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Articolo n° 4827 del 13 Novembre 2006 delle ore 09:30

Millesimo, convegno sul tartufo della Val Bormida

Millesimo. Sabato 25, con inizio alle 9,30, presso la sede della Comunità Montana Alta Val Bormida, si organizzerà, con il contributo dell’Associazione Tartufai e Tartuficoltori Liguri, un convegno sul tartufo della Valle Bormida, dal titolo “Progetto tartufo in Liguria ed esperienze della Regione Piemonte ed Emilia Romagna”. Al centro dell’incontro, a cui farà da cornice una qualificante rassegna gastronomica che, con la collaborazione della Condotta Slow Food Alta Val Bormida, coinvolgerà, per due week end, una dozzina di ristoranti di tutto il comprensorio, la proposta di legge per disciplinare la raccolta,la coltivazione e la commercializzazione dei tartufi, valorizzando il patrimonio tartufigeno regionale, presentata in Regione dai consiglieri regionali Michele Boffa  e Carlo Vasconi.
Spiega, l’assessore dell’Ente Montano, Marco Pella: “Quello della promozione del tartufo valbormidese è un obiettivo, ed un impegno, perseguito sin dal 1991, con l’adesione della Comunità Montana Alta Val Bormida all’Associazione Nazionale Città del tartufo a cui fece seguito, nel settembre 1993, a Millesimo, la prima edizione della Festa Nazionale del Tartufo. Un appuntamento, ormai giunto al suo quattordicesimo anno, di grande richiamo e prestigio che è diventato un qualificante veicolo promozionale per il “tuber” locale. Ma, come già annunciato nel presentare l’ultima edizione della Festa che si è svolta a settembre, non basta focalizzare l’attenzione su un singolo appuntamento promozionale, per quanto apprezzato, ma occorre lavorare ad una strategia di marketing territoriale che partendo dalla valorizzazione del prodotto arrivi alla soddisfazione del consumatore. Un’azione quindi mirata alla certificazione della filiera dalla terra al piatto quale elemento di pregio che contribuisca a sviluppare sempre più flussi turistici di nicchia e dunque movimenti sostenibili dal mare e dalle Langhe verso la Val Bormida; da qui la collaborazione con lo Slow Food ed il coinvolgimento dei ristoranti in questa doppia rassegna gastronomica che verrà proposta nei week end del 24 novembre e del 1 dicembre. Al contempo occorrono linee programmatiche ed  interventi concreti, anche da un punto di vista tecnico e normativo, per salvaguardare e promuove il grande patrimonio tartufigeno regionale, e quello della Valle Bormida in particolare, sia da un punto di vista delle tartufaie naturali, sia da quello della tartuficoltura a sostegno della soddisfazione di una richiesta di tartufi che sta aumentando. Tematiche che, anche sulla scorta di esperienze di altre Regioni, come il Piemonte e L’Emilia Romagna, saranno, appunto, affrontate nel convegno del 25”.
A cornice del convegno, e nel segno del proseguimento dell’opera promozionale già lanciata dal successo della Festa Nazionale del Tartufo, è stata poi organizzata, per due week end, e precisamente dal 24 al 26 novembre e dal 1 al 3 dicembre, una gustosa rassegna gastronomica, in collaborazione con l’Associazione Tartufai e Tartuficoltori dell’Alta Val Bormida e la Condotta Slow Food dell’Alta Val Bormida, che coinvolgerà ben undici ristoranti sparsi su tutto il territorio.
Un trionfo di prelibatezze all’insegna del tartufo valbormidese: dalle Pigaccce matte di farina di castagne in salsa di noci e tartufo nero o il filetto di maialino al tartufo nero de “Il Portico della Bazure” di Calizzano, al flan di porri con crema al tartufo e tartufo nero o gli agnolotti ripieni di fonduta con tartufo nero de “La Bruschetta” di Cairo; dal menù al tartufo bianco nostrano nel quale spicca la tartara di carne cruda all’albese battuta a coltello di “Quintilio” ad Altare, alle pappardelle di farro alla garfagnana con ragù di piccione e tartufo della “Locanda della fontana” di Podio; dalla sella di coniglio arrosto con tartufo nero de “La Casa del viandante” di Bormida ai ravioli verdi di fagiano con porri e tartufo nero o lo spiedino di manzo marinato con pioggia di tartufo nero di “Balda” a Carcare; ai pancotti ripieni di cagliata caprina e crema al tartufo della “Trattoria Belvedere” di Santa Giulia a Dego  alla fonduta al tartufo de “Osteria Caffè del Castello”; dai fusi di castagne con maschera e tartufi  o il petto di faraona al cartoccio con  tartufo dell’agriturismo “Ca di voi” di Calizzano, alla lonza di maiale al Barbaresco con tartufo e purea di patate nostrane o la scaloppina di coniglio tartufato con finocchi gratinati de “Al Castello” di Cosseria, agli agnolotti alla fonduta e tartufo de “C’era una volta” di Osiglia, sino ai tortelloni di capriolo  con tarfufo del Castello del Fungo di Piana Crixia.

 


» Federico De Rossi

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