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Articolo n° 6462 del 11 Gennaio 2007 delle ore 08:38

La riqualificazione alberghiera paralizzata dalla burocrazia

Ponente. La crisi del settore turistico-ricettivo è aggravata dai lacci della burocrazia. Questa l’opinione degli imprenditori alberghieri del Ponente ligure. Enrico Mantellassi, presidente degli albergatori alassini, ironizza sulle trasformazioni in seconde case: “Se chiedessimo di cambiare gli alberghi in aree residenziali, in sei mesi avremmo tutte le licenze”. L’offerta turistica passa anche attraverso la riqualificazione, ma vincoli e limitazioni dall’alto sono sempre in agguato. “Per fare un balcone nuovo o realizzare altre migliorie, senza fare aumenti di volumetria, si possono aspettare fino a due anni prima di avere il via libera” sottolinea Mantellassi, che aggiunge sferzante: “Se continueremo di questo passo, alla fine ci converrà tornare a fare i pescatori”. Le strutture ricettive attendono di diventare maggiormente competitive per vincere la sfida sempre più incalzante con la concorrenza estera ma “i tempi di attesa ci fanno perdere fette di un mercato che cambia, a cui dovremmo adeguarci” dice Franca Capelluto del residence Loano 2. Conferma Giancarlo Quadrelli del Grand Hotel Diana di Alassio: “Per qualsiasi tipo di lavoro dobbiamo andare in conferenza dei servizi, anche per cambiare le piastrelle nei gabinetti della spiaggia”. “La conferenza dei servizi è nata per semplificare la vita dei privati che creano posti di lavoro – chiosa Enrico Mantellassi – invece si è dimostrata una struttura elefantiaca. Dovrebbero finanziarci per incrementare la nostra attività, anziché ostacolarci”.


» Felix Lammardo

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