[thumb:2489:r:t=Massimo Colombo]Albenga. Hanno suscitato immediato scalpore le dimissioni di Massimo Colombo, militante albenganese di Rifondazione comunista e nel contempo cattolico ligio ai precetti della Chiesa. Di fronte alla questione dei Dico, Colombo ha scelto di dimettersi dal Collegio regionale di garanzia, dal Comitato politico federale di Savona e dal Direttivo del circolo di Albenga. Già qualche tempo fa aveva espresso, sulle pagine di Ivg.it, la sua netta contrapposizione ai Pacs. Ora la scelta di allontanarsi definitivamente dal Prc, “dopo aver riflettuto a lungo attentamente e anche su invito di qualche compagno”, precisa. “Purtroppo in questi ultimi tempi ho dovuto appurare che nel partito si è instaurato un clima di irrigidimento se non addirittura di contrapposizione verso i rappresentanti della Chiesa cattolica che fino a pochi mesi fa non esisteva e che mi mette in forte disagio con la mia coscienza di credente praticante e che non posso condividere” scrive nella sua lettera di dimissioni indirizzata, fra gli altri, al segretario provinciale della Federazione di Savona, Marco Ravera. “Mi preoccupa inoltre l’ondata di anticlericalismo, a mio avviso ingiustificata, che sta montando nel paese – si legge nella lettera – e che ho notato è riuscita ad intaccare anche alcuni ambienti del partito della Rifondazione comunista nonostante lo statuto reciti che ‘possono iscriversi al partito coloro che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età e che, indipendentemente dalla etnia, dalla nazionalità , e dalla confessione religiosa, ne condividono il programma ed i valori fondativiâ€. In qualità di cattolico osservante, Colombo ha dichiarato di voler seguire le linee indicate dal magistero della Chiesa. Insegna, del resto, catechismo ed è membro della pastorale giovanile della diocesi di Albenga Imperia. In tempi in cui la baruffa politica assume i contorni delle scontro fra dottrine morali, della schermaglia tra cattolici e laici, le sue posizioni sui Dico hanno inevitabilmente cozzato contro la linea ufficiale, diametralmente opposta, di Rifondazione. “In politica ritengo sia giusto che i cattolici, che sono cittadini italiani come gli altri e sono ancora la maggioranza, abbiano il diritto e il dovere di portare avanti i loro valori anche nelle istanze pubbliche e politiche – tiene a puntualizzare il dissidente albenganese – Purtroppo la religione ‘fai da te’ ed il ‘io credo a modo mio’ fanno più comodo, poiché si è liberi di agire anche commettendo peccati e trovandovi scusanti”. Le dichiarazioni di Colombo in fatto di religione non lasciano spazio a dubbi: “La Chiesa ha le sue leggi, il Papa è il vicario di Cristo sulla terra ed i vescovi i pastori delle nostre diocesi. La Conferenza Episcopale Italiana interviene nel dibattito pubblico su varie questioni esprimendo le opinioni della Chiesa e indirizzando i fedeli cattolici come è suo diritto e dovere fare, per il bene delle loro anime e per portare i valori vristiani in una società che ne ha sempre più bisogno. Quindi io non chiamerei ingerenze gli interventi delle autorità ecclesiastiche, ma le chiamerei suggerimenti per una vita buona, orientati a farci seguire la via salvifica tracciata per noi da Cristo”. Parole che hanno fatto storcere il naso ai dirigenti provinciali del partito di Bertinotti. “La sua posizione integralista è in netta contrapposizione a quella del partito, e a mio modo di vedere lesiva della immagine pubblica di Rifondazione, su un argomento non certo marginale come quello dei diritti” ha affermato Marco Ravera, che aggiunge con riferimento ai Dico: “Non certo un tema ‘lasciato’ alla libertà di coscienza. La difesa e la conquista dei diritti in ogni ambito rappresentano un punto centrale della politica del nostro partito. Non capisco perché dovremmo lottare per il diritto allo studio, per il diritto alla casa, per il diritto al lavoro, per il diritto alla pensione, ma fermarci di fronte ai più elementari diritti delle persone”. Allo stesso tempo, Ravera rimarca l’intransigenza sulle idee portanti richieste alla militanza del partito: “Colombo con le sue dichiarazioni si colloca non tra le fila del cattolicesimo democratico, del cattolicesimo ‘progressista’ se mi si passa il termine, ma dell’integralismo cattolico, quello che, per esempio, ha negato i funerali a Pier Giorgio Welbyâ€. Il segretario provinciale di Rifondazione, tuttavia, si è detto dispiaciuto della scelta di Colombo ed ha spiegato di voler chiarire le motivazioni che hanno portato l’iscritto alle dimissioni.
Mi sconvolge il risalto che i media danno a questa notizia, Colombo si dimette, e allora? Manco si dimettesse Bertinotti.. Viste le sue posizioni e la sua solidarieta’ al ministro Mastella, mi converto anch’io: domani accendo un cero… per grazia ricevuta!
Caro Gianni,
la prego di non asserire cose che non sa. Io non salto su alcun carrozzone, se avessi voluto delle poltrone sarei rimasto zitto nel partito dove ero iscritto e avrei ipocritamente fatto parte del coro anticlericale pur non condividendone in cuor mio gli strali.
Se io decidessi di continuare a fare politica è ovvio che terrei conto di chi mi è più idealmente vicino (ed i partiti moderati sono molti UDEUR compresa), ma il fatto di venire accusato di strumentalizzare la religione a fini politici, mi creda, non appartiene al mio essere e se Lei mi conoscesse, pur non condividendo le mie idee, non Le passerebbe nemmeno per la testa.
