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Articolo n° 5897 del 18 Dicembre 2006 delle ore 09:16

Per la Gallinaria un comitato di saggi come per la cultura

Con grande piacere constatiamo che il dibattito sul destino della Gallinaria prosegue con l’intervento del biologo marino Andrea Molinari dell’ICRAM sul Secolo XIX di sabato e del Dr. Lamberti, presidente di Italia Nostra sulla Stampa di domenica. Per il movimento di Albenga C’è e come portavoce dei Verdi riteniamo importante che su questo bene pubblico si sviluppi un confronto di “ democrazia partecipativa “ perchè riteniamo che molte scelte debbano essere fatte non dal Palazzo ma scaturire, con la corretta informazione, dalla consapevolezza dei cittadini.
Quindi mentre riteniamo utili le precisazioni di Molinari già contenute nello studio realizzato per fare della Gallinaria area marina protetta dove si legge come l’isola Gallinaria sta subendo da anni la devastazione sconsiderata dei suoi preziosi fondali marini.
Basta leggere, le relazioni annuali del corpo subaqueo dei Carabinieri, e i 68 percorsi subacquei effettuati dai sub del Ministero dell’Ambiente che rilevano come le centinaia di ancore gettate , senza alcuna disciplina ne regola , ogni giorno (sopratutto d’estate con una media di 30 barche moltiplicate per i 120 giorni della stagione) sui fondali in vari punti dell’isola hanno creato e stanno creando seri danni all’ambiente marino sommerso.
Al di sotto dello specchio delle acque marine ,spesso all’insaputa di molti che vi approdano, si trovano diversi giacimenti archeologici, identificati come beni culturali da tutelare e conservare: la nave Oneraria Romana del I secolo a cui è dedicato il museo Navale Romano di Albenga, il relitto delle Ardesie, il relitto dell’Umberto I, il relitto delle Anfore romane (scoperto nel Novembre 2003) Dagli studi dei biologi marini . dell’Icram quello che risulta maggiormente colpito da un indiscriminato utilizzo dei fondali è l’ambiente marino sommerso e le specie marine bentoniche e nectoniche fra le quali la famosa (per la sua bellezza) prateria di Poseidonia Oceanica.
E quindi riteniamo che sia necessario predisporre boe e gavitelli e percorsi per la nautica da diporto per preservare l’ambiente marino e archeologico. D’altra parte non siamo d’accordo con Italia Nostra perchè riteniamo che l’isola debba essere fruibile , sotto adeguata tutela , a tutti. L’isola può diventare metà di visite guidate per piccoli gruppi con guardie ecologiche . I fondali possono diventare percorsi subacquei protetti e dare risorse e lavoro a molti giovani .Attorno alle molteplici attrattive che isola offre possono sorgere diverse iniziative ecocompatibili ed ecosostenibili. Siamo quindi contrari ad atteggiamenti integralistici . Crediamo che il paesaggio e la natura della Riviera Ligure possano esercitare un grande fascino per rilanciare il turismo non solo italiano .Auspichiamo che anche per l’isola Gallinaria si crei un comitato di saggi , come si è fatto recentemente per una srl della cultura di Albenga ..La società che si occupa della Gallinaria è giusto che abbia un suo comitato di esperti tecnico scientifici che affianchino il lavoro della presidente Rosa Bellantoni e si mettano al lavoro fin da ora per creare un percorso museale legato all’isola da ospitare in Palazzo Oddo , per far si che l’isola diventi il simbolo e un punto d’incontro su tematiche di promozione dei prodotti tipici del comprensorio Albenganese .

Carlo Tonarelli
Consigliere Comunale per Albenga C’è
Portavoce dei Verdi


» Redazione

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