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Articolo n° 6801 del 22 Gennaio 2007 delle ore 08:44

Savona: “Villa Ricci” ristrutturata con il social housing

Savona. C’è anche una parrocchia savonese, quella di san Dalmazio in Lavagnola, fra gli enti che beneficeranno dei contributi regionali per il “social housing”. Nella graduatoria delle proposte presentate dal Comune di Savona ed ammesse ai finanziamenti figura infatti il progetto di ristrutturazione di “Villa Ricci”, l’antico stabile di proprietà della parrocchia guidata da don Giovanni Lupino, che già da alcuni anni si è mosso con lo scopo di destinare l’edificio a finalità sociali.
“La notizia mi ha ovviamente rallegrato – commenta don Lupino – ed ora sono in attesa di una risposta dell’assessore alle politiche sociali Lucia Bacciu alla mia proposta d’utilizzo dello stabile”. Il parroco ha infatti avanzato l’idea di destinare i futuri nuovi alloggi ai giovani portatori di handicap seguiti dalla cooperativa “Il faggio”, anziché, come inizialmente previsto, ad anziani autosufficienti. “Un cambio di destinazione – aggiunge – che non pregiudicherebbe le finalità del progetto di social housing”.
Nell’ipotesi di don Lupino la parrocchia affitterebbe i locali alla cooperativa “Il faggio”, che potrebbe trasferire a Lavagnola i ragazzi attualmente ospitati a Carcare. “Il vantaggio di quest’operazione – precisa il sacerdote – sarebbe anche quello di poter dare accoglienza ad una quantantina di persone, il doppio di quante ve ne starebbero se si trattasse di anziani”. Nell’attesa della risposta dell’assessore, il parroco di Lavagnola sta provvedendo, con l’aiuto dell’architetto Nicoletta Negro, a fare alcune migliorie all’edificio e a rinnovare la licenza per poter proseguire i lavori di ristrutturazione. Attualmente nella Villa Ricci risiedono tre inquilini, uno dei quali è in procinto di trasferirsi altrove. “Per gli altri due – spiega don Lupino – stiamo pensando a sistemazioni alternative”.
Tra i lavori in corso nella parrocchia di san Dalmazio, nel frattempo, continuano quelli all’ex asilo “Basso”, che potrebbero ricevere un impulso decisivo dall’alienazione di un immobile di proprietà della parrocchia. “Se tutto andrà in porto  conclude don Lupino – potrò realizzare il sogno di un centro per l’infanzia aperto tutto il giorno”.


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