Ucina, l’associazione che rappresenta l’industria nautica italiana, chiede che il Parlamento modifichi la norma che prevede l’aumento dei canoni di concessione demaniale per i porti turistici. “E’ un’esigenza – afferma l’associazione – richiamata da numerosi parlamentari e, in particolare, dell’opposizione con un emendamento promosso dal sen. Cutrufo e sottoscritto da tutti i capigruppo, per la quale anche il Governo si è mostrato consapevole”. “Confidiamo – afferma il Presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni – nell’accoglimento di tale emendamento, ricordando che l’aumento dei canoni demaniali per i porti turistici rischia di avere ripercussioni negative su un settore, quello dei porticcioli, strategico per il decollo del turismo nautico in Italia e del suo indotto. Il Governo del resto si è detto disponibile a recepire le modifiche alla legge finanziaria in favore di uno sviluppo dei consumi”. I danni potrebbero riversarsi non solo sul turismo, ma anche sull’industria nautica e sul Made in Italy in generale. “Ultimamente – prosegue il Presidente Albertoni – siamo riusciti a rivitalizzare il mercato nazionale incoraggiando gli italiani, anche quelli che portavano la barca all’estero, e gli stranieri a restare in Italia. Se però si aumentano i costi, rischiamo di perdere la posizione guadagnata”. Conclude al proposito il Presidente dell’Associazione Italiana Porti Turistici dell’Adriatico, Roberto Perocchio: “La diffusione dei servizi tecnici per la nautica da diporto si sta attuando con estrema fatica e gradualità ed è quindi assolutamente necessario mantenere le misure a suo tempo stabilite nel decreto ministeriale 343 del 1998. Solo in questo modo si può garantire una progressione costante della crescita infrastrutturale di cui necessita il turismo nautico”.