Provincia. Il piano di riorganizzazione sanitaria della Regione Liguria presentato dall’Assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo continua a far discutere in Provincia di Savona. Sulla proposta di costituire due Asl sul territorio provinciale e sul declassamento dell’azienda ospedaliera Santa Corona di Pietra Ligure, la Asl 2 savonese smorza i toni della polemica e parla, per bocca del suo Direttore Generale Franco Bonanni, della necessità di ritrovare un nuovo spirito collaborativo per far fronte alla difficile situazione della sanità ligure e al suo pesante deficit: “Sto lavorando in piena sintonia sia con le altre direzioni sanitarie locali sia con la Regione e l’Assessore Montaldo, qualsiasi decisione prenderà il Consiglio regionale l’importante è che il piano sanitario regionale contenga i giusti meccanismi operativi che permettano un servizio sanitario integrativo e collaborativo tra tutte le Asl, senza inutili concorrenze che creerebbero solo danni, problemi e polemiche”. Così Franco Bonanni a Ivg.it interviene sulla vicenda della riorganizzazione sanitaria in Provincia, anche se sono in molti a pensare che la creazione di due Asl sarebbe comunque un passo indietro rispetto alla tendenza in atto di concentrare e unire le aziende sanitarie locali nell’ambito di un nuovo rapporto tra ospedale e territorio: “Quello che conta è non fare passi indietro nel percorso di avvicinare la salute ai cittadini, decongestionare gli ospedali e fornire nuovi servizi sul territorio è giusto, ma non mi sono piaciuti messaggi del tipo… Gli ospedali non servono a niente!…Gli ospedali restano un punto di riferimento essenziale per la cura e l’intervento medico-sanitario in situazioni critiche”. E sulle barricate in difesa del Santa Corona alzate nel ponente ligure: “Ripeto una battuta, il sottoscritto è ancora un dipendente del Santa Corona, quindi dovrei essere sue due barricate diverse…I colleghi del Santa Corona conoscono benissimo la situazione e sanno che bisogna decongestionare gli ospedali e al tempo stesso offrire nuovi servizi sul territorio, instaurando un diverso e più integrativo rapporto anche con gli stessi medici di famiglia”.
