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Articolo n° 7018 del 27 Gennaio 2007 delle ore 16:05

Pedopornografia: in carcere professionista savonese

Savona. E’ un architetto ed ex insegnante di scuola media superiore, G.A., l’uomo di 75 anni, celibe e senza figli, arrestato a Savona dagli agenti della polizia postale nell’ambito dell’inchiesta contro la pedopornografia su internet avviata dalla Procura di Catania. Il blitz è scattato quando la polizia postale di Catania ha segnalato il caso di G.A. ai colleghi Savona, che su disposizione della stessa Procura siciliana hanno fatto irruzione nell’abitazione dell’uomo nel quartiere dell’Oltreletimbro sorprendendolo intento a scaricare materiale pedopornografico sul proprio computer. Nel corso del sopralluogo domiciliare gli agenti hanno poi sequestrato numeroso materiale che sarà esaminato dagli inquirenti. I video con minori in atteggiamenti inequivocabili venivano scambiati attraverso software peer to peer. L’uomo, arrestato in flagranza di reato, è stato immediatamente condotto in carcere, in isolamento, in attesa di essere interrogato dall’autorità giudiziaria. Era già finito nel mirino delle forze dell’ordine per reati analoghi. In manette anche un abitante di Viterbo, colto mentre divulgava sul web foto e clip illegali. Nel corso dell’operazione gli agenti hanno sequestrato in varie città italiane decine di computer nei quali venivano archiviati file con contenuti di pornografia minorile ed hanno avviato indagini sul conto di una trentina di persone su tutto il territorio nazionale. Le altre città interessate dall’operazione sono Imperia, Ancona, Bergamo, Bolzano, Cagliari, Chieti, Cosenza, L’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Pesaro, Reggio Calabria, Roma, Rovigo e Salerno. L’attività investigativa è stata condotta dalla polizia postale di Catania e coordinata dal Servizio Centrale di Roma, con attività sottocopertura autorizzata dalla Procura Distrettuale etnea. Gli agenti si sono finti pedofili, dopo avere ottenuto l’autorizzazione dal procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro che ha diretto l’inchiesta, ed hanno monitorato il sistema di file sharing utilizzato dagli indagati. Sono stati individuati anche alcuni minorenni che hanno visionato e scaricato filmati pedopornografici da internet: la loro posizione è al vaglio della polizia, anche se l’ipotesi è che abbiano agito soltanto per curiosità. Posizione ben più grave, invece, benché ancora in corso di definizione, quella di chi utilizzava computer da uffici e posti di lavoro per collegarsi alla rete dei pedofili scoperta dagli investigatori.


» Felix Lammardo

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