[thumb:1425:r]Alassio. Il Sindaco di Alassio Marco Melgrati e l’Amministrazione Comunale hanno deliberato all’unanimità di intestare il nuovo centro sportivo di eccellenza per calcio giovanile di Loreto all’Ispettore Capo Filippo Raciti, recentemente scomparso nell’adempimento del proprio dovere nel servizio di ordine pubblico per contrastare quelle che dovevano essere le intemperanze dei tifosi e che si sono invece trasformate in barbara aggressione e omicidio da parte di frange di ultras. L’Amministrazione Comunale ha altresì deciso di invitare la vedova e i figli per l’inaugurazione del centro sportivo di Loreto e di provvedere ad una borsa di studio per la figlia più grande del compianto Ispettore Capo.
Le motivazioni della deliberazione sono le seguenti:
Preso atto che sono in fase di ultimazione i lavori che porteranno all’apertura del centro sportivo di Loreto, dotato di due campi da calcio, destinato alla preparazione sportiva ed agli allenamenti degli atleti delle squadre giovanili di calcio di Alassio e che si provvederà quanto prima alla relativa intitolazione ed inaugurazione; visti i gravi incidenti che si sono verificati nella Città di Catania, in occasione della partita tra la squadra locale ed il Palermo dove, un’azione di guerriglia urbana ed un’imboscata alle Forze dell’Ordine, al termine della partita stessa, è culminata col barbaro assassinio dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti, aggredito e colpito barbaramente da un gruppo di giovanissimi, molti dei quali minorenni; fatto presente che l’ispettore Raciti, di soli 38 anni, lascia la moglie e due figli di soli 9 e 15 anni, da quasi vent’anni prestava servizio in polizia con il grado di ispettore capo alla squadra mobile di Catania, era stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Ciampi, era donatore di sangue ed organi e volontario della croce Rossa unitamente alla moglie; ritenuto opportuno, per questa Amministrazione Comunale, intitolare il nuovo campetto di Via Loreto alla figura dell’ispettore capo Raciti, quale segnale ed esempio contro la violenza nello sport.
[image:2226:l:s=1:t=I lavori nel polo sportivo di Loreto]
Ciò che più conta sono i fatti ! Questo di dedicare alla memoria di un servitore dello Stato il centro sportivo di Loreto può solo essere vista come un’iniziativa eticamente giusta.
Se poi certe idee sorgessero nella mente di alcuni da intenti o fini diversi, sempre vale il risultato finale che, appunto in questo caso, è socialmente rimarchevole.
In fondo il “bene” è foriero di iniziative che, se pure manipolate dagli esseri umani, alla fine conducono irrimediabilmente, per fortuna, ad esso.
L’attribuzione poi di una borsa di studio ad una dei figli di quest’uomo morto nell’intento di salvaguardare la sicurezza e l’integrità fisica di chi allo stadio va per divertirsi e non per compiere atti vandalici, di nuovo parla da sè. Forse a qualcuno dà fastidio che Alassio sia un realtà sociale dove la pronta reazione contro atti delinquenziali e soprattutto contro le nefaste conseguenze da essi prodotte, si possa attuare, se pure con i limitati mezzi a disposizione, in maniera rapida e concreta.
Le esternazioni di “Italia senza speranza” mi fanno tornare alla mente la storia della volpe e dell’uva: forse che ..”nondum matura est”.. poichè qualcuno ha concepito questa iniziativa prima di altri, solitamente in ritardo su questo ed altro, anche di lustri??.
A “Danilo”: il termine “eroi” mi pare davvero inappropriato, sempre, riferito al mondo del calcio; un cavalierato della Repubblica mi pare sia più che sufficiente ! Forse un tempo, quando si giocava proprio per la gloria e pochi soldi, magari dopo il lavoro e non per i quattrini profusi a fiumi come oggi avviene, allora ci poteva stare questo termine esagerato pronunciato da tifosi in un impeto d’enfasi. Oggi meno che mai !
Bisogna tornare a poter frequentare gli stadi, per chi è appassionato di calcio e non solo, senza il timore di avvenimenti irreparabili che possono distruggere i destini di tante persone e rovinare la serenità di altrettante famiglie.
Non credo, francamente, che coloro i quali amano il calcio siano interessati a vicende come quest’ultima; credo, piuttosto, vi siano dei delinquenti che artatamente si insinuino tra le file dei tisfosi più sfegatati ed esagitati, compiendo queste
nefandezze giusto per il gusto di delinquere. La risposta dello Stato dovrà superare gli interessi di parte, essere determinata nell’eliminazione di questi fatti perchè, come ho avuto modo leggere sui quotidiani di alcuni giorni addietro, non si può
ricondurre questo tipo di fatti ad eventi facenti parte della casistica media delle cose di questo mondo: un pò come dire che il morto, ogni tanto, ci può pure stare…. .
Una volta si era soliti dire “il fine giustifica i mezzi” ora direi che i “mezzi o gli interi sono giustificati per il fine” !
x Tasso:
il termine “eroi” era provocatorio, anzi la penso esattamente come te. Una volta il calcio, ma lo sport in generale, era realmente diverso. Io sono giovane ma mio nonno spesso mi raccontava di quando era un ginnasta o calciatore ed a quei tempi non vi erano soldi per lo sport; si giocava con poco e per niente. Vicino a casa mia poi abita il fratello di Bacigalupo (il portiere del Torino scomparso nel tragico incidente di Superga) è da qualche anno che non lo vedo quindi non so se sia ancora vivo e sta bene, ma mi ricordo che fino a qualche anno fa, pur essendo fratello di un giocatore simbolo del grande Torino, viveva a 90 anni in un semplice condominio al sesto piano senza ascensore. Forse è quello che manca al nostro sport: umiltà e sacrificio. Valori spesso annebbiati dal denaro e dal facile successo mediatico…
Anch’io ebbi l’occasione di conoscere uno dei personaggi del mitico TRIO del Torino: Gino ROSSETTI; assieme ad Adolfo BALONCIERI e Julio LIBONATTI hanno fatto sognare schiere di tifosi giocando un calcio ardito e pieno di sentimento, ciò che oggi è assai raro vedere.
A conferma del fatto che gli stipendi dell’epoca erano molto contenuti, il fatto che egli lavorò sino a tarda età in una piccola attività con il padre di un mio carissimo amico, perchè all’epoca andava di moda il “signor bonaventura ed il suo milione” non le cifre astruse di oggi.
Grazie per la condivisione di vedute: anch’io avevo compreso l’accezione provocatoria della tua affermazione, ma mi era parso opportuno ripuntualizzare il senso della misura ormai perso dai più.
Scandaloso ciò che è successo a Catania all’ispettore di polizia Raciti.
Bella iniziativa quella del comune di Alassio. Senza alcuna ombra di dubbio. Anche la borsa di studio per la figlia.
Bell’iniziativa davvero.
Sicuramente viene dal profondo del cuore di ogni membro dell’amministrazione comunale.
Sono sicuro che non l’hanno fatto per avere un pò di pubblicità .
O no…?
Ma no…. Cosa diavolo vado a pensare?