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Articolo n° 5289 del 28 Novembre 2006 delle ore 13:46

Nasce la banca del cordone ombelicale

Liguria. La giunta regionale ligure ha approvato oggi una delibera che regolamenta la raccolta e la conservazione del sangue del cordone ombelicale contenente le cellule staminali attraverso la costituzione di un’apposita Banca del Cordone Ombelicale. La struttura, ha spiegato l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo avrà sede presso l’ospedale San Martino di Genova. La nuova delibera stabilisce nei particolari il percorso per offrire garanzia di qualità su tutto il processo, dal prelievo alla conservazione fino alle modalità di utilizzo. “Abbiamo voluto individuare procedure standardizzate – ha spiegato l’assessore – per rendere omogeneo il processo su tutto il territorio regionale, vista l’importanza che le cellule staminali del cordone ombelicale posso rivestire nell’ambito della ricerca e della cura di malattie fino ad oggi incurabili”.
In base alla delibera, la raccolta del sangue dal cordone ombelicale dovrà essere realizzata dalle unità operative di Ostetricia che aderiranno al programma e il sangue così raccolto sarà inviato ai servizi immunotrasfusionali delle aziende in cui si trovano i singoli reparti di Ostetricia, oggi presenti all’ospedale Santa Corona, all’ospedale San Paolo di Savona, all’ospedale Sant’Andrea della Spezia e al San Martino di Genova. Il congelamento e la conservazione del sangue sarà effettuato dalla Banca del Cordone Ombelicale, mentre i controlli di qualita’ saranno fatti dal Centro Cellule Staminali dello stesso ospedale. La verifica di compatibilità genetica nei trapianti tra donatore e ricevente sarà eseguita dal laboratorio collegato al Registro nazionale e regionale dei donatori di midollo osseo dell’ospedale Galliera. “Il programma di donazione del sangue del cordone ombelicale – ha detto l’assessore regionale Montaldo – prevede una campagna di sensibilizzazione soprattutto tra appartenenti a gruppi etnici poco rappresentati nei registri di donatori di midollo e ei fatto esclusi dai programmi di trapianto e di cura”.


» F. Lammardo

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