Savona. Ha destato sorpresa, anche tra i lettori di Ivg.it, la notizia apparsa su un quotidiano locale in merito alle affermazioni del Presidente della Provincia Marco Bertolotto sull’inutilità del campus universitario savonese di Legino. Bertolotto ha messo in dubbio l’utilità di una sede universitaria per la nostra Provincia. Le dichiarazioni di Bertolotto nascono da una indagine della Camera di Commercio secondo cui le imprese della Provincia non assumono e non offrono adeguate possibilità di inserimento lavorativo ai laureati savonesi. Da qui l’affermazione, che farà discutere, di incentivare i giovani savonesi a muoversi in altre città e realtà italiane, una fuga di conoscenze e persone preparate che Savona sta già pagando a caro prezzo, anche per una fase di transizione economica non ancora compiuta nella sua interezza. Bertolotto ritiene che non è proficuo impegnare risorse e investimenti nel campus di Legino, che non avrebbe ancora trovato una sua dimensione formativa. Parole durissime quelle del Presidente, che contrastano con la visione del Sindaco di Savona Federico Berruti che ha fatto del campus universitario di Legino uno dei punti della sua campagna elettorale. E immediata è arrivata anche la replica del Direttore dell’Unione Industriali di Savona Luciano Pasquale, uno dei fondatori del polo universiatrio savonese nel lontano 1991. Secondo Pasquale è assurdo affermare che l’esperienza dell’Università a Savona è superata, semmai bisogna dare un nuovo rilancio e unire il campus e le sue peculiarità formative alle esigenze econimiche e professionali del territorio provinciale. Dura la presa di posizione di Forza Italia con Livio Bracco e Rosavio Bellasio che dicono: “Bertolotto vuole sopprimere il polo universitario di Savona! L’ex sindaco di Toirano, attuale Presidente della Provincia ne ha fatta un’altra delle sue! Fino a quando si lamentava di progetti o programmi non portati a termine che facevano parte del suo cavallo di battaglia in campagna elettorale andava anche bene, ma, quando decide di vanificare il lavoro di tante persone che in questi anni hanno portato avanti un progetto così importante per il nostro territorio come quello di portare l’Università a Savona, è veramente inaccettabile”.
La mitica littorina LIMONE – GENOVA che portava noi studenti universitari a Genova dove c’era il tram 38 la freccia di San Martino , le lezioni spezzetate tra la Foce e Opera sono ricordi bei ricordi che però non auguro a nessun studente Savonese che voglia affermarsi e laurearsi tenuto conto che oggi nel mercato del lavoro la Laurea è un requisito essenziale. Probabilmente il signor Bertolotto vive in un contesto socio economico dove , a Savona , adesso è facile , non serve la Laurea ma solo un buon conto in banca , amicizie politiche, un pezzo di terreno e vai alla grande. Il pendolarismo studentesco è una delle cose piu deleterie che ci possano essere sia come profitto che economico , per le famiglie. Ci sono è vero figli di papa che son ben lieti di andare fuori a studiare e magari anche molto di piu,nel tempo ma da paret di un Presidente della Provincia mi attendevo molto di piu.peccato rovinarsi la carriera cosi ingenuamente.
Ha ragione Bertolotto: a Savona basta e avanza la scuola edile, tanto un bel lavoro in nero nel subappalto di subappalto si trova sempre, con tutto questo cemento. Le altre scuole si potrebbero senz’altro chiudere, con gran risparmio per la collettivita’.
In fondo ha il merito di dire le cose come stanno, con il suo ineffabile ragionamento: qui non c’e’ lavoro qualificato, perche’ fare un’universita’? tanto vale che gli studenti emigrino a studiare e poi a cercare lavoro altrove. Cosi’ questa potra’ finalmente diventare una bella tranquilla citta’-pensionato di anziani locali e non, con tanto bel mare e cemento, senza tutti questi giovani teppisti che non trovano lavoro e magari disturbano pure la quiete pubblica.
I problemi si risolvono cosi’, alla radice: eliminiamo i giovani mandandoli altrove, altro che le complicazioni di investire in formazione, in tecnologia, in innovazione, cercare di creare o attirare nuove imprese che possano dare lavoro qualificato, pensare al futuro della citta’…
Macche’ futuro! Tutti via, basta attaccarsi alle sottane dei genitori. Iniziativa, emigrare.
E che Savona sia sempre piu’ quello che gia’ sta diventando: un mortorio senza speranza.
E poi magari il presidente si chiede (se se lo chiede, io ne dubito) perche’ e’ in calo vertiginoso nei sondaggi.
La giustificazione di Bertolotto all sua affermazione è che pochissimi studenti che escono dall’ Università di Savona trovano un impiego in provincia..ragionando così allora bisogna chiudere quasi tutte le Università italiane.. ma si sono veramente bevuti il cervello!
Effettivamente il presidente della Provincia ha ragione, ma sono stupito del suo outing perchè di solito i politici locali sono i primi ad esaltare e a volere una sede universitaria nella propria città .
