi ed oncologia. La spesa si suddivide anche per presidi chirurgici, come la cardiologia. Qui per l’emodinamica angioplastica l’investimento è stato di 1,4 milioni, per i pace-makers si sono spesi 505.033 euro; la spesa per l’ortopedia protesica è stata di 960.741 euro. Inoltre l’Unità operativa farmaceutica territoriale controlla la spesa farmaceutica convenzionata, e quindi le ricette dei medici spedite dalle 113 farmacie del territorio della provincia di Savona. I controlli negli ultimi tempi hanno visto al lavoro anche la Guardia di Finanza. “Stiamo elaborando tutta una serie di verifiche – spiega il direttore della stessa unità operativa Gianluigi Figini – Si tratta di controlli di appropriatezza delle prescrizioni mediche da parte nostra e fiscali ed economiche che spesso hanno visto in campo anche la Guardia di Finanza. Ciè che vogliamo ottenere è che la spesa farmaceutica sia mirata agli effettivi bisogni dei pazienti. Verifichiamo che i medici di famiglia anche in collaborazione con gli ospedalieri prescrivano farmaci appropriati alle varie patologie e nella giusta misura. Speriamo che anche le case farmaceutiche producano confezioni di medicinali che contengano pasticche o fiale finalizzati al tempo necessario per ogni tipo di cura. Solo così si potranno evitare sprechi e un cattivo uso dei medicinali che, abbondanti inutilmente nelle case dei pazienti, una volta scaduti vengono gettati via, con un grande esborso di risorse per le Asl e non solo”.