Savona. Sono 105 i box che l’amministrazione comunale di Savona intende costruire nel Parco di via Beato Ottaviano, di proprietà della Curia, alla Villetta. Si tratta di un progetto di silos multipiano presentato dalla società Incisa, le cui quote sono detenute al 51% dalla Curia e per il restante 49% da Beccaria petroli. Le proteste degli abitanti del quartiere si erano già fatte sentire, anche perché l’opera comporterà il taglio degli alberi centenari che si trovano dietro al Seminario vescovile per lasciare spazio, tra l’altro, ad un prato all’inglese. L’assessore all’urbanistica Rosario Tuvè ha riferito che secondo le perizie tecniche la maggior parte delle piante sarebbe malata e quindi da abbattere; ha anche sottolineato la grande necessità di parcheggi di via Beato Ottaviano e ribadito la disponibilità dei vertici comunali all’ascolto delle obiezioni di chi vive nella zona.
Le solite obiezioni a chi difende gli alberi: quegli alberi erano “comunque malati” . Chissà perché quando stanno per essere tagliati si ammalano sempre: sarà preveggenza vegetale? E il fatto che siano malati giustifica di per sé il taglio e via? Come se negli ospedali si sopprimessero i malati e buonanotte. Non possiamo curarli, o alla peggio, sostituirli con piante sane? Non meriterebbe un po’ di rispetto anche il verde?
E poi, che c’è bisogno di parcheggi…
Sì, certo, c’è bisogno di parcheggi. Magari possibilmente non a spese del poco verde qualificato che rimane. Magari individuando aree idonee, per esempio al posto di edifici dismessi o in cortili o scantinati o razionalizzando gli spazi.
Ma di parcheggi, comunque. Di spazi disponibili gratuitamente o al massimo con economico canone mensile per le esigenze dei residenti.
Non, e sottolineo NON, di nuovi box, che non sono altro che speculazioni edilizie da vendere a caro prezzo a chi, nella maggior parte dei casi, non se li può permettere.
Quando è che lo capiremo una buona volta? Quando è che smetteremo di devastare tutto per interessi privati? Già di verde nuovo non ne realizziamo.E per favore non scambiamo per verde una palmetta o un alberello stentato o peggio una fioriera scheletrica che rompe le scatole al centro di una piazza, o un millimetro di terra con erbetta sopra costruzioni interrate. E allora, almeno difendiamo quel poco verde che c’è! Sarebbe ora di una inversione di tendenza!
Ho ricevuto delle comunicazioni urgenti da molti cittadini della villetta che sono molto preoccupati per questo motivo:
una delle piu’ belle zone di Savona, villetta e via Beato Ottaviano, stanno per essere cementificate. decine di alberi di alto fusto saranno abbattuti , con la scusa, poco credibile, che sono malati. Dopo il massacro di alberi quasi centenari, che sono all’interno della cinta del seminario vescovile, saranno costruiti un centinaio di box auto. Non solo avremo uno scempio di alberi della macchia mediterranea ma addirittura saranno eliminati una quarantina di posti auto liberi per tutti i residenti della villetta e di via Beato Ottaviano. Capisco che la villetta, per tradizione non vota a sinistra, ma lo scempio di piante ed alberi e la cementificazione giustificano un certo ripensamento che ritengo doveroso. A meno che non esista una lobby trasversale tra la amministrazione comunale di Savona e chi dovrebbe amministrare il volere celeste in terra. Spero che non sia cosi’, perche’ la crisi delle vocazioni potrebbe trascinare altre strutture religiose nella frenesia della speculazione edilizia molto poco cristiana. Nessuno ha chiesto nulla ai cittadini residenti, che ovviamente sono arrabbiati per delle decisioni che passano sopra la loro testa…
Roberto Nicolick Consigliere Provinciale Lega Nord
Hanno sfruttato l’ex campo del seminario per ricavare parcheggi a pagamento, ma sanno solo chiedere soldi? E meno male che sono la Curia…
Intanto grazie a tutti questi cantieri la zona intorno al seminario è piena di divieti…non potevano lasciare aperto il seminario e permettere a tutti di parcheggiare (gratutitamente) fino a quando i lavori non saranno ultimati? Chiedo troppo?
Saluti
Distruggere alberi secolari, eliminare le ultimissime zone verdi, maltrattare piante e alberi cittadini è ormai missione primaria dell’amministrazione comunale di Savona.
Eppure favorire la speculazione edilizia e la cementificazione non aiuta certo la popolazione locale nè migliora la vita delle città .
Ben pochi abitanti potranno permettersi i box che verranno costruiti, mentre dell’ultimo piccolo polmone verde di Savona avrebbero potuto continuare a beneficiarne tutti, guadagnandoci, e di molto, in salute.
Non soltanto i bambini hanno bisogno di verde ma anche gli adulti: Tanti paesi e città , piccole e grandi, in tutto l’occidente, stanno cercando di recuperare gli spazi perduti. Perchè Savona è così arretrata?
