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Articolo n° 4477 del 31 Ottobre 2006 delle ore 13:00

La recita del Santo Natale annullata

Apprendo con moltissima tristezza, che alcune insegnanti elementari dell’entroterra di Varazze, Casanova e altre frazioni, hanno deciso in modo unilaterale, di non fare con i bimbi la recita del S. Natale. Pare che il motivo sia nel non voler offendere la sensibilita’ di altre religioni, facile capire quale, e per favorire (sic) l’integrazione. Sono stupito che insegnanti vogliano decidere, sulla testa dei piccoli allievi , questo tipo di atteggiamenti. Se tale decisione, triste e rinunciataria, proprio doveva essere presa, non spettava agli insegnanti ma eventualmente ai bimbi ed alle loro famiglie. Infatti gli insegnanti passano, mentre i bimbi rimangono, crescono e sono gli adulti del domani.Non ci vedo nulla di male, neppure sforzandomi, nel fare una recita sul Natale. Cosa di offensivo ci puo’ essere in una capanna povera e fredda, con dentro due genitori, un neonato e una coppia di animali? Lo chiedo con forza, a questi cosiddetti insegnanti, cosidetti educatori, che dovrebbero educare piccoli allievi anche ad un maggior equilibrio e a una reciproca tolleranza. La tolleranza e l’integrazione che questi insegnanti, purtroppo, insegnano si basa, a mio parere, sulla rinuncia alla propria cultura ed alle proprie tradizioni. Invece di educare , con la pratica, al rispetto delle tradizioni e alla cultura locale , tutte indistintamente, si vuole stendere un velo di oblio sulle nostre, che comunque sono millenarie e che devono essere patrimonio di tutti noi. Il rispetto degli altri non puo’, come affermano questi insegnanti, passare per la rinuncia e l’abbandono. Censuro con forza questi insegnanti, mi auguro che i piccoli allievi e le loro famiglie decidano di non associarsi alla cultura della rinuncia e dell’oblio e, anche per conto loro decidano di effettuare una delle cose piu’ care al Natale, sono talmente deciso che penso di impersonare l’asinello, nella fredda e povera capanna in una eventuale recita, senza vergognarmi di essere cio’ che sono un Cristiano, con i miei peccati, ma tollerante e amante della mia fede, sicuramente molto imperfetta.

Roberto Nicolick
Consigliere Provinciale Lega Nord

» Redazione

4 commenti a “La recita del Santo Natale annullata”
Bruno P ha detto..
il 31 Ottobre 2006 alle 14:16

Probabilmente queste insegnanti a ” la page ” da bambine non hanno mai avuto la gioia del Natale e nemmeno educate ad avere e credere e sostenere in qualcosa di personale e quindi non sanno cosa fanno. L’unica nota positiva è che almeno in quelle classi sara vietato il velo , il burka , il copricapo ebraico , il turbante indiano e tutti i bambini prima di entarre dovranno dipngersi il volto di VERDE cosi da avere tutti lo stesso colore e non creare problemi. Ovviiamente tutti i loro alunni dovranno per non offendere la altrui sensibilita vestirsi tutti con la stessa divisa , scrivere tutti con la stessa grafia e fare tutti gli stessi errori. Come nome di quel plesso scolastico io proporrei ORWELL e a Natale rappresenatare la FATTORIA DEGLI ANIMALI

INNORRIDITO ha detto..
il 31 Ottobre 2006 alle 19:19

supini davanti a chi mai si piegherà…… così facendo continueremo a perdere la nostra identità di Italiani e quando un giorno ci sveglieremo sarà oramai tardi.

il bagnino ha detto..
il 1 Novembre 2006 alle 10:46

molto più semplicemente penso che questi-e insegnanti(???) abbiano trovato il modo per limitare al minimo le incombenze lavorative, per esperienza personale sulla pelle dei miei figli ho avuto a che fare con maestri-e che aspettavano il suono della campanella di fine orario già vicino alla porta per uscire immediatamente e non sprecare nemmeno un minuto in più dell’orario.

