Indicazioni su come difendersi dalle aggressioni fisiche, verbali, e psicologiche ma anche su come riconoscere e distinguere un atto di bullismo da un reato vero e proprio, consigli a ragazzi, genitori e insegnanti per combattere il fenomeno. Il decalogo della Polizia di Stato contro i ‘bulli’ è ripreso oggi anche sul sito ufficiale di Palazzo Chigi ed è integrato anche da un cartone animato dedicato ai più piccoli, per spiegare loro il fenomeno ed insegnare a difendersi. “Ci sono una serie di comportamenti che se ripetuti frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo, soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi” spiegano dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza sottolineando che tra questi comportamenti ci sono tra l’altro il ricevere insulti o minacce, il subire violenze fisiche come calci e pugni, l’esser preso in giro costantemente e l’esser chiamato con un soprannome antipatico, le offese per razza, sesso o religione, il furto di oggetti personali. Per difendersi dal bullo, dicono i poliziotti ai ragazzi, bisogna innanzitutto “non sottovalutare il problema”. “Perché non si tratta solo di ragazzate, perché spesso dietro al bullismo si celano vere e proprie azioni criminali, perché il subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intelletiva e sociale della vittima”. Dunque ecco il decalogo. Innanzitutto non bisogna “offendere gli altri, soprattutto i più deboli; nascondere ai genitori che qualcuno ti fa del male; dire bugie; trattare male un compagno che ti sta antipatico; approfittarsi dei compagni più deboli”. Bimbi e ragazzi, invece, devono “raccontare sempre tutto ai genitori; raccontare i comportamenti prepotenti sia se si è vittima sia se si è testimone; difendere se possibile i compagni vittime delle prepotenze; trattare tutti allo stesso modo; cercare l’aiuto degli insegnanti, di altri compagni o di un adulto se qualcuno ti minaccia”. Il sito elenca anche una serie di consigli non solo per i ragazzi, ma anche per genitori e insegnanti. Mamma e papà farebbero bene ad aumentare l’autostima dei figli, ad incoraggiarli a sviluppare le loro abilità e a stimolarsi a stabilire relazioni con gli amichetti. Ma anche a comunicare in modo sincero e a capire le conseguenze dei propri comportamenti. Quanto ai professori, tra i loro compiti c’é tra l’altro quello di organizzare incontri con genitori e studenti per parlare del fenomeno, stabilire regole contro il bullismo esposte in classe cui tutti devono attenersi.