Savona. Omicidio colposo e lesioni colpose, queste le imputazioni con cui sono state rinviate a giudizio quattro persone per la morte di Livio Cerullo, 70 anni, ex rappresentante di commercio in pensione, avvelenato dalle esalazioni di monossido di carbonio provocate da una calderina. La moglie, di 65 anni, era stata soccorsa in condizioni disperate e si era ripresa dopo alcuni giorni di coma. L’episodio era avvenuto in un edificio di via Nizza, a Savona, nel dicembre del 2003. Dalle indagini effettuate all’epoca dei fatti erano emersi problemi nel funzionamento della calderina e nella sua installazione. Nel processo, fissato per il 14 dicembre, compariranno sul banco degli imputati la moglie della vittima, Rosanna Maria Silombria, 68 anni, parrucchiera di corso Mazzini, il figlio Fabio Cerullo, 38 anni, oltre a Giovanni Cravero, 83 anni, e Roberto Perata, 29 anni, rispettivamente responsabile e tecnico della ditta incaricata della manutenzione della calderina.