Savona. Intesa non raggiunta tra Savona e Vado sul dirottamento dei rifiuti dalla discarica di Cima Montà a quella del Boscaccio in territorio vadese. Il vertice tra i due Comuni interessati e la Provincia di Savona si è concluso con un nulla di fatto e la riunione è stata aggiornata a domani. Così, tra divergenze logistiche ed economiche, la questione delle 30 mila tonnellate annuali di rifiuti solidi urbani da smaltire è rimasta irrisolta: la discussione di ieri pomeriggio si è incagliata sulla postazione di smistamento richiesta a gran voce da Vado Ligure. Il sindaco vadese Carlo Giacobbe ha fatto presente le lamentele degli abitanti di San Genesio, preoccupati per il transito dei camion che trasporteranno la “rumenta” al Boscaccio, in attesa della costruzione della nuova strada di collegamento che eviterà il disagio alla frazione. L’amministrazione di Vado chiede a Savona la realizzazione di una postazione di smistamento che consenta la raccolta dei rifiuti prima del passaggio a San Genesio, una sorta di tappa intermedia per limitare l’intasamento di camion sul percorso verso la discarica del Boscaccio. E da questo punto di vista è irremovibile: prima la postazione, poi il conferimento dei rifiuti. Ma il sindaco di Savona Federico Berruti si è preso del tempo per decidere ed ha chiesto una proroga ai sessanta giorni concessi per la realizzazione di questo “centro di raccolta”, che potrebbe sorgere in un terreno della zona Paip di Legino. A prescindere dai tempi, la patata bollente è tutta per Savona. Resta poi ancora dibattuta la questione dell’adeguamento della tariffa all’indice Istat, dagli attuali 49 euro a tonnellata a 57,5 euro, che graverà sui cittadini del capoluogo. La mediazione tra le parti è affidata all’assessore provinciale all’ambiente Giampietro Filippi, che anche domani a Palazzo Nervi dovrà spingere per un accordo urgente.
