Spett. Il Vostro Giornale,
ho letto con interesse l’articolo “Lo Zonta Club di Alassio-Albenga ricorda il 60° Anniversario del diritto di voto alle donne†da voi pubblicato, in cui si chiude dicendo una sacrosanta verità : “La donna ha avuto il riconoscimento al voto e votò nel 1946 nel referendum in cui si doveva scegliere tra monarchia e repubblica. Da allora, però, ben poco spazio è stato riservato alla donna a livello di rappresentatività politicaâ€. Gradirei precisare che le donne non votarono per la prima volta al referendum ma alle precedenti amministrative e al referendum la maggioranza delle donne votarono per la Monarchia. Il referendum fu la radice dell’accettazione culturale da parte degli italiani dell’ingiustizia e dei brogli, da cui a parere di chi vi scrive, deriva anche la cultura che non tiene conto dei diritti, tra cui quello delle donne ad essere rappresentate adeguatamente, ma solo del potere. Noi tutti viviamo in uno Stato che trae le sue origini da un grande sopruso, difatti:
1) La Repubblica Italiana non nasce grazie al voto degli italiani ma al colpo di Stato effettuato la notte tra il 12 e il 13 giugno 1946. Mentre la Corte di Cassazione doveva dichiarare ufficialmente i risultati il 18 giugno!
2) I ministri nella notte tra il 12 e 13 giugno nominarono De Gasperi capo provvisorio dello Stato dichiarando Umberto II decaduto senza attendere il regolare passaggio dei poteri che avrebbero fatto della repubblica italiana, la sola, nella storia, creata legalmente per decreto reale.
3) La Repubblica non è mai stata proclamata, sono stati proclamati solo i voti
4) La legge referendaria non è stata applicata, questa prevedeva che il vincitore raggiungesse il 50% +1 degli elettori ma non furono calcolate le schede nulle (1 milione e mezzo! Cosa “strana†visto che non ci furono sche de nulle in numero sensibile per la costituente che si votava in contemporanea e che aveva una scheda molto più complicata).
5) Massimo Caprara, segretario di Togliatti, ha rivelato che Togliatti aiutò la nascita della Repubblica con un milione di voti (altre fonti parlano di tre milioni).
6) 250.000 prigionieri di guerra non votarono.
7) Non votarono gli sfollati.
8) Non votarono i residenti delle Province di Bolzano, Gorizia e Trieste.
9) Non votarono gli italiani delle colonie.
10) Non votarono gli italiani dell’Istria, della Dalmazia e del Dodecanneso! Che erano territori ancora italiani, difatti furono ceduti nel 1947!
11) Schede elettorali provenienti da alcune Regioni d’Italia (come la Sardegna notoriamente monarchica) non furono neppure tirate fuori dalle casse
12) Le schede del referendum furono bruciate subito! Quindi non era possibile alcuna verifica.
13) Gli aventi diritto al voto erano 28.005.449 persone, i voti “ufficiali†sono 24 milioni.
14) Non ci fu alcun controllo dei verbali delle sezioni (circa 35.000).
15) Furono oltre 30.000 le contestazioni per brogli.
16) Romita fece arrestare alcuni presentatori di ricorsi!
17) Il Procuratore Generale della Corte, Massimo Pilotti, per protesta contro le irregolarità , presentò le dimissioni.
18) Re Umberto II non fu “debellato†perché, a causa del colpo di stato non ci fu il passaggio di poteri.
19) Le donne non votarono per la prima volta al referendum ma alle precedenti amministrative e al referendum la maggioranza delle donne votarono per la Monarchia.
20) All’epoca vi era molta ignoranza! ci fu chi per il re votò “Repubblica” perché credeva che “RE” fosse il partito monarca… Inoltre il simbolo repubblicano stesso richiamava l’idea di Monarchia.