Donna Assunta ha detto..
il 1 Novembre 2006 alle 23:13

Di vergogna si deve parlare per la irragionevolezza del provvedimento preso da queste/i insegnanti, ma sono poi “insegnanti” o dovrebbero ricevere “insegnamenti” in merito ?
E’ talmente ridicola l’idea che hanno preso che mi chiedo se le Autorità preposte tra cui il Provveditorato, siano informate di questa situazione e cosa ufficialmenteintendano fare o meglio come ritengano di agire per rimediare all’operato di questi “imbelli”.
Di incapaci, impreparati ed insolenti la nostra Italia è piena, poichè il solo fatto di essere in possesso di un titolo di studio, magari anche la laurea, non è certo sinonimo di buon senso o di una mente pronta, intelligente, di sensatezza nei guidizi e nelle cause perorate, significa bensì solo cultura, apprendimento di nozioni, ma certamente e non automaticamente il possesso della ragione: quanti laureati in medicina sono poi scarsi professionalmente e così per tanti altri in altre specializzazioni: ciò per dire che non tutti gli insegnanti sono per forza e di certo all’altezza del loro ruolo, specialmente ora che l’orizzonte della società italiana diventa più variegato, in buona sostanza siamo chiamati a confrontarci con tutta una
pletora di nuove problematiche anche sociali, tra cui alcune particolarmente legate all’ambito scolastico, come il confronto e l’integrazione dei figli degli immigrati con i nostri ragazzi.
Una reprimenda, decisa, deve essere mossa all’intenzione di sopprimere la recita del “Santo Natale”, nel malinteso senso di non turbare le coscienze altrui, o meglio dei bimbi, figli di immigrati; nulla di più errato si poteva concepire!!
Noi abbiamo la nostra identità, dobbiamo difenderla e sostenerla, pur rispettando quella altrui, ma difenderla e con tenace convinzione, altrochè fare passi indietro, forse che gli altri, i musulmani ad esempio, fanno passi indietro ?? Loro difendono le proprie convinzioni religiose e non solo con tenacia, noi dobbiamo fare altrettanto senza ovviamente trascendere o provocare, così pure loro, se no ognuno a casa propria, qualora questa convivenza si dimostri ingestibile, senza farla tanto lunga sui perchè o per come, senza tanto filosofeggiare, perchè le parole, sovente, sono inutili.
La comprensione deve essere reciproca: ecco il punto focale la “reciprocità“: loro edificano moschee qua da noi, benissimo noi faremo altrettante chiese la da loro: se ciò non sarà possibile, allora niente moschee qui da noi e niente chiese la da loro.
Noi cristiani, siamo una categoria di “credenti” allegorica, dormiamo sugli allori, crediamo per bigotteria, o per “atteggiamento”, forse dovremmo analizzare un pò più a fondo i comportamenti di tutti i giorni e riflettere con attenzione: siamo di certo tra i più ignoranti in materia religiosa, sia parlando della nostra sia parlando della conoscenza di quella altrui: due esempi eclatanti, gli Ebrei ed i Musulmani, loro si che conoscono le rispettive religioni e le professano con convinzione, alcuni anche troppo convintamente, a volte, fanaticamente; noi no! E sull’aspetto del fanatismo direi che sia un punto a nostro favore, ma per il resto abbiamo tutto da imparare.
Bisogna rispettare le reciproche convinzioni religiose, ma guai ad arretrare.
Si guardi a civiltà come quella anglosassone, una città come Londra raccoglie da sempre diverse identità religiose, ed esse convivono o meglio hanno convissuto sino a poco tempo fa senza particolari attriti, in una sorta di sostanziale tolleranza reciproca: se poi a volte qualcuno si azzuffa perchè stupirsi… si azzuffano e si accoltellano anche i tifosi di calcio con assoluta irragionevolezza, perchè quindi stupirsi, se qualcuno pensa di togliere la vita ad un altro essere umano per un rigore non dato, così qualche altro irragionevole compie atti efferati in nome di un’idea religiosa; va distinto che questi ultimi non sono certo motivati da ragioni religiose o da un proselitismo esasperato, bensì da motivazioni che travalicano la religione e sono legate a ben altre motivazioni di ordine politico e sovversivo.
Vanno perseguiti e colpiti a fondo!
Tornando alle “maestrine” spero che qualcuno di sensato vi sia ancora e che prenda gli opportuni provvedimenti sia a soluzione del problema specifico, sia nei confronti loro. Come si può pensare di interrompere una tradizione che definirei secolare, per la soggezione psicologica che episodi di intolleranza etnica hanno creato. Forse qualcuno siillude che un Musulmano od un Ebreo muterebbero le proprie consuetidini: la risposta è un secco NO!!!
Noi, invece, lo dovremmo fare con quale giustificazione o per emendarci da quali peccati? Qui in Italia anche l’ultimo arrivato dall’estero crede di poter ottenere pressochè ciò che vuole, e magari ci riesce pure, mentre se noi si va all’estero, là le usanze sono le loro e se ti adegui bene e se no te ne puoi tornare a casa senza tanti se e ma.
La tolleranza non va confusa con un malinteso senso del disordine: quì esistono delle regole e bisogna farle ripettare, per il bene di tutti e non di una sola parte; perchè vi sono così tanti episodi di delinquenza che affiorano quotidianamente sulle pagine dei telegiornali e dei quotidiani? Proprio oggi un insigne giurista, durante una intervista, ha sottolineato come la pressochè certezza del non dover scontare una pena è di ausilio ai pruriti elinquenziali di molti, che approfittando di indulti e quant’altro infischiandosene del rispetto della Legge; così pure gli immigrati stanno percependo questa concreta possibilità ed alzano il tono dello scontro. Ci vogliono fermezza e pragmatismo per fronteggiare simili emergenze, cose che di questi tempi sono merce rara.

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