Curioso che proprio nell’anno in cui il Papa ha istituito la prima giornata per la difesa e il rispetto dell’ambiente, a Savona sia rimasto inascoltato dalla Sua stessa Chiesa! Forse che anche al Seminario della Villetta interessino solo i soldi!?
A quanto pare i savonesi cominciano a non sopportare più quanto sta accadendo nella nostra città , leggete sotto.
saluti a tutti
Bolgia contro i box della Villetta «Giù le mani dai nostri alberi»
Infuocata assemblea pubblica sul progetto che prevede il sacrificio di un polmone verde
«Buffoni! Bugiardi! Vergognatevi!». E’ iniziata così, tra insulti e invettive, l’assemblea pubblica organizzata nel salone Pio IX, accanto alla chiesa dedicata a Santa Maria Rossello, sui nuovi box di via Ottaviano, alla Villetta. Un vis à vis rovente tra gli abitanti (oltre duecento) e gli assessori comunali che, a fatica, hanno cercato il dialogo con una platea inferocita all’idea di perdere il “polmone verde” del quartiere. Una folla pronta, dal nonnino al teenager, a fare le barricate pur di «salvare dal cemento», questo il refrain ripetuto all’infinito, il parco del Seminario. Che aria tiri tra i crocefissi di legno e i vecchi arredi della sala si intuisce fin dalle prime battute, quando la lancetta ha superato da poco le 18 e Antonella Frugoni, nella doppia veste di presidente della V circoscrizione e di moderatore dell’incontro, introduce i rappresentanti delle istituzioni pronti a illustrare il progetto (che prevede la costruzione di 105 box e la realizzazione di una zona di verde pubblico sacrificando cedri, lecci e allori e una cinquantina di parcheggi pubblici). Il pubblico rumoreggia, mal disposto ad ascoltare il primo intervento in scaletta, quello dell’assessore all’Urbanistica, Rosario Tuvé. «Il progetto è stato depositato nei giorni scorsi in Comune – esordisce Tuvé -. Riferiremo in giunta e al sindaco quanto verrà discusso in questa sede. Siamo qui per confrontarci. Del resto la città ha bisogno come il pane di posteggi». Piovono salve di fischi. Tuvé prova a continuare: «Ai Comuni arrivano sempre meno fondi, i parcheggi pubblici costano». Il brusio cresce, la protesta sale di tono. La parola passa a Michele Baldi, rappresentante della diocesi di Savona. «Chiariamo subito un punto – dice, mentre la folla lancia occhiate e mormorii di disapprovazione -: la Curia non c’entra nulla in questa vicenda, la società interessata al progetto, con il 51 per cento, è dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero». Apriti cielo. «E’ la stessa cosa – urlano in stereo gli abitanti che schizzano in piedi per dare corpo alla loro contestazione-. I preti una volta avevano altri valori, ora pensano solo a fare quattrini». «E in quanto agli alberi secolari, ebbene, quelli non verranno toccati. E non vedo cosa ci sia di male a trasformare il verde privato in pubblico, fruibile da utti» tenta di spiegare, nella bolgia urlante, il rappresentante della diocesi. Tocca all’assessore ai Lavori Pubblici Livio Di Tullio provare a sbrogliare la matassa: «I box sono previsti nel piano regolatore ma non tutti possono comprarne uno, quindi è bene chiarire che quelli pubblici non verranno cancellati, così come saranno tutelate le piante di alto fusto». Tiepidi applausi, consensi appena accennati. Poi l’atmosfera si surriscalda nuovamente. Una cartina con il progetto viene stesa su una lavagna. La gente lascia il posto a sedere e si accalca intorno al disegno: facce disgustate, commenti polemici, risatine ironiche. In attesa che anche l’assessore all’ambiente Jorg Costantino intervenga, chiede la parola Federica Astigiano, abitante della Villetta. «Conosco a memoria il progetto – attacca -. Ho passato tre interi pomeriggi a studiarlo, in Comune. E’ inutile che ci raccontino delle finte verità : ho visto con i miei occhi etichettare lecci e cedri. Su ognuno è stato messo un cartellino: “rimozione”, “abbattimento”, si legge a chiare lettere. Ho telefonato alla Sovrintendenza per avere lumi». Sa il fatto suo, motiva l’attacco frontale al progetto fornendo una lista circostanziata di dati e dettagli minuziosi: «Sapete quanti box sono stati costruiti negli ultimi anni alla Villetta, tra quelli ricavati nell’ex convento dei missionari, nel giardino delle suore della Purificazione, nel parco del Seminario, senza dimenticare le due serie realizzate in via Ottaviano? Li ho contati uno a uno: sono 245». Il pubblico è di nuovo in fermento. «Il verde del nostro quartiere non dà solo l’aria pulita. Ha anche un valore storico. Ed è la testimonianza di come, in passato, la Chiesa badasse a coltivare certi valori, basati soprattutto sulla spiritualità . Ora, evidentemente, è tutto cambiato». E chiude, raccogliendo oltre un minuto di battimani e addirittura una standing ovation: «Avete visto cosa è successo a Monticello? Il crollo del muro, dico. Ebbene, il coordinatore di quel progetto è lo stesso di questo». Rossella Galeotti 10/11/2006
