Savona. Della popolarità di monsignor Calcagno fra la gente si è avuta una duplice riprova in questi giorni: in una settimana la libreria “Paoline†ha venduto più di duecentocinquanta bottiglie del vino prodotto dal vescovo – una media di cinquanta al giorno – e la diocesi di Savona è, fra le liguri, quella che ha meglio risposto all’invito al pellegrinaggio romano per la visita “ad liminaâ€: due pullman già pieni, un terzo in allestimento. “Il motivo è semplice – conferma Roberto Fiaschi, titolare della libreria Paoline – La gente va volentieri a Roma con monsignor Calcagno perché lo sente vicino, alla mano, come un buon parrocoâ€. L’iniziativa del vino, ampiamente rilanciata dai mass media, ha avuto un notevole riscontro: duecentocinquanta le bottiglie vendute in una settimana. Fra gli acquirenti singoli e famiglie che hanno conosciuto il vescovo, persone che volevano fare un regalo originale, e anche consiglieri comunali e figure istituzionali che hanno avuto a che fare con il presule. “Alcuni hanno comprato il cartone da dodici o sei bottiglie, ed è piaciuta soprattutto l’idea di regalare il vino del vescovo agli amiciâ€. Trattandosi di produzione limitata, non ne restano ancora molte bottiglie in negozio, ma si può ancora acquistare (a quattro euro) e il ricavato andrà a beneficio delle missioni.
Ottima risposta ha avuto anche l’iniziativa del pellegrinaggio romano in occasione della visita “ad liminaâ€. La parrocchia di sant’Ambrogio in Varazze, da sola, ha riempito un pullman, e un altro lo ha organizzato la libreria Paoline, accogliendo anche alcuni pellegrini genovesi. “Dato che le richieste non sono terminate – spiega Roberto Fiaschi – stiamo cercando di allestire un terzo pullman ed invitiamo perciò gli interessati a passare da noi o telefonare al più prestoâ€. Lo stesso Fiaschi dà la sua interpretazione a questi dati: “Credo che la gente risponda bene perché è ormai abituata a sentire il vescovo come ‘uno di noi’: lo si vede in giro a fare la spesa e a portare il cane, si ferma a parlare con chiunque, visita le famiglie, accetta inviti a cena con molta informalità . Ha, insomma, più lo stile del buon parroco che quello del vescovo ‘istituzionale’ ed ingessato, e le persone lo percepiscono beneâ€.