L’univeristà a Savona potrebbe servire se fosse di qualità ,ma l’attuale istituzione non è certo di qualità .
Le migliori Università hanno tradizione, biblioteche immense, laboratori e strumenti. Per creare tutto ciò occorrono molti soldi e molto tempo. Al più a Savona potremmo avere un duplicato migliorato dei laboratori liceali e qualche professore magari bravino che farà il pendolare in attesa della vera cattedra in una vera università .
Lo stesso responsabile della sede universitaria di Savona ha preferito spostarsi a Pisa per laurearsi e ha rinunciato alla colazione preparata dalla mamma a Savona sapendo che una seria preparazione poteva ottenerla solo altrove.
Anch’io da savonese sono emigrato a Pisa per studio e poi non sono più tornato scrivendovi ora da Milano. Gli orizzonti e gli spazi aperti si devono apprendere dove già esistono, i politici come Bertolotto dovrebbero invece fare di più perchè le competenze possano poi tornare in senso imprenditoriale a Savona.
Aiutate gli imprenditori e poi vedrete che le competenze arriveranno senza la necessità di illudersi di poterle creare sul posto.
Lorenzo Serravalle
Beh allora visto che te ne sei andato, rimani pure dove sei. Io invece sono qua a sorbirmi tutte queste scempiaggini che sento dire ogni giorno. Ed ogni giorno che passa è sempre peggio. Altro che tornare a fare gli imprenditori a Savona e provincia. C’è un disegno sul nostro territorio che è talmente grande e pesante che coinvolge tutti, nel nome del cemento. Porto di Savona, di Vado Ligure, piattaforma logistica nella ValBormida (altro che centrali a carbone), porticcioli turistici, Crescent, Bofill e chi più ne ha più ne metta. Tu puoi fare l’imprenditore fin che vuoi, intanto se non giochi allo stesso gioco……….sei fuori dai giochi. Scusa il “gioco” di parole.
Sono stata fra i primi a laurearmi in Ingegneri Gestionale a Savona nel 1999. Rispondo al Dott.Serravalle che prima di dire che la sede di Savona non è di qualità farebbe bene a pensarci due volte. Primo perchè a Savona ho avuto gli stessi docenti che avevano la cattedra anche a Genova (=qualità del docente). Secondo perchè senza le problematiche di sovraffollamento e di pendolarismo della sede genovese ci si poteva applicare meglio sulle materie ( e quindi maggiore efficacia dell’insegnamento stesso). I laboratori, le biblioteche sono sì importanti per le università , ma il vero valore aggiunto lo danno le persone. E comunque adesso il Campus di Savona non mi sembra poi tanto sguarnito in tal senso..
Last but not least le figure professionali formatesi nel Campus Savonese sono molto apprezzate in tutta l’imprenditoria del Nordovest e non solo. La prova: tutte le offerte di lavoro giuntemi in questi sette anni. Saluti a tutti
Ho studiato presso la sede distaccata di Imperia e concordo con quanto detto da Antonietta circa il pregiudizio diffuso contro le sedi decentrate.
A Savona e Imperia operano gli stessi docenti della sede genovese ma in compenso non vi sono i problemi organizzativi e di sovraffollamento di Genova, inoltre non si devono affrontare gli elevati costi dell’affitto di una casa a Genova.
Quanto all’occupazione post-laurea vedo che i problemi dei laureati sono gli stessi sia per le sedi centrali che per quelle periferiche.
L’inadeguatezza dell’università alle esigenze del mondo economico è un problema nazionale, non certo di Genova piuttosto che di Savona o Imperia.
Se poi vogliamo insistere su rapporto tra formazione e economia del territorio…allora non si può che dare ragione a chi dice che una scuola edile e una alberghiera sarebbero sufficienti! Forse più che l’università è l’economia del nostro territorio ad essere provinciale e immobilista?
Tra le critiche portate alla sede universitaria di Savona in questi giorni, forse l’unica che meriterebbe una discussione più approfondita è quella sul rapporto tra il corso di laurea di scienze della comunicazione e il territorio savonese. Effettivamente, tra quelli attivati a Savona, questo potrebbe rischiare di essere il titolo di studio meno spendibile.
Al di là di ciò, non credo che il campus di Savona meriti le critiche lette e sentite in questi giorni. Si pensi solo a quanto le sedi decentrate (come Imperia per giurisprudenza, ad esempio) hanno contribuito ad alleggerire la pressione sulle sovraffollate sedi universitarie di Genova, molte delle quali erano diventate pressoché invivibili. Io non sono un uomo di larghe vedute come l’attuale presidente della provincia: nella mia modestia posso dire che, da studente, mi sarei accontentato di poter studiare in una facoltà vivibile e vicina a casa. Purtroppo ho vissuto e studiato a Genova negli anni in cui alcuni atenei si stavano avviando all’intasamento, e ricordo con dispiacere le difficoltà che io e alcuni miei coetanei, iscritti a facoltà diverse, abbiamo incontrato quando eravamo “matricole”. Ma questo l’hanno già scritto anche altri.
