Savona. Un’altra tegola si abbatte sulla Torre Fuksas nell’ambito del progetto del porto turistico della Margonara, proprio quando solo pochi giorni fa dalla Port Authority savonese è stato disposto l’abbattimento delle baracche sul litorale costiero tra Savona e Albisola interessato dal progetto. Oggi, infatti, nel corso di un convegno sulla salvaguardia delle coste ligure il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Laura Marchetti ha così dichiarato in merito alla tanto contestata Torre dell’architetto Massimiliano Fuksas: “prima che si realizzi – ha detto la Marchetti – è necessario che il progetto esecutivo passi al vaglio del ministero dell’Ambiente, come stabilito nelle prescrizioni che accompagnano il parere favorevole di compatibilità ambientale dato nel 2005. Il mio impegno, ora, è quello di vigilare affinché la fase esecutiva non si traduca in una delle tante aggressioni al paesaggio”. Sempre a proposito del futuro porto turistico nella cittadina ligure, la Marchetti ha sottolineato che “dopo anni di governo delle destre che hanno causato ovunque, in Italia, in nome dell’ accelerazione di grandi opere, un’aggressione del paesaggio, va rafforzato l’impegno politico per evitare azioni contro natura. Dobbiamo marcare un’inversione di rotta radicale rispetto alle scelte politiche che provocano la distruzione dei legami con la matrice naturale e biologica. Nei confronti del mare non possiamo continuare ad avere atteggiamenti di prepotenza distruggendo simboli e luoghi dell’anima come lo scoglio della Madonnetta”. Il riferimento della sottosegretaria è al tratto della Riviera ligure che sarà interessato dalla realizzazione di numerosi posti barca e dalla costruzione di un ‘grattacielo galleggiante luminoso’, commissionato all’architetto Massimiliano Fuksas e contestato da numerose associazioni ambientaliste. “Lo scoglio della Madonnetta e tutto il tratto di costa – ha aggiunto la sottosegretaria – non possono essere modificati, hanno un valore intrinseco e come tale da tutelare”. Il grattacielo di Fuksas? “Ricorda molto il movimento di un fallo, simbolo del prometeismo più esasperato”, ha concluso Marchetti.