Io non ho mai guadagnato un centesimo dalla politica, non sono mai stato consigliere o assessore o altro ricoprendo cariche remunerate ed anzi, ho sempre pensato che la politica deve fare il bene della gente.
La prego quindi di non insinuare cose che sono davvero offensive.
Se deciderò di continuare a fare politica deciderò io a quale partito aderire e certo non per avere poltrone ben remunerate.
Saluti.
Massimo Colombo
Strano che stupisca la scelta di Massimo Colombo,
ci si dovrebbe stupire del contrario.
La mentalità corrente, sia a sinistra che a destra, sia post comunista che liberale, vuole relegare le proprie convinzioni religiose in uno stato personale e larvale della coscienza. Ma non è così. Autonomia tra la sfera laica e religiosa dell’individuo non vuol dire dicotomia, altrimenti avremmo un cristiano politeista che, da una parte sostiene i valori cristiani e dall’altra i valori della politica e che, quindi, cristiano non è più.
il cristianesimo come evento divino che irrompe nella storia è necessariamente anche politico. Non partitico ma politico. Questo non significa che offra soluzioni di politica economica, lavorativa, ecc ma fornisce i criteri evangelici con cui questa politica debba essere realmente umana e per il bene dell’uomo; il quale, per Gesù, è aperto necessariamente al trascendente e per il trascendente.
Un atteggiamento come quello di Massimo Colombo non può essere etichettato come integralista. Le categorie “progressista” ed “integralista” fanno comodo solo ai manipolatori del vangelo e a quelli che non lo conoscono. Massimo Colombo è semplicemente stato Cristiano Cattolico. Punto.
Ci si stupisca invece di coloro che, pur dicendosi cattolici, non sono né questo né cristiani.. ma sono quelli che, come dice il vangelo, vogliono servire Dio e Mammona. Questi si che piacciono ai post comunisti e ai liberali in quanto sono addomensticabili secondo le ideologie fallimentari della sinistra e della destra.
Pertanto la Chiesa non interviene nel dibattito politico ma in ciò che gli sta a cuore veramente; cioè il bene dei suoi figli, vicini e lontani; indipendentemente dall’appartenenza partitica. Tuttavia se ci sono dei criteri fondanti che stridono con quelli del vangelo, la Chiesa, per essere fedele a Cristo, deve anuncirae ciò che ha ricevuto. Sta poi al fedele vicino o lontano aderirvi in libertà di coscienza.
La coscienza però è il vincolo operativo per le scelte morali non il fondamento etico delle scelte medesime. La coscienza in sostanza sceglie ma non fonda la morale.. se così fosse avremmo appunto le ideologie tanto care al post comunismo e alla corrente di destra liberale che sono, appunto, contrarie al vangelo di Cristo per nascita, impostazione, metodi ed obiettivi.
ponendosi non come proposte politiche ma come religioni vere e proprie.
Anche se con il vangelo possono avere alcuni punti di convergenza.. proprio perché, guarda caso, alla matrice di queste correnti ideologiche, nonostante tutto, ci sono ex-credenti ed ex-ebrei.
Bravo Massimo Colombo!
Ma chi è Massimo Colombo??
Chi lo ha mai sentito?
Cosa ha mai fatto??????????
MA!!!!!!
Molto bene ,apprezzo le parole di Massimo,quando una persona non condivide le idee del proprio partito e’ giusto che,una persona ONESTA come ritengo che sia il buon Massimo lo faccia,anch’io sono iscitto a un partito,ma se non condividessi le idee di costoro chiuderei bottega……….
ma scusate non vi sembra di dare un po troppa importanza a massimo? voleva dimettersi ok, ma vi sembra il caso di montare su tutta questa storia? a che scopo ? se non quello di fare il suo gioco propagandistico? uno che non conta nulla all’interno di un partito è ritiene di dimettersi che lo faccia e se le intenzioni sono solo quelle non vedo il motivo per cui debba pubblicizzare il tutto sulla stampa. massimo sei un cattolico cristiano professante è fai parte di questo e di quel non so cosa ok! ma se sei sincero tieni un profilo basso l’esibizionismo non si addice alle persone quali tu vuoi dimostrare di essere, questo io senza offesa lo definisco narcisismo politico, perche continui ad insistere con questa storia che ti sei dimesso? spiegamelo.
Mi associo a quanto scritto da Salvatore: l’atteggiamento di Massimo Colombo non può essere etichettato come un atteggiamento integralista ma molto più semplicemente e correttamente può essere definito un atteggiamento di persona onesta che antepone i valori in cui crede a scelte di partito o di poltrona.
Non conosco Massimo e non ne avevo mai sentito parlare prima: apprezzo il fatto che abbia pubblicizzato la sua scelta, che non credo sia dovuta a un gioco propagandistico o esibizionistico. Penso che il suo esempio di coerenza e di onestà intellettuale dovrebbe essere pubblicizzato ancora di più e seguito anche da altri che contano più di Massimo ( e non faccio distinzioni di partito) e che dicono di appartenere ad una religione ma poi ne tradiscono i principi.
Colombo, essendo un essere umano dotato di libero arbitrio, può scegliere di collocarsi dove cacchio gli pare. E’ forte stò segretario: da un lato condanna l’integralismo cattolico, dall’altro rimarca l’intransigenza sulle idee portanti della militanza richiesta all’interno del partito. Se non è integralismo questo… :D Ma la logica, si sa, per qualcuno è un’opinione pure quella… :D :D