Cairo M. Aggiornamento ore 18:30. Sospesa, ma solo fino a martedì, la cassa integrazione per i lavoratori di Ferrania, dopo un’altra giornata di trattative, mediazioni e incontri, questa volta in Regione, tra istituzioni, azienda e sindacati. Savona oggi è andata letteralmente in tilt a causa del traffico deviato sulle congestionate vie del centro: i lavoratori questa volta hanno bloccato l’Aurelia, in Via Gramsci, davanti alla sede dell’Unione Industriali, e solo poco fa la circolazione è tornata alla normalità . Un’azione forte decisa questa mattina dopo l’ennesima risposta dell’azienda nell’andare avanti sulla strada della cassa integrazione, dopo il balletto di cifre sul numero di lavoratori coinvolti. “Provvedimento necessario per evitare il collasso finanziario e far quadrare i conti tra costi e ricavi” come ha ribadito anche oggi nell’incontro con il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando lo stesso Malacalza, imprenditore della cordata genovese che ha rilevato la fabbrica cairese. Dipendenti al lavoro, quindi, poi per martedì pomeriggio è fissato un nuovo tavolo in Regione con i sindacati, quando il giorno prima ci sarà il tavolo decisivo tra azienda e Regione su un nuovo possibile progetto di rilancio basato sull’hi tech e sulla cassa integrazione a rotazione: sta volta, però, si dovrà davvero vedere il piano industriale, un progetto di rilancio vero dei segmenti produttivi, e forse solo così si potrà chiedere qualche sacrificio ai lavoratori, nella prospettiva di stabilizzazione e crescita dell’azienda. I sindacati hanno comunque minacciato altre azioni nel caso il tavolo di martedì pomeriggio portasse nuovamente ad un nulla di fatto, con la sola sicurezza di una cassa integrazione per i dipendenti. Una scelta comunque inevitabile, secondo l’azienda, con l’unica novità della proposta della Regione, appunto, di discutere su una nuova attività produttiva legata magari all’hi tech, senza escludere possibili altri investimenti come nel biomasse. “Come per le Acciaierie di Cornigliano si è passati attraverso un periodo di cassa integrazione, tra la chiusura dell’altoforno e l’investimento sul freddo – ha detto Burlando -. Qui si potrà tenere una quota di lavoratori sul fotosensibile e si dovrà passare attraverso un periodo di cassa integrazione per un nuovo numero di lavoratori a fronte del tentativo di costruire un progetto significativo che ha al suo centro la politica industriale. L’importante – ha ribadito Burlando – è che il cuore della nuova Ferrania, oltre a ciò che si può difendere dell’attività tradizionale, sia una nuova ed importante industriale molto qualificata e connotante. E’ un tentativo serio ed ora vediamo se riusciremo a costruirlo e a dare una prospettiva importante a questa area”.