Albenga. Venerdì 19 gennaio, a Loano, nel Salone Parrocchiale dei frati Cappuccini si svolgerà una proiezione di diapositive dal titolo “Di qui passò Francesco: un cammino di 400 km fra gli eremi, i monti, i santuari e le città dove visse ed operò San Francesco d’Assisi”. La serata, organizzata dal C.A.I. di Loano prenderà il via alle ore 21.00, sotto la guida e il commento di Beppe Peretti, l’accompagnatore di escursionismo reduce dalla recente disavventura sul ghiacciaio dell’Ararat. “Fino a qualche anno fa” dice Beppe Peretti presentando la serata “l’escursionismo era, almeno per me, socio CAI d.o.c., sinonimo di gita in montagna (generalmente di un giorno, raramente di due o più), ed ogni uscita era comunque caratterizzata dal dislivello da superare e, quasi sempre, dalla cima da raggiungere o addirittura da “conquistare”. Poi è arrivata la pensione e con essa la possibilità di avere più tempo, oltre che per la famiglia ed il volontariato, per un trek annuale lungo ed impegnativo: dapprima il Camino di Santiago de Compostela, poi l’Alta via dei Monti Liguri e l’anno scorso il Cammino di S. Francesco d’Assisi. Questa possibilità ha permesso la scoperta di un nuovo tipo di escursionismo, non più mirato alla vetta o comunque ad una sfacchinata su per i bricchi, ma teso piuttosto ad un obiettivo più vasto e completo: l’andar per il mondo per conoscerlo e viverlo, l’immergersi nella natura per gustarne i suoi aspetti più diversi ed appassionanti, il percorrere gli itinerari e le tappe fondamentali della nostra storia e delle grandi personalità che l’hanno caratterizzata, il riscoprire i grandi cammini che hanno contribuito allo sviluppo storico, culturale e spirituale dell’uomo e del suo ambiente. Ma c’è di più in questa visione dell’escursionismo: c’è soprattutto il ritornare ed il riappropriarsi, anche solo per pochi giorni, di modi e tempi che purtroppo non ci appartengono più, stravolti come siamo da un sistema di vita dominato da impegni ed orari fissi ed inesorabili, da esigenze e bisogni indotti e per nulla indispensabili, dalla necessità di fare, fare, fare sempre di più e sempre più in fretta. Ma fino a dove, fino a quando?”.