in genere io sono abituato a essere presente alle assemblee pubbliche, ferrania, discarica filippa, cima monta’ etc. tuttavia questa volta ho fatto una eccezione, per non sembrare a tutti i costi una marchettara. Infatti, non ho interesse a fare passerelle per intercettare voti, non ne ho bisogno, perche’ gli elettori mi conoscono per quello che sono: antipatico ma onesto, rigido ma disponibile, attivo e molto disincantato sulle realta’ savonesi e tanto per far sapere come la penso , nella notte che ha seguito l’infuocata assemblea ho affisso qualche volantino che illustrava la mia posizione sui box e sul taglio degli alberi . Quindi mi rendo disponibile a presenziare ad assemblee ristrettissime ed operative. Poi, vorrei essere piu’ ottimista ma l’esperienza mi ha insegnato diversamente…tento di spiegare cosa accadra’: a breve nonostante le proteste il comune e la ditta di concerto con quelli che portano la tonaca …distruggeranno il verde del seminario, costruiranno i box e soprattutto produrranno una gran quantita’ di denaro sonante. Ce ne sara’ per tutti. Quando gli operai cominceranno a tagliare gli alberi ed a fare le colate di cemento…tutti i paladini partitici che hanno tuonato sui media e alla assemblea , facendosi pubblicita’, spariranno come neve al sole. Il comune , la ditta e la curia giocheranno a pallavolo con le responsabilita’ di questo schifo, ma in ultima analisi vinceranno loro. Stara’ a NOI, e mi ci metto anche io, far pagare a caro prezzo, in senso economico e di consenso umano, la loro vittoria.
Sempre disponibile, nell’ombra o al sole a dare una piccola mano alla gente per bene.
Roberto Nicolick
Consigliere Provinciale per la gente per bene
Ogni volta che leggo di Savona le notizie di questa città mi deprimono.
Adesso è la volta di quel polmone di verde che è il parco del Seminario dove il progetto dei Box e un prato all’inglese dovrebbe sostituire gli alberi centenari che sono uno dei pochi polmoni verdi che ancora salvano questa città dove il verde per abitante è tra gli ultimi nelle classifiche.
Ma è possibile che Savona sia una città così tanto in contro tendenza ?
Un grattacielo nel mezzo di un quartiere ottocentesco , l’ultimo pezzo di costa ligure destinato a diventare la piastra di cemento di un porticciolo turistico con tanto di torre di dimensioni adeguate alle navi da crociera, il centro storico medioevale dove se si demolisce il costruito post bellico lo si rifà in post moderno , un’area ex industriale di enormi dimensioni , sul mare che diventerà un puzzle di alberghi ,residence e il tutto sotto una vecchia fortezza genovese costruita per tenere sotto controllo la città , non certo a sua difesa , un enorme ammasso di pietre , mattoni, marmi provenienti dalla vecchia città medioevale e dove a parte una piazzetta il verde è fatto di erba spontanea , come in quasi tutte le nuove zone verdi.
Adesso la mano del cemento arriva alla Villetta e al parco del Seminario. Ovvio che al posto degli alberi centenari si farà un bel prato all’inglese , la manutenzione costa meno , le radici non rovinano la sottostante struttura e non ci sono foglie secche o potature da fare.
Altrove si cerca di riprendersi da parte delle città della vista mare , dell’azzurro. I grattacieli li si lascia fare altrove ,ai paesi orientali che hanno manie di grandeur , altrove si censiscono gli alberi centenari e li si protegge, altrove si cerca di aumentare il verde cittadino e non solo limitandosi a piantare qualche albero che poi si dimentica ma sfruttando anche le demolizioni che si rendono opportune e necessarie per la vivibilità urbana e non per la speculazione edilizia.
Savona è una città indietro nel tempo e che , come purtroppo penso da molti anni cerca di recuperare il suo sonno copiando quello fatto da altri in precedenza e per questo destinata a essere indietro nel tempo e nelle idee.
Pensare che proprio un Savonese , un presidente come Pertini promulgo una legge con la quale si obbligava i Comuni a piantare un albero per ogni nuovo nato , una legge dimenticata e che a nessuno viene in mente di ripristinare e Pertini non è di ieri ma dell’altro ieri !!!
Come sarebbe bello e positivo se il Comune pensasse a un Piano Verde per la città ma non il solito demagogico piano per i bambini , i ciclisti ma un piano di rinverdimento generale della città , con magari l’affidamento a privati , così come avviene altrove.
PS Come mai quando si devono abbattere degli alberi per far spazio al cemento gli alberi sono sempre MALATI ?