Cairo Montenotte. Firma di un documento di intesa giovedì e avvio della cassa integrazione lunedì prossimo sulla base di un impegno dell’ azienda al rilancio produttivo. E’ questo il percorso individuato per Ferrania nel corso della riunione tenutasi oggi in Regione, alla quale hanno preso parte il presidente Claudio Burlando, i vertici aziendali, i sindacati e il Prefetto di Savona Nicoletta Fedriani. “Regione Liguria, Provincia e Prefettura di Savona, azienda, Unione Industriali e organizzazioni sindacali – ha dichiarato Burlando al termine dell’ incontro – hanno discusso oggi con profitto e in un clima migliore e collaborativo, lavorando sulla bozza di protocollo di intesa presentato dall’azienda alla quale tutti proporranno osservazioni e modifiche. Ci siamo dati appuntamento a giovedì per firmare il nuovo accordo”. Rispetto a questa bozza di intesa, le parti dovranno far pervenire le loro osservazioni entro domani sera. Domani, intanto, lavoratori e azienda, si incontreranno sulle questioni di loro pertinenza, legate alla cassa integrazione. Burlando ha confermato che fra gli elementi di novità per il rilancio industriale della Ferrania esiste la disponibilità del Gruppo Malacalza a portare alla Ferrania attività tecnologiche legate ai superconduttori. “Non è questa ancora una proposta formale – ha sottolineato – ma sappiamo che l’imprenditore sta lavorando a questa ipotesi con serietà “. La proposta, ha precisato, rientra nell’ ambito dell’ accordo di programma che viene mantenuto da tutti come riferimento, e che prevede, accanto alle piattaforma tecnologica legata ad attività industriali, anche la realizzazione di una centrale elettrica a biomasse e di una centrale a carbone. “L’ azienda – ha affermato ancora Burlando – non pone più in termini ultimativi la questione della cassa integrazione che in caso di accordo partirebbe lunedì prossimo”. L’ intesa prevede sostanzialmente che 200 persone (si vedrà se fisse o a rotazione) rimangano a lavorare sulle attività tradizionali e cioé relative al materiale fotosensibile che reggono comunque anche se il mercato è in calo. Per altre 250 unità scatterebbe la cassa integrazione ordinaria (da stabilire se fissa o a rotazione). Occorrerà anche verificare la disponibilità del governo a proseguire gli ammortizzatori sociali oltre la scadenza della legge Prodi bis, prevista in luglio, “perché – ha commentato Burlando – gli impianti sostitutivi non si fanno in sei mesi”. “L’ ipotesi che si è fatta – ha proseguito Burlando – è che come minimo rientrino i 450 lavoratori previsti dall’ accordo di programma. Per i 140 che sono già in cassa straordinaria e che dovrebbero poi ridursi a 80 perché molti di loro andranno in pensione, se non potranno rientrare vi è un impegno di investimento della Regione per attività di ricollocazione”.