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Articolo n° 6600 del 16 Gennaio 2007 delle ore 08:09

Savona, il vino del vescovo riscuote successo

Savona. Della popolarità di monsignor Calcagno fra la gente si è avuta una duplice riprova in questi giorni: in una settimana la libreria “Paoline” ha venduto più di duecentocinquanta bottiglie del vino prodotto dal vescovo – una media di cinquanta al giorno – e la diocesi di Savona è, fra le liguri, quella che ha meglio risposto all’invito al pellegrinaggio romano per la visita “ad limina”: due pullman già pieni, un terzo in allestimento. “Il motivo è semplice – conferma Roberto Fiaschi, titolare della libreria Paoline – La gente va volentieri a Roma con monsignor Calcagno perché lo sente vicino, alla mano, come un buon parroco”. L’iniziativa del vino, ampiamente rilanciata dai mass media, ha avuto un notevole riscontro: duecentocinquanta le bottiglie vendute in una settimana. Fra gli acquirenti singoli e famiglie che hanno conosciuto il vescovo, persone che volevano fare un regalo originale, e anche consiglieri comunali e figure istituzionali che hanno avuto a che fare con il presule. “Alcuni hanno comprato il cartone da dodici o sei bottiglie, ed è piaciuta soprattutto l’idea di regalare il vino del vescovo agli amici”. Trattandosi di produzione limitata, non ne restano ancora molte bottiglie in negozio, ma si può ancora acquistare (a quattro euro) e il ricavato andrà a beneficio delle missioni.
Ottima risposta ha avuto anche l’iniziativa del pellegrinaggio romano in occasione della visita “ad limina”. La parrocchia di sant’Ambrogio in Varazze, da sola, ha riempito un pullman, e un altro lo ha organizzato la libreria Paoline, accogliendo anche alcuni pellegrini genovesi. “Dato che le richieste non sono terminate – spiega Roberto Fiaschi – stiamo cercando di allestire un terzo pullman ed invitiamo perciò gli interessati a passare da noi o telefonare al più presto”. Lo stesso Fiaschi dà la sua interpretazione a questi dati: “Credo che la gente risponda bene perché è ormai abituata a sentire il vescovo come ‘uno di noi’: lo si vede in giro a fare la spesa e a portare il cane, si ferma a parlare con chiunque, visita le famiglie, accetta inviti a cena con molta informalità. Ha, insomma, più lo stile del buon parroco che quello del vescovo ‘istituzionale’ ed ingessato, e le persone lo percepiscono bene”.


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