Savona. Era accusato di aver scaricato nel suo computer immagini a contenuto pedo-pornografico, un’accusa pesante alla quale l’imputato, un carabiniere trentacinquenne residente a Vado Ligure, aveva risposto dicendo di non sapere nulla. Secondo la difesa, il militare aveva ricevuto involontariamente quelle foto da un altro navigatore internet conosciuto in chat. L’uomo era finito nei guai dopo una serie di controlli effettuati dalla polizia delle telecomunicazioni a caccia dei responsabili di una rete di scambio di immagini ritraenti minori in atteggiamenti inequivocabili. Particolarmente infuocato il dibattimento, durante il quale due esperti informatici, uno nominato dalla difesa e l’altro dall’accusa, si sono confrontati sugli aspetti tecnici del caso. La tesi del carabiniere non ha però convinto il giudice dell’udienza preliminare Donatella Aschero, che ha lo ha condannato a tre mesi di reclusione. La pena è stata commutata in una multa di 3400 euro (condonata per l’indulto).