Savona. Nell’esprimere soddisfazione per le iniziative del Ministero dell’Ambiente per la tutela delle aree protette delle isole di Bergeggi e Gallinara contro l’invasione delle imbarcazioni, l’Enpa di Savona chiede un atto di maggiore coraggio, disponendo anche il divieto di ogni forma di pesca, estendendolo a tutte le zone (B e C, oltre alla A) che costituiscono le due riserve. L’Enpa ricorda il grande potenziale turistico subacqueo che la Liguria possiede per tutte le attività di diving, come gli altri ottomila chilometri di coste italiane; “se fossero tutelati adeguatamente – si legge in una nota -, i nostri fondali costieri non avrebbero nulla da invidiare rispetto a quelli ben più famosi delle barriere coralline australiane o del mar Rosso. Ma per poter sfruttare in modo davvero “ecocompatibile†questa ricchezza naturale, occorre creare zone discretamente estese di divieto di pesca (otre a tenere sotto controllo gli scarichi industriali e civili) dichiarando finalmente la pace con le creature costiere marine. Se infatti la fauna marina non venisse perseguitata e massacrata, comincerebbe a lasciarsi avvicinare, divenendo un autentico ed affascinante spettacolo, come già accade in molti paesi “esoticiâ€, dove è vietato ogni tipo di prelievo ed i turisti pagano valuta pregiata per poter osservare pacificamente la vita subacquea (su barche con fondo di vetro, su mezzi semisommergibili o armati solo di maschera e boccaglio). E le popolazioni locali hanno rapidamente scoperto che un branzino vivo rende molto di più che pescato per “sport†o fritto in padella. In Liguria invece continua a spadroneggiare un esercito di pescatori, professionali o cosiddetti “sportivi†e raccoglitori che spazzano via tutto ciò che si muove; è evidente quindi che in tale situazione il mare si impoverisce sempre di più ed i pesci, quando vedo-no un essere umano, fuggono a ..pinne levate”.