[thumb:30:r]Ponente. Un nuovo progetto interesserà presto molti comuni del Savonese: la creazione di un depuratore per il riciclo delle acque di risulta che potranno poi essere riutilizzate in agricoltura. Il progetto, però potrebbe essere ancora più ambizioso. Così lo illustra Pietro Balestra, presidente del consorzio per la creazione del depuratore: “Lo scorso dicembre è stato approvato lo studio di fattibilità che ha interessato una trentina di scenari differenti ed ha preso in considerazione due diverse tecnologie: la biofiltrazione e la depurazione a membrane. Ad oggi questa seconda opzione sembra essere la migliore: prevede la realizzazione di membrane, simili a piccoli spaghetti, sui quali insistono fori da 0,034 micron di millimetro che provvedono ad aspirare e filtrare l’acqua; tale tecnologia è talmente all’avanguardia che può addirittura fornire acqua potabileâ€. Gli studi di fattibilità effettuati hanno individuato lo scenario territoriale più ampio, he va da l’entroterra ingauno fino ad Andora. Continua Balestra: “Abbiamo preso in considerazione le esigenze di tutti i soci del consorzio, cioè dei 9 comuni (Albenga, Villanova, Garlenda, Ortovero, Cisano sul Neva, Testico, Andora, Laigueglia, Stellanello) e della Provincia, che si sono confrontati costruttivamente; è stata così creata una prima società immobiliare ed ora si provvederà alla costituzione di una nuova società di progetto per la realizzazione del programma esecutivo e per la gestione dell’opera. Lo statuto è già pronto e si è predisposto lo studio tecnico; nell’arco di pochi mesi si potrà provvedere alla gara d’appalto che andrà ad individuare il quale si impegnerà a realizzare e gestire gli impiantiâ€. Il progetto esposto non è vincolante ed il consorzio si limiterà a fornire indicazioni di massima, anche l’idea della riconversione delle acque di risulta in acqua potabile non è che una ipotesi. Conclude Balestra: “La previsione di spesa si aggira sui 60 milioni di euro, di cui 25 mila solo per la realizzazione della rete, ma tale cifra potrebbe aumentare se venissero messe in cantiere ulteriori volumetrie. Oltre alla depurazione delle si sta pensando anche al pretrattamento delle acque di vegetazione dei frantoi, soprattutto nel periodo invernale, per le aree agricole di Albenga ed Andora.
“Crediamo, infatti, che si debba realizzare un impianto in grado di soddisfare e prevedere anche le esigenze future e le caratteristiche messe in evidenza lo renderebbero soddisfacente anche a livello comunitario. Per quel che concerne le polemiche nate con Alassio, posso dire che il piano d’ambito lo include nel progetto e che certamente entro giugno avremo una risposta definitiva anche da parte di questo Comuneâ€. L’apertura dell’impianto è prevista entro due anni dall’inizio dei lavori. Così il vicesindaco di Albenga Franco Vazio: “Certamente la nostra città ha già fatto un importante passo avanti con l’introduzione delle griglie e con l’allontanamento delle bocche fognarie dalla riva, per la realizzazione delle quali c’è stato un importante impegno economico, e che hanno notevolmente migliorato la balneabilità : il nostro infatti è uno dei pochi tratti di mare che non ha avuto i problemi riscontrate da altri Comuni. Il depuratore sarà un ulteriore passo avanti per affrontare seriamente la questione del risparmio idrico e dell’inquinamento delle acque, secondo le linee programmatiche della nostra Amministrazione e a tutto vantaggio di cittadini e turistiâ€. Questo il commento dell’assessore provinciale Enrico Paliotto: “Il problema ambientale della depurazione è una questione ventennale improcrastinabile; non può infatti esserci nessun rilancio economico e turistico senza la realizzazione di questo progetto. I turisti oggi, oltre al valore paesaggistico, ricercano qualità ambientali aggiunte, anche per questa ragione è necessario un sistema integrato che vada da Andora a Ceriale. Lo scopo che ci prefiggiamo è quello di depurare le acque reflue in modo da soddisfare un’utenza che in estate raggiunge le 250 mila unità e di riutilizzare tali risorse idriche per riequilibrare lo sbilancio idrico che vede un preoccupante avanzamento del cuneo salino. La Provincia conosce questa situazione perché è in possesso di uno studio che ha fatto una previsione catastrofica per quanto concerne l’avanzamento di questo cuneo, le cui cause sono da ricercarsi nell’utilizzo selvaggio della falda idrica e nell’impermeabilizzazione del terreno che convoglia l’acqua non salata direttamente in mare, e che in futuro comprometterà non solo la quantità ma anche la qualità dell’acqua della faldaâ€.