Scrivo, più che altro, perché ci terrei a ricordare le differenze tra lo stile e la cultura politica di uomini come Armando Magliotto o Francesco Gervasio, che si impegnarono per la costituzione del campus al di là delle loro appartenenze politiche, e quegli amministratori pubblici attuali che sembrano liquidare tutto quel percorso e quell’impegno con battute che possono suonare un po’ sprezzanti e irriguardose per tutti quelli che – politici, professori, studenti – nell’università a Savona ci hanno creduto e ci credono tuttora, pur riconoscendone i limiti.
Forse era il caso di mordersi la lingua.
Il campus di Savona
Una opinione a favore del suo ampliamento
Ho ascoltato con attenzione le opinioni del Presidente Bertolotto sull’Universita’ di Savona, e mi trovo assolutamente in disaccordo. Savona, o meglio i giovani savonesi che escono dagli Istituti Secondari Superiori, devono avere la possibilita’ di frequentare corsi universitari a casa loro, corsi regolarmente strutturati e organici ad una laurea anche breve. Savona e’ gia’ di per se’ una citta’ ferma e con pochissimi stimoli culturali di origine pubblica, l’universita’ ne e’ una piacevole eccezione. Anzi ritengo che una citta’ con 65 mila abitanti, capoluogo di una provincia con un quarto di milione di abitanti, debba avere una universita’ con piu’ facolta’ ed una articolazione piu’ complessa e completa, che permetta ai giovani universitari di scegliere il loro corso di studi una maggiore gamma di scelte. A mio parere darei una chance in piu’: caldeggio infatti la creazione a Savona di una Facolta’ di Scienze Motorie, ex Istituto Superiore di Educazione Fisica, con diversi indirizzi. Infatti a Savona sono funzionanti dei licei dello Sport con molti allievi, sarebbe quindi un naturale completamento il creare una filiera dello sport e dare cosi’ una piu’ ampia possibilita’ di scelta ai ragazzi, che hanno come nobile ideale l’insegnamento delle discipline sportive nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle Societa’ Sportive.
Quindi non restringere ma all’opposto allargare e dare ai giovani di oggi cio’ che i giovani di ieri non hanno potuto avere, non per loro volonta’ ma per scarsa volonta’ dei politici di allora.
Roberto NICOLICK
Consigliere Provinciale
L’ università , ieri ed oggi ha sempre offerto ed offre 2 possibilità ; terminare una carriera, oggi in 3 anni ottenendo un titolo di primo livello, ieri terminando i 4, 5 anni e poi scegliere: o specializzarsi studiando ancora 2 anni circa, avventurarsi nelle varie professioni, oppure puntare alla carriera accademica.
Altra opzione, sempre valida, un concorso nello staff tecnico-amministrativo.
Tutto quanto appena affermato non significa necessariamente uscire di casa, attraversare la strada e andare a lavorare..
Ma oggi a Savona esiste una sede accademica che, per chi ci vuole credere o no, funziona e offre diverse opportunità : anche quella di “prendere il sole” nella pausa pranzo.
E finché dura……………………..apprezziamola e rispettiamola.
Il giorno che malauguratamente non ci fosse più, ci piangeremo tutti adosso.
Qualcuno ha persino affermato che Savona é un mortuorio, dove alcuni anni fà il buon presidente Ciampi si é scomodato a venire per ammirare il Polo Accademico Savonese; dove un mese fà si sono presentati all’ open day più di 1500 studenti in visita; dove 2 settimane fà é stato inaugurato un laboratorio di realtà virtuale e calcoli matematici per collaborare con alcune aziende locali.
Una città vecchia che ha ottenuto l’approdo della flotta COSTA, ma che non ha capito che per fare apprezzare ai turisti ciò che abbiamo: ci deve essere con le sue strutture.
E poi mi sia concesso quest’ultimo ragionamento: iscriversi all’università non’é come assolvere al servizio militare.
Una città da dove per fortuna si può partire comodamente per andare in corsica.
Insomma, una città vecchia che potrebbe tornare ad essere giovane, bella ed intrapprendente, con qualche albergo in più, qualche struttura in più per bambini e giovani; giardini decorosi, sale di proiezione: magari poche, ma di qualità e magari un pò meno centri commericiali.
Auguri Savona e forza Campus.
Se ai miei tempi, invece di fare il pendolare Sv-Ge per frequentare con orari assurdi ingegneria, avessi avuto la sede a Savona, almeno per il biennio (parlo ancora per lauree di 5 anni), avrei avuto qualche chance in più di superare la tremenda selezione a cui sono stato sottoposto (1989-90).
Ho sotto gli occhi un neo laureato mio amico che sta già avendo ottime esperienze lavorative in un ufficio di Savona e adesso a Genova, in regione.
Togliere l’università a Savona?????? In questa città conta solo il cemento?
BASTA!!!!!!!!!!!