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Articolo n° 6677 del 18 Gennaio 2007 delle ore 08:00

Loano, una serata con l’escursionista Beppe Peretti

L'AraratLoano. Domani sera a Loano, incontro con Beppe Peretti, l’accompagnatore di escursionismo reduce dalla recente disavventura sul ghiacciaio dell’Ararat (leggi qui). Nel salone parrocchiale dei frati Cappuccini si svolgerà una proiezione di diapositive dal titolo “Di qui passò Francesco: un cammino di 400 km fra gli eremi, i monti, i santuari e le città dove visse ed operò San Francesco d’Assisi”. La serata, organizzata dal CAI di Loano, prenderà il via alle ore 21, proprio sotto la guida e il commento dell’escursionista di Toirano. “Fino a qualche anno fa – dice Beppe Peretti – l’escursionismo era, almeno per me, socio CAI, sinonimo di gita in montagna, generalmente di un giorno, raramente di due o più, ed ogni uscita era comunque caratterizzata dal dislivello da superare e, quasi sempre, dalla cima da raggiungere o addirittura da conquistare. Poi è arrivata la pensione e con essa la possibilità di avere più tempo, oltre che per la famiglia ed il volontariato, per un trek annuale lungo ed impegnativo: dapprima il Camino di Santiago de Compostela, poi l’Alta via dei Monti Liguri e l’anno scorso il Cammino di S. Francesco d’Assisi. Questa possibilità ha permesso la scoperta di un nuovo tipo di escursionismo, non più mirato alla vetta o comunque ad una sfacchinata su per i bricchi, ma teso piuttosto ad un obiettivo più vasto e completo: l’andar per il mondo per conoscerlo e viverlo, l’immergersi nella natura per gustarne i suoi aspetti più diversi ed appassionanti, il percorrere gli itinerari e le tappe fondamentali della nostra storia e delle grandi personalità che l’hanno caratterizzata, il riscoprire i grandi cammini che hanno contribuito allo sviluppo storico, culturale e spirituale dell’uomo e del suo ambiente”. “Ma c’è di più in questa visione dell’escursionismo – aggiunge Peretti – C’è soprattutto il ritornare ed il riappropriarsi, anche solo per pochi giorni, di modi e tempi che purtroppo non ci appartengono più, stravolti come siamo da un sistema di vita dominato da impegni ed orari fissi ed inesorabili, da esigenze e bisogni indotti e per nulla indispensabili, dalla necessità di fare, fare, fare sempre di più e sempre più in fretta. Ma fino a dove, fino a quando?”.


» Felix Lammardo

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