Savona. E’ entrata in vigore la nuova ordinanza emanata dal Ministero della Salute sui cani “pericolosi”, che introduce rispetto alle precedenti promulgate dai ministri Sirchia e Storace alcuni articoli fondamentali per la tutela degli animali, pur mantenendo la lista nera delle 17 razze definite “a rischio di aggressività “. Nel testo sono specificati come illegali il taglio della coda, delle orecchie e delle corde vocali – già vietati dalla legge contro i maltrattamenti – ma soprattutto viene risolta la diatriba sui collari elettrici, finalmente al bando per-ché evidenti strumenti di maltrattamento e causa di reazioni aggressive da parte degli animali, anziché modo di contenere un carattere esuberante, come millantato da alcune pubblicità ingannevoli. L’Enpa non condivide in alcun modo la discriminazione in base alla razza, non suffragata da alcuna prova scientifica. “Sono gli animali umani a insegnare l’aggressività agli animali – sottolinea una nota dell’Enpa savonese - che, se vengono cresciuti in un clima sereno, tendono a sviluppare un’indole naturalmente socievole con persone e con i loro simili. La Protezione Animali lavora da anni con successo su un progetto di recupero di animali che sono stati utilizzati dalla malavita per combattimenti clandestini; i cani vengono rieducati alla socializzazione da un team di e-sperti veterinari e comportamentalisti, dimostrando con risultati tangibili che non è il carattere dell’animale a fare difetto, ma il contesto in cui vive. L’ordinanza del ministro Livia Turco finalmente specifica che si può definire “aggressivo” solo un cane che abbia tentato di ledere una persona o altri animali in modo immotivato, senza provocazione alcuna. È una distinzione di fondamentale importanza perché l’aggressività senza motivo per gli animali è un’eventualità estremamente remota: se un cane attacca, è perché ha paura e non vede altre vie di uscita, oppure perché qualcuno gli ha insegnato che è un comportamento corretto. Sarebbe auspicabile un’assunzione di responsabilità da parte dei proprietari degli animali, che devono farsi carico di una corretta gestione del proprio cane, indipendentemente dalla razza o dalla taglia. Un piccolo Jack Russell educato all’aggressività può essere molto più “pericoloso” di un pit bull cresciuto in un clima giocoso e abituato alla socialità con persone e animali; non è quindi il cane che provoca incidenti, ma un proprietario poco capace di instaurare una corretta relazione con l’animale. Non esistono cani cattivi, ma esistono molti cattivi padroni”. Da Savona infine l’Enpa locale critica l’ordinanza perché non coinvolge anche gli allevatori che, secondo l’associazione, dovrebbero essere resi solidali con gli affidatari e, quando essi non intendono più tenere gli animali, riprenderseli indietro, in modo da evitare che vadano a saturare i rifugi pubblici e privati. Nel frattempo le Guardie Zoofile dell’Enpa, invocando proprio l’ordinanza, hanno proposto alla Procura della Repubblica di Savona di sequestrare una femmina di pit-bull ed i suoi cuccioli ad un pregiudicato finalese, A.S., ritenuto non meritevole di detenerli.