Alassio. Sabato 17 febbraio, alle ore 17.30, nell’Auditorium della Biblioteca “R. Deaglioâ€, si svolgerà la presentazione del libro di Alfio Caruso, “Noi moriamo a Stalingrado – La sconosciuta odissea di 77 soldati italiani precipitati nel peggior mattatoio della seconda guerra mondiale†edizione Longanesi. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Alassio in collaborazione con Il Centro Pannunzio di Torino e la Sezione Ligure dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U.N.I.R.R.).
Al centro dell’incontro c’è il racconto di Alfio Caruso, che ricostruisce nel suo libro la storia di settantasette italiani, tra i 20 e i 35 anni, precipitati nel peggior mattatoio della seconda guerra mondiale: Stalingrado. Erano contadini, artigiani, operai, commercianti che indossate le divise erano entrati a far parte del 127° e 248° autoreparto. Avevano portato uomini e rifornimenti alla VI armata di Paulus e dovevano rientrare dopo aver riempito gli autocarri con la legna per affrontare l’inverno. Furono invece bloccati dall’avanzata dell’Armata Rossa alla fine di novembre del 1942. L’evento che cambiò le sorti del conflitto viene vissuto dal basso, il massacro dei combattimenti s’intreccia ai tormenti di poveri soldati. La loro lenta agonia è raccontata dalle lettere spedite a casa. In esse niente traspare dell’ansia, del vitto che comincia a scarseggiare, del freddo che aumenta, dell’attesa infinita di rientrare al reparto. All’apparenza tutti affermano di star bene, di essere lontano dai pericoli, di condurre un’esistenza tranquillissima. Ripetono l’accorato appello di mandare notizie, di non dimenticarli. Ma in gennaio affiora nei saluti a genitori, mogli e figli la fine di ogni speranza. Dopo la resa, prigionia, malattie e sconforto distruggono i sopravvissuti. Solo due rivedranno l’Italia.
Oggi la loro memoria vive nel ricordo dei familiari. Alfio Caruso, in una sorta di doloroso pellegrinaggio, li ha rintracciati quasi tutti.
â€Erano contadini, artigiani, muratori, commessi, pasticcieri, commercianti,†dice Alfio Caruso “c’era un professore di lettere, c’era un perito agrario, c’era un albergatore, c’era un medico, c’era un pompiere, c’era un fotografo di roba d’arte, c’era un figlio di papà con il gusto dell’avventura. Pagarono un conto che a loro non competeva.â€
All’incontro parteciperanno il Prof. Pier Franco Quaglieni, storico, giornalista, Presidente del Centro Pannunzio ed Enrico Albertazzi, Presidente Regionale dell’U.N.I.R.R. Ad introdurre il tema sarà il Direttore del Centro Pannunzio, Anna Ricotti.
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