Si è conclusa con 16 condanne (9 patteggiamenti e 7 persone giudicate con rito abbreviato), tre assoluzioni, una sentenza di non luogo a procedere e con un rinvio a giudizio l’udienza davanti al gup Maria Califano nell’ambito dell’inchiesta sul doping commercializzato illegalmente in una palestra genovese e in altri centri di body building compresi tra Savona, Albenga e Chiavari. Tra le persone che hanno patteggiato vi sono Bruno Castelli, condannato a 2 anni e mezzo e Antonella Centanaro, sua presunta complice, (un anno e 11 mesi). Le indagini condotte dai carabinieri del Nas di Genova erano sfociate nel marzo dell’anno scorso nell’arresto di Castelli. L’uomo era accusato di aver venduto in una palestra del quartiere di Marassi una imprecisata quantità di medicinale a effetto dopante a due persone. Gli altri indagati sono frequentatori di palestre accusati di ricettazione. Di questi sette hanno patteggiato pene variabili da un minimo di due mesi e 20 giorni a un massimo di 9 mesi mentre le pene inflitte ai sette indagati che hanno scelto il rito abbreviato variano da tre a cinque mesi. Tre le persone assolte perché il fatto non sussiste: Antonio De Pinto, difeso dall’avv. Anna Serafino; Gianfilippo Mirabile (avv. Pierluigi Orsi) e Marco Colangelo (avv. Marco Sabbadini). E’ stato prosciolto Salvatore Stornello, difeso dagli avvocati Alessandro Vaccaro e Nicola Scodnik. Infine il gup ha rinviato a giudizio Luca Tirozzi. Il processo é fissato per il 2 aprile. Le indagini erano iniziate nel 2004 anche in seguito a intercettazioni telefoniche e l’inchiesta, condotta dal pm Giovanni Arena, si era allargata alla provincia di Savona. Infatti alcune delle sostanze dopanti sono risultate essere di fabbricazione straniera, importate in Italia attraverso la Francia, sull’asse Ventimiglia-Bordighera-Savona.
