Liguria. Critiche sono state avanzate sull’applicazione dell’accordo sul sistema sanitario ligure, siglato nel luglio scorso dai sindacati con la Regione, dai rappresentanti sindacali Cisl, Sergio Migliorini, segretario generale regionale, e Calogero Di Lucia, della segretaria generale, in merito alla mancata discussione del nuovo piano sanitario regionale, che doveva avvenire entro il 30 novembre. “In quell’accordo – ha commentato Migliorini – era previsto che entro il 30 novembre sarebbe stato discusso il nuovo piano regionale, ma ad oggi non siamo stati convocati. Inoltre per ora è stata applicata solo la parte relativa al piano di rientro e neanche per intero”. I rappresentanti sindacali hanno quindi puntato il dito contro l’operato dei due assessorati, Politiche Sociali e Sanità . “Vorremmo – hanno sottolineato – che la concertazione non si facesse solo nell’emergenza, ma anche nelle fasi di progettazione e programmazione del futuro. Chiediamo inoltre che gli accordi vengano rispettati”. Migliorini ha poi espresso giudizi negativi sulla delibera di giunta per i distretti socio sanitari, sull’utilizzo dell’istituto Brignole (ex Albergo dei poveri), sull’istituzione dell’agenzia regionale e sui ventilati nuovi ticket farmaceutici. In merito alla Rsa dell’Istituto Brignole, i rappresentanti sindacali Cisl hanno denunciato il sottoutilizzo della struttura, che è perciò in sofferenza, a fronte delle nuove convenzioni con le strutture private. “Ridondante e costosa” è stata invece definita la nuova agenzia regionale, istituita con un provvedimento legislativo per il coordinamento e lo studio della sanità ligure. Migliorini ha evidenziato che per la struttura sono stati assunti un direttore generale e 20 dirigenti con un costo annuale per i soli stipendi di 2 milioni di euro. “Altre Regioni invece – ha commentato – stanno smantellando queste agenzie, perché risultate antieconomiche. Non si capisce perché la Regione Liguria, in una situazione di scarse risorse, debba spendere tanti soldi che potrebbe destinare altrimenti a beneficio dei cittadini”. Infine sui ventilati ticket farmaceutici, da 2 a 6 euro per ricetta, Migliorini e Di Lucia si sono detti contrari, definendoli anche “un errore di strategia politica”.