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Articolo n° 6408 del 09 Gennaio 2007 delle ore 12:40

Sequestro reperti archeologici, un arresto e una denuncia

Savona. Un arresto, una denuncia a piede libero ed il sequestro di un ingente patrimonio di vasellame, monete, monili di vario genere e resti preistorici: questo il bilancio dell’operazione dei carabinieri della stazione di Noli e del comando provinciale di Savona contro il fenomeno della ricettazione di reperti interesse storico-archeologico. L’indagine è partita il 6 gennaio, quando un carabiniere in borghese ha notato sulle bancarelle del mercatino dell’antiquariato di Finale Ligure oggetti d’epoca di provenienza sospetta. I militari hanno quindi condotto una serie di verifiche e perquisizioni che hanno portato all’arresto di Stefano Vernì, 33 anni, savonese residente a Vezzi Portio, muratore di professione, poi disoccupato e in tempi recenti venditore ambulante. L’uomo, dopo aver patteggiato in tribunale dieci mesi di reclusione e 600 euro di multa, ieri è stato rimesso in libertà: era già stato sopreso in possesso di una pistola a tamburo, armi da collezione senza regolare autorizzazione, numerose munizioni e polvere da sparo. Un arsenale derivato da una serie di furti. Questa volta nella sua abitazione gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto monete, decorazioni, medaglie d’oro e documenti storici risalenti alla seconda guerra mondiale insieme a diversi manifesti d’epoca sulla propaganda fascista. Secondo quanto appreso, parte del materiale sarebbe stato direttamente rubato a cinque famiglie di Vezzi Portio, per lo più vicini di casa. Nel corso dell’operazione, seguendo tracce che hanno portato ad un caso simile ma distinto, è stato denunciato per ricettazione e porto d’abusivo d’armi T.P., 32 anni, savonese residente a Finale Ligure, artigiano restauratore. Nella sua abitazione sono stati scoperti vasi del periodo etrusco, monili, monete antiche, oggetti dal X al XIII secolo a.C., un fucile del 1890, un quadro del 1912 di Ferruccio Pasqui e reperti preistorici di altissimo valore. Parte del materiale sequestrato, secondo gli investigatori, proviene da alcuni scavi archeologici del territorio finalese. I preziosi oggetti ora saranno consegnati al Museo Archeologico del Finale. Tra il muratore di Vezzi Portio ed il restauratore con domicilio finalese vi erano rapporti di conoscenza. Sono tuttavia ancora in corso da parte dei carabinieri le indagini per risalire alla filiera del vasto giro di ricettazione di materiali, oggetti e documenti storici e preistorici. “Si tratta di un’operazione di grande importanza – sottolinea il tenente Enrico Castelli, comandante della Compagnia di Savona – Siamo stati impegnati in una serie di indagini che si sono dimostrate efficaci ed hanno portato a risultati in tempi relativamente brevi. Il materiale sequestrato è di notevole valore, sia per qualità che quantità: reperti archeologici, monete, monili, antichità varie e anche resti fossili dell’orso delle caverne che risultavano da tempo trafugati e che erano da tempo ricercati da esperti e sovrintendenze. Le attività di indagine sono in corso e si svilupperanno nelle settimana successive. Non si esludono novità nei prossimi giorni”.


» Federico De Rossi

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