Cengio. Si difende ma è pronto a collaborare M.G., 43 anni, il massaggiatore sportivo di Cengio al centro dell’inchiesta sulla pedofilia condotta dalla Procura di Siracusa. L’uomo era stato arrestato per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla divulgazione e detenzione di immagini pedo-pornografiche. Interrogato dal gip di Savona Giovanni Zerilli, ha detto di avere scaricato le immagini che gli sono state trovate nel pc per scoprire chi le immetteva in rete in modo da “collaborare con la giustizia”. M.G. ha detto di essere finito per caso in un sito per lo scambio di immagini con abusi su minori e di avere raccolto quelle foto per conservare delle prove sul conto dei pedofili al fine di smascherarli. L’avvocato del quarantatreenne ha chiesto la revoca degli arresti per permettere al suo assistito di riprendere il lavoro come magazziniere in una ditta elettromeccanica di Cairo. Sposato, con due figli, M.G. gravitava sino a qualche tempo fa intorno all’Unione Sportiva Cengio, ma secondo gli inquirenti non ci sarebbero correlazioni tra la sua attività nella squadra dei “pulcini†e le foto pedopornografiche ritrovate nel suo pc, che appunto non sarebbero state scattate direttamente ai bambini dallo stesso massaggiatore. L’operazione, denominata “Vicino ai bambiniâ€, è scattata tra la Lombardia, il Piemonte e la Liguria dopo la denuncia di Telefono Arcobaleno, l’associazione che da anni si occupa della tutela dei diritti dell’infanzia. Le indagini, sfociate in tre arresti, sono state anche caratterizzate da perquisizioni nelle abitazioni di altri nove indagati. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Siracusa Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Manuela Cavallo, è stata avviata dopo la scoperta di un sito internet nel quale gli indagati si scambiavano foto e filmati contenenti minori in atteggiamenti incontrovertibili. Intercettazioni telefoniche e pedinamenti avrebbero poi accertato anche la presenza dell’organizzazione che promuoveva contatti con minorenni sia italiani che stranieri, a volte anche a pagamento. Nei numerosi dialoghi intercettati alcuni degli indagati fanno riferimento al loro lavoro, scelto proprio in funzione della costante ricerca di un contatto con i bambini.